“Lei dovrebbe vederlo! È un pittore sorprendente. Non abbiamo strumenti per misurare il genio; ma sento che il talento del de La Tour spezzerebbe più di un manometro. È un peccato che non abbiamo nulla di suo in Italia.” Roberto Longhi, 1935
di Daniela Bozzani
L’idea della mostra nasce nel 2008
Il Palazzo Reale di Milano, dedica una grande mostra al più celebre pittore francese del Seicento, Georges de La Tour, riscoperto nel Novecento dopo tre secoli di oblio. Era il 1915 quando lo storico d’arte Hermann Voss, attribuì a La Tour, allora soltanto un nome senza opere, alcuni dipinti. Un articolo che sarebbe passato quasi inosservato se non fosse stato per il giovane Roberto Longhi che lo segnalò al Louvre, spingendo per una serie di approfondimenti. Nel 1926 il museo fece il primo acquisto: la stessa Adorazione dei Pastori esposta a Palazzo Marino nel 2011, dove ebbe uno straordinario successo. La mostra è prodotta e promossa dal Comune di Milano e MondoMostre Skira.
Il mistero sulla formazione del pittore
La pittura di Georges de la Tour, è caratterizzata da un profondo contrasto tra i temi “diurni”, crudamente realistici, che mostrano un’esistenza senza filtri, con volti segnati dalla povertà e dall’inesorabile trascorrere del tempo e i temi “notturni”, con splendide figure illuminate dalla luce di una candela: modelli assorti, silenziosi, commoventi. Come afferma la curatrice Francesca Cappelletti, “La Tour è l’artista delle variazioni minime, della sfumatura, dell’inafferrabile differenza fra una composizione e l’altra, a volte diverse solo per i toni cromatici, a volte per sottili slittamenti di significato”. Dipinti che conservano ancora oggi il segreto della loro origine e della loro destinazione.
Un artista in bilico tra delicatezza e brutalità
La Tour è un artista enigmatico, che ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici, che predilige soggetti presi dalla strada, più che modelli storici o personaggi altolocati. I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico e soprattutto notturni. Nella presunta ultima fase artistica, il semplice impianto geometrico, al limite del monocromo, risulta modernissimo per l’epoca. Le sue tracce, e quelle della sua opera, si persero però durante tutto il XVIII e XIX secolo, non solo, ma anche a causa delle guerre per l’indipendenza che sconvolsero la sua terra natale.
Le attribuzioni sbagliate
Attraverso i mirati confronti tra i capolavori del Maestro francese e quelli di altri grandi del suo tempo – Gerrit van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot per citarne alcuni – la mostra invita a una riflessione sulla pittura dal naturale e sulle sperimentazioni luministiche. Fino alla fine dell’Ottocento le opere del misterioso artista vennero attribuite a pittori più noti e prestigiosi come Velasquez, Zurbaran, Murillo, Vermeer e anche al Caravaggio come nel caso della Rissa dei Musici del Paul Getty Museum. Oggi La Tour è una gloria nazionale francese grazie alla storia dell’arte del Novecento che, passo dopo passo, è riuscita a ricostruire un importante catalogo del pittore nato a Vic-sur-Seille nel 1593.
Immagini coinvolgenti
“Le immagini di La Tour – conclude la curatrice – sono assolutamente coinvolgenti, spingono ad aguzzare la vista per scoprire cosa si celi nelle tenebre, dove la luce della candela non riesce ad arrivare; o sono quadri che ci mostrano più di quello che vorremmo vedere – la disperazione e la miseria della vita, che giganteggia vicino a noi. Osservando i suoi quadri lo spettatore è coinvolto al pari del pittore nella stessa impresa; non riesce a distogliere lo sguardo dall’opera, fino a essere catturato dal suo autore: questo uno dei segreti del suo ascendente”. Per la prima volta dunque il mondo e le opere di Georges de La Tour, si offrono con immagini straordinarie, in cui perdersi in una emozionante contemplazione.
Un progetto complesso per una esposizione unica
In Italia non è conservata nessuna opera di La Tour e sono circa 40 le opere certamente attribuite al Maestro, di cui in mostra ne sono esposte 15, più una attribuita. E’ stato quindi particolarmente complicato radunare le opere provenienti da 3 continenti, coinvolgendo alcune delle più grandi istituzioni internazionali come la National Gallery of Art di Washington D.C., il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la Frick Collection di New York, il S. Francisco Fine Art Museum, il Chrysler Museum di Norfolk, la National Art Gallery di Leopoli, più una grande partecipazione delle istituzioni museali regionali francesi, come il Musée des Beaux‐Arts di Nantes, il Musée du Mont‐du Piété di Bergues, il Musée départemental d’Art ancien et contemporain di Epinal, il Museée des Beaux‐Arts di Digione, il Musée Toulouse‐Lautrec di Albi, il Musée départemental Georges de La Tour di Vic‐sur‐Seille, e alcuni importanti musei italiani come la Galleria degli Uffizi, la Pinacoteca Vaticana, la Galleria nazionale d’Arte Antica‐Palazzo Barberini.
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Info utili
Titolo: Georges de La Tour. L’Europa della luce.
Dove: Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12.
Quando: 7 febbraio – 7 giugno.
Orari: dal martedì alla domenica 9.30-19.30, giovedì e sabato fino alle 22.30. Lunedì dalle 14.30 alle 19.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Biglietti: € 14 intero.