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Mostre a Firenze: fino al 31 luglio uno straordinario Donatello

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Mostre a Firenze: fino al 31 luglio uno straordinario Donatello

di Daniela Di Monaco

Fino al 31 luglio a Firenze, imperdibile, la mostra Donatello, il Rinascimento.

Mostra storica e irripetibile, ricostruisce il percorso di uno dei maestri più importanti ed influenti dell’arte italiana di tutti i tempi. Il curatore Francesco Caglioti – ordinario di Storia dell’Arte Medioevale presso la Normale di Pisa – giustamente sottolinea che se c’è un artista che può valere come patriarca e simbolo di una intera epoca dell’arte occidentale, questo è Donatello in rapporto al Rinascimento. È stato non solo il più grande scultore del suo secolo, e forse anche dell’era post-classica, e non solo il pioniere, insieme con Brunelleschi, dell’Età moderna dell’arte italiana, ma anche l’artefice di una rivoluzione che ha scosso dalle fondamenta il modo di creare arte, farla accettare ed amare dai committenti e offrirla al pubblico.

Raffaello a Firenze: la mostra

Una retrospettiva imponente che raccoglie circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni, grazie ai molti prestiti ottenuti, e che si articola nelle due sedi di Palazzo Strozzi e del Museo del Bargello e riunisce i suoi grandi capolavori posti a confronto con le opere di Brunelleschi, Masaccio, Mantegna, Giovanni Bellini, Michelangelo e Raffaello.

La mostra vuole essere celebrazione del grande maestro e riflessione sull’artista rivoluzionario versato in tutte le tecniche del mestiere che sapeva dominare, mentre ricercava e proponeva nuove idee e soluzioni figurative che hanno segnato la storia dell’arte. Donatello ha rigenerato l’idea stessa di scultura in una visione ampia e potente nella quale convivevano le scoperte sulla prospettiva e un concetto moderno di umanità nel quale trionfa la dimensione psicologica della sua arte: l’uomo di Donatello esprime emozioni, gioia, dolore, strazio.

È ancora Caglioti che ci racconta come Donatello abbia sempre sentito nel corso della sua vita intera i limiti della scultura rispetto alla pittura che in quell’epoca progrediva velocemente nella sua capacità di rappresentazione. Non perse mai occasione di inventare espedienti che potessero dare moto ai corpi quasi a renderli partecipi del flusso di vita nel contesto dove si trovavano. In questa sua missione ricca di esperimenti e risultati, l’eredità di Donatello ha scavalcato il Quattrocento per palesarsi con effetti più profondi e veri nel Cinquecento, effetti colti da altri grandi artisti di quel secolo come Leonardo, Michelangelo e Raffaello.

Donatello (dit), Donato di Niccolo di Betto Bardi (vers 1386-1466). Paris, musÈe du Louvre. RF3967.

Il percorso espositivo

Il percorso della mostra non è solo cronologico ma anche tematico nel rapporto di Donatello con la sua epoca e con altri artisti. I suoi primi maestri furono Brunelleschi e Ghiberti dal quale apprese una formazione da scuola di altissima oreficeria con il gusto della lavorazione minuta e preziosa. Il dialogo con Brunelleschi si svolge già tra i due celebri crocifissi lignei provenienti da Santa Croce e da Santa Maria Novella, esposti all’entrata della mostra, quasi a dare un benvenuto ma anche il segno di due ingegni universali. L’opera di Donatello, assai criticata dal Brunelleschi che pare abbia rimproverato l’amico di aver messo in croce un “contadino” privo di solennità e bellezza, è importante perché segna l’inizio della lavorazione del legno da parte di Donatello che comincia a misurarsi con la prospettiva e con l’inserimento della scultura nello spazio.

Già in questa sua prima esperienza su legno Donatello scolpisce il suo Cristo sottolineandone la sofferenza e la verità umana, non c’è concessione alla estetica, e l’agonia prevale nei lineamenti contratti.

