
CITY ON THE WATER
Foto di Giancarlo Leone. Testi di Stefano Casciani e Giancarlo Leone
Presentazione di Stefano Casciani
Sull’acqua ovvero Il teorema di Leone, rabdomante dei riflessi
Tecnicamente, l’autore di queste immagini non è un artista. Giancarlo Leone è architetto e urbanista – “nel senso di studioso della città” come egli stesso sostiene, ma in realtà il suo modo di progettare sottende l’idea che disegnare una nuova realtà costruita – un edificio, un quartiere, un parco, forse anche un interno domestico – significa comunque confrontarsi con l’idea di città. O perlomeno quell’idea di città come luogo di incontro e interazione sociale, di possibile sperimentazione di modi abitativi, di utopie realizzabili o almeno di tentativi di realizzare utopie, come da progettisti abbiamo pensato alla città per molto, forse troppo tempo.
La particolarità di queste immagini, il loro indiscutibile fascino nel raccontare un universo liquido, di cui Leone sembra aver scoperto la segreta porta di accesso, sta forse proprio nella loro origine da una variazione su questo pensiero progettuale. Ovvero si direbbe che Leone – invece di pensare alla città unicamente nella sua dimensione progettabile concreta, quella fatta di malta e mattoni, cemento e vetro, leggi cervellotiche e pratiche kafkiane, che trattiene normalmente l’architetto al tavolo da lavoro, sul cantiere o nell’ufficio dell’amico avvocato – abbia un bel giorno deciso di lasciare questi luoghi deputati per uscire a guardare la città e i suoi spazi: prendendo atto semplicemente della loro esistenza.

Per vedere oltre lo sguardo del progettista ben allenato – e forse anche troppo abituato – a riconoscere nel già costruito le lacune adatte a possibili interventi, errori e possibili loro correzioni o semplicemente immaginare altri possibili universi costruiti dall’illusione ottica, si è dotato dello strumento più immediato, il mezzo fotografico e le sue capacità di lettura di luce e forme, lasciato sostanzialmente quasi libero di riprodurre l’interno e l’intorno delle acque Milanesi, in primis quelle dei Navigli.

È naturalmente lo stesso Leone a decidere cosa e quando inquadrare e scattare, ma è pronto al rischio che sotto i suoi occhi, una volta individuata una certa composizione di
notevole interesse estetico o emozionale (i due aspetti dovrebbero coincidere) improvvisamente la stessa immagine con l’identica casualità con cui si è generata si trasformi completamente: e che quelli che prima sembravano i riflessi di un pensiero novecentista, razionalista o eclettico, assumano i contorni rasserenanti dell’Impressionismo, o quelli meno rasserenanti dell’Espressionismo Astratto e quelli
ancora meno rassicuranti dell’Ars Electronica, magari solo per il passaggio di un anatra e dei suoi anatroccoli, o solo un réfolo di vento o il passare di una nube più luminosa o tetra delle altre…

Del resto è noto che la Natura contiene già ogni possibile forma di immagine e arte antichissima o contemporaneissima e che i nostri tentativi di riprodurne la gigantesca grandezza sono solo speranza di lasciare tracce di un genere insignificante in confronto all’eternità della Natura stessa: vexatissima quaestio che pochi hanno avuto il coraggio di anacronisticamente affrontare – Paolo Portoghesi, uno per tutti (gli architetti) – e che forse la già iniziata catastrofe climatica indurrà a ripensare, specialmente rispetto all’elemento liquido per eccellenza che Leone ha scelto come tavolozza per le sue immagini.

