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In cammino da Ravenna a Loreto: un percorso facile per partire col piede giusto

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In cammino da Ravenna a Loreto: un percorso facile per partire col piede giusto

Ph by Tatiana from Pexels

di Devis Bellucci | @devisbellucci

Nessuno ricorda quando ha imparato a camminare. Gli Inglesi, con la loro prodigiosa sintesi, hanno pure un nome per indicare i bambini che stanno apprendendo, non senza audacia e cadute, l’arte di esplorare il mondo su due piedi: li chiamano “toddler”, cioè quelli che camminano in maniera traballante. Poi deve succedere un qualche inghippo nelle nostre rumorose vite, dato che a un certo punto disimpariamo a camminare. Principalmente, per non perdere tempo e arrivare più lontano da casa. Sarà colpa del mondo, che ci scorre attorno con le sue turbolenze, o della realtà virtuale che si muove alla disumana velocità degli elettroni. In ogni caso, nel camminare torniamo tutti a essere dei principianti; come in amore, per citare David Foster Wallace.

Non stupisce che la gente riscopra la bellezza antica di mettersi in cammino, come fosse un bisogno profondo che torna a galla. Una volta era “andiamo in montagna”, poi è diventato “trekking”. Adesso riemergono sulle carte sentieri dimenticati, che custodiscono vestigia della nostra storia: i vari Cammini di Santiago, la Via Francigena, il Cammino di San Francesco, quello Materano o la Via degli Dei. La gente parte per i più svariati buoni motivi, dalla crisi dei quarant’anni ai più concreti interessi di natura culturale, ma spesso c’è un terreno comune: il bisogno viscerale di scoprire una lentezza perduta chissà dove, di vivere il presente senza fretta, fermandosi all’ombra di un albero o a scambiare qualche parola con un passante, abbandonando tra i sassi del sentiero ansie e preoccupazioni. Ed è proprio vero: camminando la mente si svuota del superfluo e bandisce i pensieri negativi.

Dove andare, tuttavia, se sei uno di quei principianti dell’ultim’ora? Quelli che non vogliono orologi, né contapassi, né passare intere serate sui forum o a scaricare tracce GPS per evitare di smarrirsi lungo la strada? Soprattutto, se vuoi partire così, su due piedi (in tutti i sensi), senza compagni di viaggio né troppo peso sulle spalle né prenotare nulla. Prenotare, infatti, significa stabilire in anticipo dove arriverai e il fatto già toglie una bella fetta di libertà; naturalmente, si escludono quelli disposti a dormire nei boschi piantando la tenda dove capita. Tenda che, tuttavia, va portata in groppa insieme al sacco a pelo.

La situazione era più o meno la mia, così ho risolto inventandomi un percorso, rivelatosi poi splendido, per apprendisti camminatori: andare da Ravenna a Loreto lungo la costa romagnola e marchigiana. Un itinerario che unisce idealmente due importanti poli della fede (e dell’arte) cristiana: il capoluogo romagnolo, sede di alcune delle basiliche più belle e antiche del mondo, dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, e la cittadina in provincia di Ancona dove si trova il santuario mariano più celebre d’Italia. Nel complesso, un itinerario lungo poco meno di 200 km e tutt’altro che monotono, visto che oltre alle spiagge si attraversano splendide pinete, due parchi naturali – il Conero e quello di Monte San Bartolo – vari borghi, un tratto di saline con annessa avifauna da fotografare, siti archeologici e naturalmente chiese e cappelle.

