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ShareWear: la moda condivisa che piace alla Svezia

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ShareWear: la moda condivisa che piace alla Svezia

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di Federica Giuliani | @traveltotaste

Se vuoi essere alla moda, condividila! Con questo motto la Svezia lancia ShareWare, la prima collezione di indumenti che non si comprano, ma si condividono. Ogni anno nel mondo si buttano un milione di tonnellate di abiti: perché non dare la possibilità a qualcun altro di riutilizzare i vestiti, invece di contribuire all’aumento degli oggetti da smaltire? L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere una moda più sostenibile, condividendo i capi di alcuni dei nomi più noti della moda svedese come Filippa K, Hope, House of Dagmar, Nikolaj d’Étoiles, Uniforms for the Dedicated, Weekday e Whyred.

Come funziona?

Tutti i capi in collezione possono essere presi in prestito, ma c’è una regola: devono essere ricondivisi. I capi ShareWear vengono man mano pubblicati su Instagram e il primo utente che commenta la foto di un capo ha il diritto di prenderlo in prestito per una settimana, al termine della quale dovrà di nuovo caricare la foto del capo su Instagram perché possa essere nuovamente condiviso. Gli utenti, inoltre, sono incoraggiati a contribuire alla collezione ShareWear e a unirsi al movimento condividendo i propri vestiti utilizzando l’hashtag #sharewear.

In Italia, al momento, i capi condivisibili sono una fantasiosa  giacca di Nikolaj d’Etoiles – un marchio di moda maschile che crea vestiti sofisticati e sartoriali pensati per durare a lungo – e un paio di jeans da donna di Weekday, marchio dalla linea tipicamente scandinava che produce rispettando l’ambiente e i diritti umani. A indossare per primi questi indumenti saranno l’attore e giornalista Paolo Stella e la modella Filippa Lagerbäck.

Dopo il lancio su Instagram, la collezione ShareWear sarà disponibile in uno showroom digitale nel sito ufficiale dell’iniziativa, dove gli amanti della moda potranno trovare maggiori informazioni, caricare nuovi capi e sapere in qualsiasi momento dove si trova il capo che interessa.

Speriamo che dalla Svezia arrivino più capi anche in Italia.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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