di Redazione | @travelglobemag
Era il XIII secolo quando, nel mondo musulmano, si diffuse l’abitudine a bere caffè in alternativa al vino, vietato dalla religione. In Italia arrivò invece nel 1600 grazie agli Ottomani che lo portarono a Venezia, da cui si diffuse lungo l’intero stivale. I primi ad adottare il caffè come rito quotidiano furono i Napoletani, che iniziarono a berlo fin dal mattino insieme a un buon croissant o in compagnia dei vicini, sul balcone di casa.
Ma forse non sai che tra i riti del caffè in Italia c’è anche na pratica mutuata dagli arabi: la caffeomanzia. Si dice che le donne nubili facessero bollire tre cucchiaini di polvere di caffè recitando una preghiera: pare che nei fondi riuscissero a riconoscere l’iniziale del nome o il volto del futuro marito.
Quello che è certo, è il significato di fratellanza legato al caffè; lo testimonia l’usanza di consumo comunitario valdostano, dove si sorseggia usando la medesima grolla, ma anche l’abitudine di incontrarsi di fronte a una tazza bollente di liquido nero e fragrante. Non è da meno l’usanza napoletana del caffè sospeso.
Sull’onda di queste suggestioni, abbiamo chiesto ai nostri lettori di inviarci un’immagine che raccontasse il loro rito del caffè in questi giorni di isolamento. Eccone qualcuna.