E qui si arriva alla dimostrazione del teorema di Leone, del tutto empirica è chiaro: ovvero se tutto quello qui scritto è anche solo minimamente in parte vero, se senza trucco e inganno questo creatore di immagini è riuscito ad avventarsi nel terreno dell’immagine pura – afunzionale o dotata solo di funzione estetica – per produrre una sua Enciclopedia dell’Acqua, se perfino una città illusoria e autoillusoria come Milano acquista qui una dimensione felicemente onirica, allora Giancarlo Leone va iscritto honoris causa all’Ordine degli Artisti, anche per meriti speciali come rabdomante di riflessi.
Stefano Casciani
17 giugno 2022, Milano, 32 gradi Celsius



Da qualche anno, parallelamente al mio lavoro di Architetto, porto avanti una ricerca su come si riflette l’Architettura nei contesti urbani. Una ricerca che parte dallo studio delle Città, indagando, alla giusta velocittà, i “vuoti urbani” ed il “silenzio” che li arreda: fattori che stanno scomparendo lasciando il posto a un disordine urbano che mal si coniuga con la qualità della Vita. Le strade sono infatti diventate corridoi asettici dell’ottusità visiva in cui la velocità supera il limite del rispetto; e i pochi vuoti urbani rimasti vengono colmati, ma non costruiti. E poi non c’è più quel vassoio di pensieri su cui veniva servito il “silenzio” di una Collettività……. Quindi, The City On The Water, lo ritengo un compendio urbanistico in cui il riflesso è l’Architettura della Vita.

Nel caso di Milano, la Città restituisce le sue Architetture sull’acqua della Darsena, del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese. E così, camminando a bordo acqua, catturo momenti sempre diversi, giorno dopo giorno ed ora dopo ora; sempre diversi, per il passaggio di una papera, di una canoa o di un pesce che mangia in superficie. O perché il vento entra in Città. Ad oggi ho realizzato più di 400 scatti fotografici – con iphone senza alcun intervento al computer – che mi hanno permesso di “cercare la città altrove”. Ogni immagine coglie giorno, ora, minuti e secondi, irripetibili. Qualcuna ricorda un acquarello, qualcun’altra un quadro puntinista o c’è chi ci legge un riferimento a Sironi. Tutte interpretazioni benvenute per semplici scatti fotografici privi di fotoritocco.
A giugno 2022, inaspettatamente, il Prof Severino Salvemini – Curatore della BAG Bocconi Art Gallery – mi ha invitato all’Edizione 2022. Giorno 15 settembre è stata inaugurata (in via Sarfatti 25, a Milano, nell’edificio storico della Bocconi progettato dall’Architetto Giuseppe Pagano) l’esposizione di 34 mie opere – stampate su carta cotone con altezza 30 cm e larghezze varie – dal titolo “The City On The Water, ovvero d’Architettura riflessa, cercando la Città altrove”.


Bio
Giancarlo Leone è nato a Catania nel 1964. Architetto, titolare, con Luta Bettonica, dello studio Bettonica Leone, si occupa di Architettura e Industrial Design. Laureato al Politecnico di Milano guarda all’Architettura in ogni dove, cercando di intervenire quando i processi evolutivi lo consentono. Vive e lavora tra Milano e il Capoluogo Etneo studiando le Città: “Come vivono i cittadini nelle Città? Quali restrizioni e quali vantaggi ne hanno?” Queste sono le domande alla base dei pensieri, degli scritti e delle riflessioni anche fotografiche.


Le foto sull’acqua sono nate dalla ricerca della qualità della vita all’interno delle Città. Indagando, alla giusta velocità, i vuoti urbani ed il silenzio che li arreda: “Le strade sono diventate corridoi asettici dell’ottusità visiva in cui la velocità supera il limite del rispetto; ed i pochi vuoti urbani rimasti vengono colmati, ma non costruiti…”. Quindi, “The City On The Water, d’Architettura riflessa” può essere inteso come un compendio urbanistico in cui il riflesso è l’Architettura della Vita. Ad oggi ha realizzato più di 500 scatti fotografici – con iPhone – che gli hanno permesso di “cercare la città altrove”. Ogni immagine coglie giorno, ora, minuti e secondi, irripetibili; qualcuna ricorda un acquarello, qualcun’altra un quadro puntinista o c’è chi ci legge un riferimento a Sironi. Tutte interpretazioni benvenute per semplici scatti fotografici sull’acqua, privi di fotoritocco.
Mostre: BAG Bocconi Art Gallery Settembre 2022/ aprile 2023
link: @thecityonthewater
TRAVELGLOBE Riproduzione riservata



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