Da maggio a fine settembre il clima è benevolo, dunque non servono grandi bagagli, al di là di un paio di magliette, un cambio di pantaloncini, crema solare – quella sì – costume da bagno per tuffarsi ogni sera arrivati alla meta (vuoi mettere la goduria?), scarpe leggere per i tratti in salita e cappellino. Il percorso vanta una più alte concentrazioni in Italia fra alberghi, pensioncine, B&B, campeggi, ristoranti e chioschi mangerecci d’Italia per tutte le tasche, pertanto anche il viandante più sprovveduto potrà accasciarsi esausto a non più di 100 metri da un luogo di pernotto o ristoro. L’unica difficoltà è la calura estiva, quindi è raccomandabile partire all’alba, cosa che vi permetterà di respirare lo iodio di cui è satura l’aria mattutina, come raccomandava mia nonna; altro compromesso, il fondo per lo più asfaltato tranne nel primo tratto, ma potete decidere di farvi gran parte del percorso sulla spiaggia. Vediamo allora le tappe principali di questo percorso, personalizzabile a seconda delle esigenze.

Ravenna – Milano Marittima, km: 27

Lasciati i mosaici paleocristiani di Ravenna, ci aspetta da subito uno dei tratti più belli dell’intero cammino. Seguendo il percorso ciclabile che collega il capoluogo romagnolo a Cervia, si arriva nell’antica frazione di Classe, col suo Parco Archeologico e la basilica di Sant’Apollinare in Classe. Qui, in epoca romana, vi era un porto che ospitava una flotta permanente dell’impero (Classe deriva dal latino “classis”, ossia “flotta”). Attraversata la splendida pineta, citata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia, all’improvviso appare il mare, in un litorale selvaggio e costellato di dune sabbiose. Quindi, a poco a poco, ecco gli ombrelloni, i lettini e le aiuole fiorite di Milano Marittima.

Link: www.parcoarcheologicodiclasse.it

Milano Marittima – Torre Pedrera (Rimini), km: 26

Si entra nel cuore della riviera romagnola, fiancheggiando le suggestive saline di Cervia dove, a seconda dei periodi dell’anno, è possibile ammirare una nutrita popolazione di fenicotteri. Estesa per oltre 800 ettari, la Salina di Cervia è quella più a nord d’Italia. Il tragitto tocca quindi Cesanatico, col suo pregevole porto-canale che venne realizzato nel ‘500 su progetto di Leonardo da Vinci. Sempre a Cesenatico, obbligatoria per ogni bravo pellegrino una sosta nella Chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo. Da qui, gli ultimi chilometri per arrivare nella terra di Amarcord – Rimini – che ci accoglie con una serie di località balneari molto simili fra loro e appiccicate l’una all’altra.

Link: www.salinadicervia.it

Torre Pedrera (Rimini) – Cattolica, km: 25

Superata la foce del Marecchia, entriamo in città per camminare fino all’Arco di Augusto. Costruito nel 27 a.C., è il più antico arco romano esistente e insieme al ponte di Tiberio rappresenta uno dei simboli della città. In epoca romana segnava la fine della via Flaminia (se la prendete, arrivate a Roma, ma questo è un cammino ben più lungo) e, idealmente, l’inizio della via Emilia. Rimini possiede un patrimonio storico-artistico di grande rilievo, con monumenti di ogni epoca, dunque se non la conoscete vale la pena di fermarsi un giorno intero a visitarla. Da non perdere la Domus del chirurgo – ci si passa accanto camminando – e il cinquecentesco Tempietto di Sant’Antonio. Procedendo oltre, si arriva presto a Riccione, col suo splendido lungomare, mentre sullo sfondo la linea della costa è ormai segnata dal monte di Gabicce. Arrivando a Cattolica, passiamo proprio accanto all’Acquario, il più grande dell’Adriatico. Anche in questo caso, è un peccato andarsene da Cattolica senza averlo visitato.

Cattolica – Pesaro, km: 25

Ecco la prima tappa faticosa, un po’ il “Gran premio della montagna” del cammino, con cui ci si lascia alle spalle l’Emilia Romagna per entrare nelle Marche. Partendo da Cattolica, va imboccata la via Panoramica per il Monte San Bartolo (SP44), amatissima dai ciclisti. L’itinerario si snoda tutto all’interno del Parco San Bartolo, tra saliscendi, vigneti e falesie a picco sul mare; il panorama spazia sul Montefeltro, il castello di Gradara e la Repubblica di San Marino. Già solo attraversare il borgo di Fiorenzuola di Focara vale la fatica.

