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Viaggio verso l’aldilà: il cimitero di Parabita

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Viaggio verso l’aldilà: il cimitero di Parabita

di Isabella Berardi

Nella penisola salentina, in provincia di Lecce, non lontano dal mare incantato di Gallipoli, c’è una gemma sconosciuta ai più, nonostante sia riconosciuta patrimonio universale UNESCO: il cimitero di Parabita.

Gli architetti Alessandro Anselmi e Paola Chiatante, del gruppo romano GRAU, negli anni ’70, sono riusciti a trasformare le basi dello stile neoclassico in un favoloso razionalismo moderno.

Lo stile unico del cimitero

Una configurazione planimetrica, racchiusa in un semplice quadrato ma che, al suo interno si sviluppa tridimensionalmente in un capitello dorico, che spicca in altezza con puntoni, angoli e curve, creando percorsi angusti, oltre ad un dedalo di colombare, utili ad ospitare ordinate e sequenziali pareti di loculi.

L’obiettivo dei progettisti è stato quello di “ordinare” il disordine dei cimiteri classici, che siamo abituati a vedere.

Entrando, si rimane subito colpiti dalla disposizione quasi teatrale. Un “palco”, che si trova ad una quota più alta rispetto all’ingresso, prepara il visitatore a una sorta di spettacolare viaggio verso l’aldilà.

A sinistra un ambiente piramidale circondato da quattro grandi pilastri, che sembrano richiamare la “biglietteria” dello spettacolo.

Piramidi, curve, aperture con forme semplici e geometriche, come triangoli e cerchi, che richiamano l’architettura di Aldo Rossi e Luis Khan, ma senza allontanarsi dalla tradizione e dai materiali tipici pugliesi che, lo accomunano al vecchio cimitero, che insiste ancora al suo fianco.

Ascesa tra le anime

Iniziando a salire, addentrandosi tra gli stretti e bassi cunicoli del corpo centrale, tra scale e spirali che fanno perdere l’orientamento, si ha l’impressione di ritrovarsi nella dantesca selva oscura.

Durante la visita si viene avvolti dalla pietra leccese delle pareti, mentre si percorrono gli ultimi livelli del cimitero, che ospitano le cappelle dedicate alle famiglie più abbienti. Due passaggi in cui si incastonano le porte di ingresso alle cappelle, diverse una dall’altra, in stili e forme.

Non meno avvolgente, tutto intorno, il panorama delle campagne salentine, che si scruta dall’alto, attraverso una foratura triangolare nella grande parete: placide distese a perdita d’occhio di ulivi e campi che comunicano una grande pace interiore.

Il sito accoglie migliaia di visitatori ogni anno, attratti da una passeggiata all’interno di un’opera d’arte a cielo aperto, carica di spiritualità e dal sapore mistico.

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