Cerca
Close this search box.
Da North End a Gloucester: come gli italiani hanno cambiato il futuro del Massachusetts

DatA

Da North End a Gloucester: come gli italiani hanno cambiato il futuro del Massachusetts

di Francesca Spanò | @francynefertiti

C’è un’America dentro l’America, dove si snoda la storia di tanti emigranti italiani che qui hanno trovato fortuna e che a questo luogo hanno donato lustro e cambiamenti importanti. Chiunque di noi ha almeno un antenato che ha cercato lavoro nella terra dei sogni a stelle e strisce e, qualche volta, si tratta di personaggi noti che con il loro talento e le loro intuizioni hanno cambiato il volto dei posti che li hanno accolti, come il Massachusetts. Oggi l’anima italiana si ritrova nel North End, ma non solo. A Gloucester si sono scritte pagine di passato fondamentali e come in una favola, ci sono eventi da raccontare e successi da riscoprire.

North End, la Little Italy non turistica

Il fascino particolare di North End si ritrova in ogni strada, anche in quelle piccole e buie dove i raggi del sole arrivano timidamente, soprattutto nelle giornate invernali. Il quartiere italiano di Boston ha una magia tutta sua che sa di tempi andati attraversati da popolazioni diverse e intrisi dalle inconfondibili peculiarità del Belpaese. Tra pizzerie napoletane, pasticcerie che mostrano cannoli croccanti e cassate appena sfornate e prodotti il cui brand ha il nome inconfondibile di casa nostra, ci si sente a casa. Eppure c’è qualcosa di più. In questo angolo di Massachusetts, dallo Stivale sono partiti in tanti e qualcuno ne ha scritto pagine indelebili cambiando per sempre conoscenze, abitudini e futuro.

Un salto indietro

North End cominciò a esistere già nel 1630, ma fu nel XIX secolo che giunsero degli importanti flussi migratori che provenivano principalmente dall’Irlanda. Ecco perché fino agli inizi del secolo successivo, era questa la popolazione che in maggioranza abitava l’area, prima che giungessero in massa gli italiani a occupare in parte anche il West End. Gli stessi questi ultimi che ne hanno segnato l’identità presente ancora oggi ovunque in questa Little Italy tra le più grandi degli Stati Uniti d’America e con una importante caratteristica: ha ben poco di turistico e la sua anima vera si sente nell’aria. Tra i due arrivi, poi, non bisogna dimenticare che fu un importante centro ebraico, come dimostrano le scritte in diversi edifici locali.

Chi erano gli italiani che arrivarono in Massachusetts?

Svolgevano diverse attività, proprio per questo North End divenne quasi una città nella città. Oltre agli uomini d’affari, la maggior parte svolgeva il mestiere di panettiere, farmacista, ristoratore, ciabattino o commerciante di liquori. Diverse le aziende che divennero simbolo di questa rinascita italiana in stile americano. Tra di loro: Prince Macaroni Company, a inizio Novecento, fu fondata da tre immigrati italiani (Micheal La Marca, Joseph Scaminara e Michael Cantella) nella Prince Street del North End  come centro di produzione di pasta. Seguirono la Boston Macaroni Company e la Maravigna Macaroni Company, in North Street. Ancora, Pietro Pastene fondò la Pastene & Company e John Cifrino, diede vita alla prima catena di supermercati in America. Quest’ultimo prima fondò l’Upham’s Corner Market, considerato il più grande per importanza in America e poi divenne Presidente dei Supreme Markets. Santi Panarello, infine, giunto da Messina, creò una catena di nove barbieri al 181 di Court Street, Bowdoin Square a Boston.

Monumenti, abitazioni e architettura

Negli anni Venti del secolo scorso gli italiani presero possesso di almeno metà delle dimore presenti e da quel momento iniziarono a nascere o espandersi (nel caso di edifici più vecchi), diverse strutture dall’architettura interessante. Fu così per Sacred Hearth Church nel 1888, St.John’s School nel 1903, St.Anthony School nel 1920. Fu poi creata la Home for Italian Children, l’istituzione filantropica italiana leader a Boston e quando North End cominciò a esaurire il proprio potenziale, si spostarono in West End creando un’unica entità etnica. Quest’ultimo quartiere però perse presto la sua identità, per via di una forte presenza straniera e di una incontrollata ristrutturazione urbana.