Link: www.parcosanbartolo.it

Pesaro – Fano, km: 13

Tappa più leggera, giusto per riposare i piedi e dimenticare ogni affanno grazie alla bellezza del mare, che qui incanta con colori dal verde al turchese. Il percorso segue la spiaggia e la bella ciclabile che collega Pesaro all’antica Fanum Fortunae romana, pure questa citata da Dante nella Divina Commedia. Parecchie le cose da vedere: dall’Arco di Augusto alla Rocca Malatestiana alla Cattedrale di Santa Maria Assunta.

Fano – Senigallia, km: 23

Dopo una piccola sosta presso il grazioso santuario della Madonna del Ponte, protettrice dei marinai, il percorso si snoda tra l’azzurro dell’Adriatico e, da parte opposta, il verde delle colline marchigiane. Avvicinandosi a Senigallia, che da anni si fregia ininterrottamente della Bandiera Blu, la spiaggia diventa notevole e nulla vieta di rinfrescarsi con un bel bagno. Anche qui troverete una miriade di attrattive culturali, prima fra tutte la massiccia Rocca. Una curiosità: si nota, sulla spiaggia, un’elegante struttura bianca su palafitte, collegata alla riva con un molo. È nota come la Rotonda a Mare, ed è stata ritenuta da alcuni il luogo che avrebbe ispirato il testo della celebre canzone “Una rotonda sul mare” (cosa poi smentita).

Senigallia – Falconara Marittima, km 21

Tappa di avvicinamento al Conero, che ormai sembra di sfiorare, mentre la città di Ancona scintilla davanti a noi. A questo punto, poiché il percorso non comprende l’attraversata del centro storico di Ancona, chi ha ancora un po’ di energia può, nel pomeriggio, fare un salto (col treno: pochi minuti) nel cuore del capoluogo marchigiano e salire fino al millenario Duomo di San Ciriaco, che svetta sulla cima del promontorio. Se siete tipi veramente strong potete anche decidere di superare Falconara e raggiungere il centro di Ancona in una sola tappa, che però da Senigallia vuol dire circa 30 km. Di bello c’è, oltre a poter godere delle amenità cittadine, che il giorno dopo ci aspetta un percorso più breve.

Falconara Marittima – Sirolo, km 26

Altra tappa indimenticabile per i paesaggi che si possono vedere. Arrivati alle porte di Ancona, innanzi tutto ci allontaniamo dalla trafficata via Flaminia prendendo per Strada della Grotta che diventa via Posatora. Qui si passa accanto alla bianca chiesa di Santa Maria Liberatrice, monumento legato alla storia della Santa Casa di Loreto: pare infatti che gli angeli, in viaggio dalla Palestina alle Marche, abbiano posato “temporaneamente” la Santa Casa di Nazareth nel luogo dove sorge la Chiesa, prima di collocarla a Loreto, ormai poco distante. Da qui si raggiunge la strada del Castellano, per abbreviare tagliando fuori il centro di Ancona, e infine la panoramica SP1 del Conero, sulla quale avrete buona compagnia di camminatori, ciclisti e fotografi, incantati dagli scorci panoramici del Parco Naturale del Conero.

Link: www.parcodelconero.org

Sirolo – Loreto, km 26

Lasciata Sirolo, la candida perla del Conero, si scende piacevolmente verso Numana e la vasta spiaggia di Marcelli, ancora tra panorami idilliaci. Le cupole della Basilica di Loreto baluginano sui colli, ormai vicine. Raggiunta e superata la foce del fiume che separa Numana da Porto Recanati, si prende infine la ciclabile, che fiancheggia via Scossicci, per arrivare a Loreto e alla fine del cammino.

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