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InVisibilia. Sogno o sorvolo ? ©fFausto Meli
InVisibilia. Sogno o sorvolo ? ©fFausto Meli

INVISIBILIA

Foto di Fausto Meli. Testi di Gigliola Foschi e Fausto Meli

InVisibilia

L’Umanità, tormentata da crisi globali e sconvolgimenti climatici, non riesce a far fronte alle emergenze e sembra provare un disagio profondo verso l’ambiente. La riflessione sul futuro del pianeta inizia invece proprio da una messa in atto di comportamenti consapevoli.
In questo progetto cerco di raccontare con sguardo lucido il delicato equilibrio tra ambiente ed essere umano attraverso un dialogo immaginario tra luoghi esplorati e origami. In questo senso le tavole fotografiche del libro diventano storie narrate attraverso origami, simboli della ricerca di nuove connessioni tra Natura, Uomo, Memoria, Arte e Cosmo, in un immaginifico metaforico viaggio di ricognizione in un Tempo e uno Spazio universali. Le cinque parti del libro presentano un’assonanza con i cinque tempi o movimenti di un quartetto musicale. Quartetto che richiama le quattro stagioni quale sfondo delle immagini realizzate e i quattro elementi naturali (aria, terra, acqua e fuoco) dai quali le fotografie attingono anche in maniera simbolica. Nella sequenza delle immagini il tempo non è scandito in modo lineare ma in qualche misura sembra ripiegarsi su se stesso, come suggerito anche dagli origami nelle piegature della carta giapponese washi bianco naturale. Le stagioni e gli elementi naturali si avvicendano senza una sequenza prestabilita, ma con incursioni tra passato, presente e futuro. Pertanto le parti del volume con relative tavole fotografiche si susseguono seguendo un andamento quasi circolare o di rimando, anche attraverso l’uso di origami simili proiettati in luoghi e tempi diversi o al ricorso a immagini·sfondo differenti ma con “anima del luogo” affine. Questa dinamica contribuisce alla realizzazione di variazioni sul tema che rafforzano il legame tra percezioni contrapposte, cercando di ricomporre i f ammenti di microcosmi esplorati nel tentativo di creare una nuova visione d’insieme.
Fausto Meli

nVisibilia. Una danza a tre all’imbrunire. ©Fausto Meli
InVisibilia. Una danza a tre all’imbrunire. ©Fausto Meli
InVisibilia. Il fuoco invisibile. ©Fausto Meli
InVisibilia. Il fuoco invisibile. ©Fausto Meli

Fausto Meli  Non ci sono immagini senza immaginazione

di Gigliola Foschi

L’accostamento di elementi appartenenti a realtà diverse è stato uno dei cardini del movimento surrealista.  Ebbene, anche in ogni fotografia di Fausto Meli è presente un elemento anomalo, inaspettato, che si pone in relazione con quel che mostrano le sue fotografie (un edificio avveniristico, un castello affacciato sul mare, un’antica biblioteca, un’isola vulcanica…) creando incontri spiazzanti, capaci di generare una nuova bellezza, nuove aperture di senso, nuove riflessioni. I suoi “oggetti anomali”, che variano in ogni immagine, funzionano come piccole scintille, come cenni, che illuminano di una nuova luce, di un significato più profondo e aperto ciò che mostrano le sue opere. 

InVisibilia. Dobbiamo preservare il nostro spazio d’acqua. ©Fausto Meli
InVisibilia. Dobbiamo preservare il nostro spazio d’acqua. ©Fausto Meli

Un progetto – questo attuale di Fausto Meli – in cui ogni immagine nasce dall’incontro e dalla ricerca di un luogo preciso, suggerito da riflessioni legate a letture, da conoscenze scientifiche e soprattutto dalla consapevolezza di quanto la Terra sia un pianeta in crisi, dove si è incrinato l’equilibrio tra ambiente e presenza umana.  Luoghi e inquadrature che egli scelte, inoltre, per dialogare con i suoi strani e un po’ mimetici “oggetti”, cioè origami da lui stesso creati. Simboli – come scrive – «della ricerca di nuove connessioni tra Natura, Uomo, Memoria, Arte e Cosmo», gli origami che egli inserisce nei suoi paesaggi naturali o urbani sono rigorosamente bianchi.  Il loro però non è il bianco scintillante e innaturale delle carte occidentali, bensì quello naturale e morbido delle carte giapponesi tradizionali washi.   Ecco, per riflettere sulla natura, sui cambiamenti climatici, Meli, con grande rigore, usa una carta (su cui stampa anche le immagini) che somiglia alle foglie degli alberi ed è a sua volta natura. Non solo: tale carta non s’impone alla vista con il suo biancore smagliante, perché sa mimetizzarsi e sembra assorbire la luce dei luoghi in cui egli li inserisce.

InVisibilia. Arsa di fuoco e di sabbia la foresta. ©Fausto Meli
InVisibilia. Arsa di fuoco e di sabbia la foresta. ©Fausto Meli

Come in un’immaginaria composizione musicale, la ricerca di Meli si articola in cinque movimenti, che costituiscono i cinque capitoli del libro, da cui «nasce un complesso tessuto di pensiero, che tocca vari e cruciali temi del nostro tempo, una visione che costeggia la patafisica intesa proprio come scienza delle soluzioni immaginarie», scrive Susanna Gualazzini nell’introduzione del libro. Nel capitolo “Sulla natura” che apre il libro, troviamo ad esempio alcuni origami in forma di piramidi, immersi nell’acqua di paesaggi nordici come se fossero strani iceberg un po’ ingrigiti dalle polveri inquinanti e in via di scioglimento.

