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In cerca di energia vitale in Giappone

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In cerca di energia vitale in Giappone

di Redazione | Instagram 

La voglia di rigenerarsi è tanta e ognuno ha i suoi metodi prediletti: c’è chi va alle terme, chi pratica sport, chi cerca il ritmo naturale delle onde del mare, chi si immerge nel totale silenzio e chi pratica Forest Bathing.

Ma forse non sai che nel mondo esistono dei Power Spot, che si adattano particolarmente al recupero dell’energia vitale.

Cos’è un Power Spot

Si tratta di un concetto spirituale emerso solo all’inizio degli anni Novanta che indica luoghi o oggetti che si ritiene possiedano poteri nel favorire la buona sorte e migliorare lo stato di salute. I giapponesi li chiamano pawaa supotto e ne hanno individuati molti nel proprio territorio: luoghi spesso immersi nella natura dove ritrovare equilibrio e forza mentale. 

Power Spot in Giappone

Il primo power spot di questo nostro breve viaggio lo troviamo sorprendentemente a Tokyo, nel giardino del santuario Meiji-jingu: immerso nel verde di una foresta situata nel cuore della metropoli, è dedicato all’imperatore Meiji e all’imperatrice Shoken, i quali regnarono nel periodo che segnò l’avvio dell’epoca moderna in Giappone.

Il luogo più carico di energia si ritiene essere il pozzo di Kiyomasa, situato nel giardino interno: si dice che sia stato scavato da Kato Kiyomasa, celebre costruttore di castelli, 400 anni fa circa. 

L’isola di Chikubu, situata al largo della costa settentrionale del lago, è conosciuta anche con il nome di “Isola degli dei” e si dice sia pervasa da una forte energia positiva in grado di realizzare i desideri. Inabitata, ospita, oltre a una ricca vegetazione, un tempio buddista risalente al 724 (lo Hogonji) e il santuario Tsukubusuma-jinja, Tesoro Nazionale edificato nel 420. 

In Giappone esistono montagne ritenute sacre poiché vi albergherebbero divinità. La religione shintoista le chiama shintaizan o kami-yama. Un esempio è il Monte Miwa, nella prefettura di Nara, che ospita il santuario più antico del Giappone: l’Omiwa-jinja, dedicato al dio Omono-nushi-no-okami. La peculiarità di questo santuario consiste nel fatto che la sua struttura non prevede uno honden, l’edificio in cui la divinità risiede, in quanto essa è la montagna stessa.

Sempre nella zona di Nara si trova l’Isonokami Jinja, dedicato al dio Futsu-no-mitama-no-ookami, forma divinizzata della spada posseduta dal dio Takemikazuchi-no-kami e nume tutelare dello stato e della pace tra le persone, nonché patrono della realizzazione delle cose.

L’area del santuario, citato anche in alcune poesie, è popolata da polli, i quali sono considerati sacri messaggeri del cielo, e girano indisturbati nei dintorni.

Nella Prefettura di Shizuoka, invece, troviamo Miho no Matsubara: un tratto di costa lungo sette chilometri punteggiato da oltre 50.000 pini. Proprio qui, secondo una leggenda, una creatura celeste lasciò sul tronco di un pino il suo hagoromo, un kimono di piume incantato, per tuffarsi in mare e fare un bagno. Un pescatore lo trovò e si rifiutò di restituirlo alla creatura a meno che quest’ultima non si fosse esibita in una danza celestiale. Non potendo fare ritorno nel suo mondo senza il suo hagoromo la creatura accettò e, una volta danzato, scomparve, lasciando il pescatore immerso nella meraviglia.

Hagoromo no Matsu è l’albero su cui il pescatore trovò la veste, uno spot carico di magia senza tempo.

Ad Aichi, infine, c’è il santuario Atsuta Jingu è uno dei santuari più importanti del Giappone ed è immerso in un boschetto di cedri. La fertilità dei terreni della vicina pianura di Owari ha fatto sì che venisse considerato protettore delle attività agricole, tema principale dei matsuri e delle cerimonie che hanno luogo nell’area.

Il santuario sarebbe stato fondato 1900 anni fa per custodire la spada sacra Kusanagi no Tsurugi, una delle Tre Insegne Imperiali del Giappone, con cui, secondo la mitologia giapponese, il dio Susanoo no Mikoto avrebbe ucciso un serpente a otto teste. La spada, tuttavia, non è esposta al pubblico; per via della sacralità dell’oggetto, infatti, solo l’imperatore e un ristretto gruppo di sacerdoti vi ha accesso.

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