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La costa del Mar Rosso dell’Arabia Saudita, nuova destinazione turistica?

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La costa del Mar Rosso dell’Arabia Saudita, nuova destinazione turistica?

di Francesca Spanò |@francynefertiti

Una destinazione che di recente si è aperta al turismo e, dalla primavera scorsa, continua esponenzialmente a conquistare sempre più turismo. La Costa del Mar Rosso dell’Arabia Saudita, ora che il fantasma del Covi-19 sembra non fare più troppa paura, promette grandi sorprese e suggestioni tra deserti, spiagge e vulcani. In più, vanta la presenza di una barriera corallina tra le più belle al mondo e quasi del tutto incontaminata.

Un primato da raggiungere

Oltre allo spettacolo paesaggistico e culturale, questa meta ha qualcosa di diverso: The Red Sea diventerà la più grande destinazione turistica del pianeta alimentata al cento per cento da energie rinnovabili. Un progetto che punta alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente prima che al guadagno.

Obiettivo per obiettivo

L’impegno, insomma, è intenso e su tutti i fronti e riguarderà una serie di fasi. Nella prima verranno aperti tre hotel di lusso: un campo tendato nel deserto firmato Six Senses, un centro di conservazione ambientale con brand St Regis e il Nujuma Ritz-Carlton Reserve. In una manciata di mesi, poi, si raggiungerà il totale di 16 hotel per 3000 camere.

mar rosso arabia saudita
Mar Rosso Arabia Saudita

L’isola a forma di delfino

Si chiamerà Shura Island e sarà lontana solo mezz’ora dall’aeroporto. Al suo interno potrà contare su di un un centro subacqueo, la marina, il campo da golf, beach club, campi sportivi, negozi, bar e ristoranti. Tra le attività si potranno provare lo snorkeling, il trekking ai vulcani, le gite nel deserto e i pasti su spiagge deserte o sotto le stelle.

The Red Sea: i numeri

Si parla di un’area totale di 28mila kmq con 92 isole, vulcani spenti, catene montuose e dune di sabbia, al 99 per cento naturali. Non sarà previsto un collegamento con la rete elettrica nazionale e saranno bandite le plastiche. Il rispetto ambientale riguarderà anche la costruzione delle infrastrutture e la nascita di centri di studio, di conservazione ambientale e istituti di ricerca marina.

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