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Calder e Fieschli/Weiss alla Fondzione Beyeler di Basilea.

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Calder e Fieschli/Weiss alla Fondzione Beyeler di Basilea.

di Daniela Bozzani

Calder: una questione di equilibrio

Sarà la precarietà della vita a rendere così ipnotiche le sculture dal fragile e precario equilibrio di Alexander Calder? O l’invenzione dei Mobiles ha semplicemente sospeso, oltrechè appeso, opere leggere e magiche, dove l’interagire di forza di gravità e assenza di peso acquisiscono una forza incredibilmente viva, rendendo partecipi grandi e bambini in un giocoso stupore teatrale? Sia come sia la nuova mostra inaugurata alla Beyeler ripercorre con la magia di sempre il percorso creativo del famoso artista degli inizi del Novecento, affiancandolo, con un approccio nuovo e originale, agli artisti svizzeri Peter Fischli e David Weiss noti sotto il nome di Fischi/Weiss. Le opere, che appaiano di primo acchito molto lontane le une dalle altre, si rivelano ben presto come le due facce di una stessa medaglia, punti di vista differenti in epoche diverse, ma rivolti al medesimo concetto: il fragile equilibrio, precario e allo stesso tempo felice, ma sempre temporaneo.

Leggerezza e ilarità

Le opere dialogano tra loro ripercorrendo alcuni momenti storici salienti dell’opera di Calder, a cui fanno da contrappunto i lavori di Fischi/Weiss, in un insolito abbinamento. Forse qualche volta azzardato per i cultori del grande Calder, ma alla fine le consonanze di un rapporto dialettico tra gli artisti nello scandagliare i limiti del gioco e dell’arte, l’oscillare sulla linea sottile tra divertimento e poesia fanno apprezzare la particolare scelta espositiva. Il percorso comincia appunto con Ratto e Orso, un topo e un panda giganti che, appoggiati alla parete, sembrano sognare sotto il fluttuare di Snow Flurry, l’enorme mobile di dischi in metallo bianco ancorato al soffitto. L’aspetto ludico di entrambe le opere si spezza certamente tra l’eleganza formale e la leggerezza di Calder e l’ilare sorpresa provocata dai due pupazzi dormienti. Il fluido gioco dei movimenti, l’elusione della gravità e il raggiungimento dello stato di equilibrio ideale provocano una fascinazione continua nel percorrere le magnifiche sale del museo costruito da Renzo Piano (motivo di per sé valido per programmare una visita). Fanno da contrappunto le opere di Fischli/Weiss, nella fissità delle fotografie in bianco e nero, le Equilibres, scattate un attimo prima che il bizzarro equilibrio di complesse costellazioni di oggetti di uso quotidiano si frantumi. Dal ciclo di foto scaturì l’idea del film Der Lauf der Dinge (Il corso delle cose), in cui un lunghissimo processo di reazioni a catena, nel collassare di una costruzione dentro l’altra, suscita una sensazione di curiosa sorpresa, che si tramuta lentamente in giocosa ilarità.

Biografie

Calder (1898-1976) Nato in una famiglia di artisti manifestò fin da piccolo un interesse per i fenomeni meccanici e le costruzioni. La brillante naturale manualità e gli studi di ingegneria meccanica fondarono le basi della sua futura opera artistica. Con le figure di metallo del Cirque Calder, cominciò a lavorare sulla coordinazione dei movimenti, il bilanciamento e la padronanza dei corpi, in una concatenazione di equilibri perfetti per la riuscita della performance. Ma fu una visita nello studio di Piet Mondrian che lo spinse a riflettere sulla possibilità di rendere il movimento senza collegarlo necessariamente a figure reali. Pochi mesi dopo presentava a Parigi un primo insieme di costruzioni astratte, dal titolo Volumes-vecteurs-densitès. Dall’interesse per lo spazio e la messa in scena delle sue opere nacque il primo mobile sospeso nell’aria. E’ nel libero ondeggiare, nel bilanciarsi delle singole parti che si dispiega un momento performativo, che congiunge indissolubilmente il movimento allo spazio, di cui anche lo spettatore è parte integrante.

Fischli (1952) e Weiss (1946-2012) si sono formatinella cerchia punk e alternativa della scena zurighese. Nel loro comune lavoro, a partire dal 1979, hanno conferito una iconicità del tutto diversa al tema dell’equilibrio instabile. Dal progetto di dare forma e immagine alla riflessione sul senso del lavoro e il valore della noia nacquero gli Equilibres, improbabili assemblaggi di oggetti la cui funzione viene reinterpretata come contrappeso nel gioco d’equilibrio. Un motto grottesco “quanto bello è l’equilibrio appena prima che si rompa” esprime benissimo il carattere delle costruzioni e degli artisti. Attraverso film e sculture, fotografia e pittura hanno sviluppato irresistibili giochi di equilibrio, dove imprevisti e ostacoli fanno parte della precarietà moderna.

 

Dove: Fondazione Beyeler, Baselstrasse 101, Riehen/Basel,

Quando: dal 29.5 al 4.9.2016.

Orari: Apertura tutti i giorni dalle 10 alle 18, il mercoledì fino alle 20.

Ingresso:  adulti 25 CHF

 

© TravelGlobe  RIPRODUZIONE RISERVATA

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