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Mauritius, cosa vedere: il biscottificio che resiste al tempo

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Mauritius, cosa vedere: il biscottificio che resiste al tempo

di Federica Giuliani

Nella zona sud est di [b]Mauritius[/b] c’è una realtà forse insolita per un’isola conosciuta per le spiagge bianche e il mare limpido, ma che ogni buongustaio dovrebbe conoscere: il [b]biscottificio H. Rault[/b].
Intorno al 1735 il governatore francese Mahe de Labourdonnais importò a Mauritius dal Sud America la manioca. Il tubero si rivelò subito molto prezioso perché era in grado di nutrire la popolazione, ma anche il bestiame da traino impiegato nei campi di canna da zucchero.

[b]COS’È LA MANIOCA[/b]

È un tubero originario delle zone tropicali del mondo e rappresenta la terza più importante fonte di carboidrati – senza glutine – nell’alimentazione mondiale.
Viene cucinata in molti modi e i suoi utilizzi, in genere, sono assimilati a quelli della patata, ma può essere anche pestata per ottenere fecola e farina.
Una curiosità: la manioca era coltivata e consumata già più di 2000 anni fa in Sud America, in Perù, in Messico e ai Caraibi. Furono poi i portoghesi a introdurla in Africa. Ne esistono due tipi, quella dolce, che può essere mangiata anche cruda, e quella amara, che invece deve essere lavata e cotta a lungo prima di essere consumata per eliminare l’acido cianidrico, sostanza molto velenosa contenuta al suo interno.

[b]IL BISCOTTIFICIO H. RAULT[/b]

Nel 1807 Jean Fabien Rault decise di trasferirsi dalla Bretagna a Mauritius, nel 1809 sposò e nel 1868, Hilarion, il figlio minore, provò un po’ per scherzo a preparare dei biscotti con la manioca. Risultarono così buoni che la famiglia intera iniziò a pensare a una commercializzazione.
I primi biscotti prodotti dalla fabbrica furono venduti nel 1870 ed ebbero un ruolo molto importante nella storia dell’isola. Durante la Prima Guerra Mondiale, infatti, la popolazione era quasi alla fame perchè molte delle navi che rifornivano l’isola di cibo furono affondate. La manioca e i biscotti, così, diventarono l’unica fonte di sostentamento.
A quel tempo in fabbrica erano impiegate circa cento persone, ma nel 1960, quando il ciclone Carol distrusse Mauritius, gli impianti furono devastati ma i tempi difficili sarebbero ancora dovuti arrivare. Nei primi anni Settanta, infatti, un altro ciclone rase al suolo la maggior parte delle piantagioni di manioca e la fabbrica dovette rimanere chiusa per sei mesi. Ma, ancora una volta, un membro della famiglia Rault riuscì a risollevare le sorti del biscottificio che, ancora oggi, realizza prodotti senza conservanti, dolcificanti e coloranti. L’incarto, inoltre, viene incollato con pasta di masi… più naturale di così!

[b]VISITARE LA FABBRICA[/b]

La visita al biscottificio H. Rault è guidata, al costo di pochi euro, e prevede una degustazione finale. Se poi avete tempo a disposizione, la famiglia Rault si ferma volentieri a chiacchierare con i visitatori e a raccontare le storie del passato.

[b]Info[/b]: [url”Biscottificio H. Rault”]http://biscuitmanioc.com/home.html[/url]

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