La curiosità

Tale tratto di Boston è noto anche per il famoso disastro della melassa, odore che respira a volte pure adesso. La tragedia si verificò nel 1919 quando un grosso serbatoio che conteneva proprio la sostanza esplose. In quell’occasione 8 milioni di litri di liquido invasero la zona e 21 persone morirono.

I pescatori siciliani in Massachusetts

Agli inizi del Novecento la grande novità fu portata in Massachusetts dai pescatori siciliani.  In generale, però l’immigrazione italiana qui affonda radici piuttosto profonde con una prima ondata che vi giunse nell’Ottocento. La seconda è stata pre e post Prima Guerra Mondiale. Da Terrasini, in Sicilia, partirono degli emigranti che si stabilirono nella parte settentrionale dello Stato fino a circa 50 km a nord di Boston. I cambiamenti che favorirono hanno interessato la zona di Gloucester con la nascita di diversi villaggi dedicati alla pesca, più che il North End. Tuttavia, è chiaro che news notevoli nel settore hanno riguardato tutto lo Stato. Quando arrivò la tremenda crisi del pescato dovuta alla pesca intensiva del pesce spada fu l’allora Senatore Ted Kennedy a pensare a soluzioni sostenibili. Decise, in particolare, di coinvolgere  proprio i pescatori di Terrasini che non avevano una cultura di questo tipo di pescato, ma provenivano da esperienze più legate al Mediterraneo. Puntarono così sul pesce azzurro e sui gamberetti, riuscendo a tamponare la situazione a livello economico e nutrizionale.

A Gloucester ha avuto inizio anche la storia vera di The Perfect Storm, La Tempesta Perfetta da cui è stato tratto il film con George Clooney. Fu fondata nel 1623 da pescatori inglesi ed è una cittadina di mare dove oggi si possono avvistare le balene. L’arrivo degli italiani a fine Ottocento oltre alle tecniche di pesca tipiche della Trinacria, ha portato pure i culti religiosi. Primo fra tutti la devozione per San Pietro, patrono dei pescatori che ogni anno viene ricordato con una processione a fine giugno, in onore della statua che lo ricorda e che fu fatta costruire negli Anni Venti da Salvatore Favazza. I siciliani qui si specializzarono anche nella pesca della passera nera, dei molluschi, delle aringhe, delle anguille, dei granchi e delle granseole fornendo alle aziende all’ingrosso la vendita del pescato a tutte le comunità italiane negli Stati Uniti. Non manca anche una comunità importante di Sciacca che, ogni anno, ad agosto, festeggia la Madonna del Soccorso da inizio Novecento.

Siciliani a North End

I siciliani, ovviamente, hanno popolato anche North End e oggi commuove vedere la loro presenza divisa in comunità a seconda della provenienza e del santo patrono. C’è proprio un vicolo con le immagini solo dei santi degli immigrati italiani, con le confraternite. e il mix tra la devozione e l’aspetto urbanistico che rivela quanto questo sia il quartiere più antico di Boston, è davvero emozionante. Le abitazioni sono in gran parte popolari perché qui arrivavano coloro che non potevano permettersi di vivere a New York, ma con diversi decori che incantano i turisti, ben felici di camminare guardando verso l’alto.

Come arrivare a Boston

Con TAP Air Portugal si possono prenotare voli da Roma, Milano, Bologna e Venezia verso Boston via Lisbona. In poco più di sei ore si giunge a destinazione. Tariffe one way a partire da € 220 e tariffe a/r a partire da € 398 tasse incluse, con un bagaglio a mano di massimo 8 kg, check-in online e mobile check-in da 24 ore fino a 90 minuti prima della partenza del volo, con carta d’imbarco da stampare o mostrare da dispositivo mobile. In più, la compagnia ha lanciato una serie di novità: come il servizio Time to Think, con il quale i passeggeri TAP possono avviare il processo di prenotazione del biglietto, secondo la tariffa desiderata, per poi avere a disposizione fino a 48 ore di tempo per decidere se finalizzare l’acquisto. Ancora, c’è l’edicola digitale che permette di scaricare gratuitamente riviste e giornali anche in italiano direttamente sul proprio tablet o smartphone, per poi leggerle offline una volta a bordo. Il servizio è disponibile tramite l’app TAP per dispositivi mobili.

Photo Credit: Francesca Spanò

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

POTREBBE INTERESSARTI

Articoli
Correlati