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Giardini e saline delle meraviglie: al sud la natura va in scena

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Giardini e saline delle meraviglie: al sud la natura va in scena

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Aree verdi dove le sfumature sono dosate con una meticolosa perfezione, quasi fosse passato il pennello di un pittore. E poi saline che all’alba e al tramonto creano affascinanti giochi di luce. Il Sud Italia è il vero regno di queste meraviglie che giustamente sono da anni protette e recuperate dal Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano e visitabili. Natura incontaminata che nell’arco dei 12 mesi si può riscoprire nello scenografico contesto della Sicilia, della Sardegna, ma anche in regioni magiche come la Campania, tanto per citarne alcune.

Andar per tesori di verde e natura

Non lontano dalla Valle dei Templi ad Agrigento, c’è il Giardino della Kolymbetra, una meraviglia archeologica e agricola che racconta una storia lunga 2500 anni. Si tratta di quella dell’antica Akragas di cui restano numerosi reperti avvolti da vegetazioni e profumi che solo in Sicilia si possono ritrovare. All’ombra di ulivi secolari e odore di agrumi questa valle fu tanto amata dai Greci nel VI secolo a.C e nacque un giardino carico di piante mediterranee arrivato fino a noi. Il tiranno Tirone, che voleva far giungere l’acqua nell’antica città, fece progettare una rete di gallerie che si fermava in una grande vasca che, appunto, si chiamava proprio Kolymbetra e che da questo perimetro si è allargata fino a trasformarsi in polmone carico di vegetazione. Del tutto abbandonato negli ultimi decenni del Novecento, il giardino, solo dopo il 1999 è tornato a splendere. All’interno si possono riconoscere le zagare, le mandorle e la vegetazione mediterranea con il sottofondo dell’acqua che scorre. La visita ha un notevole valore dal punto di vista archeologico, speleologico e naturalistico.

Altra meraviglia della Trinacria, si trova sull’isola di Pantelleria con il Giardino Pantesco Donnafugata un recinto di pietra lavica progettato con una tecnica valida ancora oggi. Eppure risale a cinquemila anni fa. L’obiettivo primario è sempre stato quello di proteggere le piante dai forti venti che qui non mancano e dalla relativa siccità, tipica dell’isola. La pianta del giardino è circolare e vi si accede da un’unica stretta apertura. Qui spicca un unico albero di arancio di antica varietà e il terreno è stato donato al Fai dalla famiglia Donnafugata, nella contrada Khamma.

Il mare, l’acqua, le saline

Di fronte ai faraglioni di Capri, c’è la splendida Baia Ieranto, un tratto di costa campana che lascia letteralmente senza fiato. Si dice che proprio qui Ulisse, mentre tornava a Itaca, abbia visto le sirene. Questo secondo il racconto di Plinio il Vecchio. Lunghi sentieri tutti da percorrere, permettono di scoprire le meglio delle coltivazioni locali. Si notano agrumi, terrazzamenti di ulivi e una cava di roccia calcarea dismessa negli anni Cinquanta. Ancora ci sono delle torri cinquecentesche che dovevano tenere lontane le incursioni saracene, intorno a splendida macchia mediterranea.

In Sardegna, infine, ci sono le Saline Conti Vecchi che formano un’immensa area naturalistica e un sito di archeologia industriale dentro un impianto produttivo. I visitatori scoprono la storia del sale e della sua lavorazione tra proiezioni immersive e fauna selvatica, come gli scenografici fenicotteri rosa. Si tratta delle saline più longeve dell’isola sui 2700 ettari dello stagno di Santa Gilla. Il progetto ha preso il via negli anni Venti grazie all’Ing. Conti Vecchi che decise di bonificare lo stagno sistemandovi una grande salina e permettendo alla zona di crescere a livello economico e sociale. Si trovano dalle parti di Cagliari e si visitano a bordo di un apposito convoglio lungo un percorso predefinito.

Photo Credit: Fai

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