InVisibilia. Che ne sarà della coltre di cenere sul ghiaccio antico ? ©Fausto Meli
InVisibilia. Che ne sarà della coltre di cenere sul ghiaccio antico ? ©Fausto Meli

La carta stessa, con la sua intrinseca fragilità, ben si presta a ricordare quanto la presenza stessa degli iceberg, dei ghiacciai montani o della calotta glaciale, non sia qualcosa di dato e immutabile, ma di deperibile perché legato alle condizioni dell’ambiente e all’incuria dell’uomo. Varie forme di origami a volte ritornano (troviamo origami a forma di farfalla, barca, aeroplano, angelo, missile, telescopio, stella, fiore, albero…) ma ognuna contiene e suggerisce una microstoria carica di rimandi, capace di evidenziare problematiche attuali, fondamentali, ma sempre con un tocco poetico.

InVisibilia. A scena aperta. ©Fausto Meli
InVisibilia. A scena aperta. ©Fausto Meli

Microstorie, quelle di ogni sua opera, “attivate” anche dai titoli che l’autore attribuisce di volta in volta alle singole immagini. Titoli che non sono didascalie, ma fanno parte dell’opera stessa e funzionano come una sorta di controcanto, di bagliore che le apre a nuovi significati.  Nel capitolo “Aspetto antropico” un’immagine presenta il titolo: Le stelle cadenti ritornano. Vi si vedono le mura di un’antica fortezza su cui si è posata una stella/origami. Tale immagine ci ricorda l’importanza della storia, capace di ritornare, di ripresentarsi in modi nuovi, ma al contempo di indicarci percorsi più consapevoli.

Al contempo la stella cadente non ci invita forse a esprimere un desiderio? Se il bastione corroso che si protende verso di noi ricorda i tempi delle guerre, per contro il “ritorno” di questa stella cadente sembra voler imporsi con tutta la forza della speranza nella pace. Un’idea di pace che ritorna anche nel capitolo “Memoralia” dove, con Tank 137 – come invitava a fare il movimento pacifista degli anni ’70 contro la guerra del Vietnam – mette un fiore nella “bocca” di un carro armato situato davanti a un edificio che, nella sua tristezza e solidità, ci rimanda al mondo dei Paesi oltre la cortina di ferro.

InVisibilia. Planare silente. ©Fausto Meli
InVisibilia. Planare silente. ©Fausto Meli
InVisibilia. A cielo aperto. ©Fausto Meli
InVisibilia. A cielo aperto. ©Fausto Meli

Il lavoro di Meli, sia ben chiaro, non si limita solo ad aspetti ecologici o pacifisti, ma attraversa molteplici tematiche contemporanee, sempre con un tocco che induce alla speranza, a un qualcosa verso cui protendersi. Nel capitolo “Scenario mirabile”, dove il tema principale sono musei naturalistici, biblioteche e musei d’arte, troviamo due immagini quasi speculari: in una, un libro sembra cadere da un’antica biblioteca zeppa di libri antichi, simbolo di un sapere stratificato nei secoli; mentre nell’altra un libro, sempre bianco e privo di scritture, volteggia davanti a un’altra storica biblioteca priva di libri. 

Tali libri intonsi, dunque, vogliono forse indicarci che la conoscenza deve sapere far tesoro dei pensieri del passato, ma soprattutto guardare avanti sorretta dalla ricerca e dalle sperimentazioni scientifiche? Come ogni opera artistica anche quelle di Meli aprono vie senza indicarci un percorso preciso, funzionano come porte aperte verso pensieri e riflessioni che ognuno può sviluppare a partire dal suo sentire e dal suo immaginario.  Protese verso il cielo sono invece le opere dell’ultimo capitolo “Divagazioni cosmiche”, in cui il linguaggio di Meli si dispiega su scenari avveniristici, distopici, e sfocia in temi che toccano le teorie cosmologiche

InVisibilia. Fa caldo, quassù un’arida terra. ©Fausto Meli
InVisibilia. Fa caldo, quassù un’arida terra. ©Fausto Meli
InVisibilia. Indefinite lontananze. ©Fausto Meli
InVisibilia. Indefinite lontananze. ©Fausto Meli

L’ultima immagine del libro, Siamo fatti della stessa materia delle stelle, è una sorta di finale in bellezza dove lo spruzzo di un geyser fa volare le stelle verso l’alto del cielo.  Nella sua bellezza immaginifica tale opera, come le altre di quest’autore, ci ricorda che «Non c’è immagine senza immaginazione, non c’è forma senza formazione (…).  Ogni immagine, in effetti, fondamentalmente “esonda”: vaga verso l’avvenire, va e viene di qui e di là, si espande senza vincoli scontati» come scrive il filosofo Georges Didi-Huberman.

InVisibilia. Siamo fatti della stessa materia delle stelle. ©Fausto Meli
InVisibilia. Siamo fatti della stessa materia delle stelle. ©Fausto Meli

 

 

Fausto Meli
InVisibilia
Gente di Fotografia Edizioni

Autore: Fausto Meli
Testi: Gigliola Foschi, Susanna Gualazzini, Fausto Meli
Pagine: 148 + inserto 8 pagg. in formato ridotto
Lingua: Italiano/Inglese
Data di uscita: Marzo 2023
Formato: 213×300 mm
Confezione: Brossura cartonata
ISBN: 978-88-90-6116-5-0

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