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Giappone, un paradiso con ben 25 Siti Unesco

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Giappone, un paradiso con ben 25 Siti Unesco

 di Francesca Spanò |@francynefertiti

Antichi luoghi di culto shintoisti e buddisti, ma anche siti storici e scorci dove l’architettura vanta tratti inconfondibili: in Giappone sono ben 25 i siti dichiarati Patrimonio Unesco e, di questi, 20 sono di tipo culturale e 5 naturali. Le tradizioni del Paese del Sol Levante si mischiano con i suoi sfondi da cartolina, evidenziando panorami carichi di colori, flora e fauna.

tempio giapponese
tempio giapponese

Il tour tra le meraviglie

Tra i gioielli più noti del Paese c’è il Monte Fuji, la vetta più alta del Paese, con i suoi 3.700 metri di altezza. Dai locali è considerato sacro, tanto che organizzano dei veri e propri cammini per raggiungerlo. Altrettanto interessanti sono i siti sacri  e le vie di pellegrinaggio Shugendo sulla catena montuosa di Kii, a testimonianza tra la fusione della religione tradizionale shintoista e quella buddista e taoista, giunte dalla Cina. Altri Siti Unesco giapponesi sono il Memoriale della Pace di Hiroshima, che ricorda la catastrofe causata dalla bomba atomica sganciata sulla città nel 1945 e, non lontano da qui, il santuario shintoista di Itsukushima, con il suo colore rosso, che spicca nel mare dell’isola di Miyajima a celebrare gli dei che proteggono la popolazione dalle calamità marine e dalle guerre.

siti unesco giappone
Siti Unesco Giappone

Tra siti buddisti e cristiani

Assolutamente particolari sono poi i Siti buddhisti dell’area dello Horyu.ji a Nara, costituiti da diversi templi e strutture di culto legati al periodo che va dal VII-VIII secolo, quelli più antichi, fino a XVII-XVIII secolo. Un luogo interessante per scoprire come si è evoluta, nel tempo, l’architettura religiosa. E poi ecco i Gusuku del regno di Ryukyu, nell’isola di Okinawa, una serie di castelli e strutture correlate visitando i quali si può fare un viaggio nel tempo fino al XIV-XV secolo, quando a dominare l’area era il Regno di Ryukyu. Chi si sposta verso Nagasaki, invece, troverà l’insieme dei siti cristiani nascosti, che raccontano come la religione cristiana, sia giunta in Giappone nel corso del 500, tra dolorose persecuzioni.

Castelli e villaggi

Cambia il genere, ma non la bellezza e, quindi, da vedere c’è sicuramente il Castello di Himeji o Castello dell’Airone bianco per il suo caratteristico colore bianco, uno dei più antichi e meglio conservati castelli giapponesi, realizzato nella struttura che possiamo ammirare oggi nel 1600 sulla base di un edificio precedente, risalente a due secoli prima. E, ancora, i Monumenti storici di Kyoto, l’antica capitale del Giappone, o i Monumenti storici dell’antica Nara, tra templi, palazzi e parchi o i Templi di Hiraizumi. Non solo costruzioni secolari però, ma anche antichi borghi come i villaggi storici di Shirakawa-go e Gokayama, con le loro caratteristiche case di montagna in stile gassho, dai tetti a triangolo, dichiarati patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1995. Continuando il viaggio indietro nel tempo, si arriva a diecimila anni fa, con i siti archeologici Jōmon del Giappone settentrionali, villaggi in cui è tuttora possibile conoscere i modi di vita delle popolazioni Jōmon. Curiosi sono i Mozu – Furuichi Kofun, il gruppo di tombe dei governanti del Giappone che si trovano nei pressi di Osaka. A guardarle sembrano basse colline dalla forma irregolare, ma tra questi capolavori di ingegneria architettonica e civile, spicca il Mausoleo dell’imperatore Nintoku, che con i suoi 486 metri di lunghezza e 34,8 metri di altezza è una delle tombe più grandi al mondo, insieme a quella dell’imperatore Quin in Cina e alla Piramide di Giza. Tra gli altri siti culturali del Giappone iscritti nella WHL troviamo anche l’isola sacra di Okinoshima e i siti correlati della regione di Munakata e gli imponenti Templi e santuari di Nikko.

I siti naturalistici

Sono ben cinque e si comincia con Shiretoko, con la sua natura selvaggia e varia, situato sulla punta nordorientale dell’isola di Hokkaido. Nel nord del Paese, si trova invece il sito naturalistico di Shirakami Sanchi, la faggeta primordiale, che è la più grande dell’Asia orientale. E poi, nel Giappone meridionale ecco l’isola di Amami-Oshima, l’isola di Tokunoshima, la parte settentrionale dell’isola di Okinawa e l’isola di Iriomote che costituiscono un’area di foreste subtropicali di latifoglie sempreverdi, caratterizzata da un’elevata piovosità dovuta alla corrente oceanica Kuroshio. E per concludere, le isole Ogasawara, ben 30 isole scrigno di biodiversità ed ecosistemi da preservare e dell’isola di Yakushima, cosiddetta le Alpi dell’Oceano per le sue alte montagne. Per maggiori info, ecco un link con diverse informazioni: https://bit.ly/44DI2ZG.

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