L’amicizia tra Donatello e Filippo Brunelleschi, più anziano di circa dieci anni, durerà quaranta anni e segnerà l’occasione culturale più importante della vita di Donatello. Il Rinascimento trarrà la sua forza propulsiva proprio dalla coppia Filippo-Donatello e dalle sue coraggiose esperienze agli inizi del Quattrocento.

Tra le grandi innovazioni messe a punto dal “tandem” Filippo-Donatello nei primi due decenni del Quattrocento c’è il rilancio della terracotta come materiale autonomo per la creazione di figure come le Madonne per il culto domestico.

Quanto poi alla presenza degli alati puttini, genietti, cupidini o “spiritelli”, Donatello li riporta al centro del proprio immaginario, diventano elemento di raccordo tra le figure e gli spettatori, e spesso sostituiscono gli angeli della iconografia cristiana. Nell’Amore-Attis, prima statua pagana del Rinascimento, lo spiritello è protagonista.

Madonna Pazzi. Marmor. Höhe 74.5 cm. Breite 69.5 cm

Donatello: spirito moderno e trasgressivo

Il percorso e la biografia artistica di Donatello vengono raccontate attraverso i capolavori presenti in mostra nelle due sedi, molti dei quali provenienti dai musei più famosi al mondo, alcuni, per la prima volta nella storia, sono esposti fuori dal loro contesto originario: Il Convito di Erode, la Fede e la Speranza dal Fonte Battesimale del Battistero di San Giovanni a Siena, le porte bronzee della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze. E ancora il David vittorioso, San Giorgio, Marzocco, Danza di Spiritelli del pulpito del Duomo di Prato, i rilievi in bronzo dell’altare maggiore della Basilica di Sant’Antonio a Padova, oltre a diverse Madonne col Bambino, tra le quali, bellissima per l’insolita postura, Madonna Pazzi. Affiancati e a confronto, a testimonianza di un’epoca, il visitatore si perde tra affreschi, marmi, terracotte, Madonne e altre opere appartenenti a quegli artisti seguaci di Donatello e ad altri ancora: Masaccio, Mantegna, Bellini, Andrea del Castagno, Desiderio di Settignano, Luca della Robbia.

Fama e talento di Donatello superarono i confini della Toscana e la sua influenza geografica, pari forse solo a quella di Giotto, raggiunse il Veneto, le Marche, Roma e Napoli.

Lo spirito moderno e trasgressivo di questo grande maestro lo spingeva a rimettersi in discussione per creare un nuovo stile, un nuovo modo di vedere ed esprimere, in un continuo susseguirsi di conquiste e superamenti, sfidando mode e gusti dell’epoca.

Negli anni l’arte di Donatello, al di là della maestria nell’utilizzare i più diversi materiali, raggiunge straordinari effetti espressivi e si caratterizza per l’intenso pathos dei suoi soggetti, quasi che ne studiasse la psicologia.

Dedicare una mostra monografica così vasta al genio di Donatello è stata una grande sfida e un grande successo.

Il percorso artistico tra i due musei fiorentini è colmo di bellezza quanto impegnativo, e assume una dimensione nazionale e internazionale. Grazie alle più importanti istituzioni culturali del territorio, la Fondazione Palazzo Strozzi propone l’iniziativa Donatello in Toscana, progetto che mira alla valorizzazione del patrimonio artistico regionale. Da Firenze a Siena, da Prato ad Arezzo, da Pontorme a Torrita di Siena l’itinerario conduce alla scoperta di oltre 50 opere di Donatello consentendo una immersione nel suo universo.

Altrettanto importante il progetto internazionale che decollerà nei prossimi mesi e vedrà le quattro sedi di Firenze (Palazzo Strozzi e il Museo del Bargello), Berlino (Gemaldegalerie) e Londra (Victoria and Albert Museum) impegnate nel creare tre mostre distinte e complementari che riuniranno opere mai esposte prima insieme, offrendo ai visitatori una visione unica del genio di Donatello e del suo ruolo centrale nella storia dell’arte.

Info utili

Cosa: Donatello, Il Rinascimento
Dove: Palazzo Strozzi e Museo del Bargello
Quando: Fino al 31 luglio 2022
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20, giovedì fino alle 23

Biglietti: acquista online

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