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Vicenza. Il teatro olimpico palladiano. ph V.Giannella

FLUSSO LENTO

Da Vicenza ai Colli Berici e Colli Euganei, tra natura arte e storia

Foto e testo di Vittorio Giannella

La primavera è la stagione privilegiata per visitare quest’angolo di Veneto, anche navigando lungo i numerosi canali. Una terra antichissima, che conserva ancora l’incanto originario, con colline ricoperte da boschi secolari, ville di delizie, castelli intessuti di storie e leggende, borghi medievali dalle mura merlate dove perdersi senza meta, distanti da caos e folla. Un’esperienza di viaggio tra Vicenza, Colli Berici e Colli Euganei, un cuore verde, scrigno di biodiversità, nella laboriosa pianura veneta da scoprire in ogni suo angolo.

Castello del Catajo a Battaglia Terme ph V. Giannella
Castello del Catajo a Battaglia Terme (PD). ph V. Giannella
Mossano (VI)) e la via dei mulini,. ph V. Giannella
Mossano (VI)) e la via dei mulini,. ph V. Giannella

Il fil rouge di questo viaggio sono le vie d’acqua navigabili che sfiorano la riviera Berica e quella Euganea, che permettono di conoscere, lentamente, il patrimonio naturale e il paesaggio culturale dei luoghi, attraverso la navigazione turistica, un tempo vie commerciali fondamentali per collegare e muovere merci dalla pianura interna, a Venezia. Una visita a Vicenza, città discreta e tranquilla è d’obbligo. Con tutto il monumentale corredo artistico che ha ricevuto nei secoli, la ricca eredità culturale, città natale di Andrea Palladio, che qui ha lasciato l’impronta più forte del suo genio, e un linguaggio architettonico con le ville da lui costruite, hanno convinto l’UNESCO a inserirla nel Patrimonio mondiale dell’Umanità. Imperdibile Piazza dei Signori con la torre Bissara svettante, la Basilica e palazzo del Capitaniato entrambe progettate dal Palladio. Come lo straordinario teatro Olimpico, dove, seduti su antiche panche di legno si può assistere a un breve ma intenso spettacolo di luci e musiche. A pochi chilometri da Vicenza c’è un torrente, lo Scaranto, che nasce da una sorgente ai piedi dei colli Berici nel paese di Mossano e forma una valle chiamata dei mulini, perché le sue acque muovevano enormi pale girevoli. Elio, la nostra guida, ci spiega che anche una tranquilla passeggiata può diventare un viaggio, contemplando i vecchi manufatti dell’uomo per sopravvivere, come i mulini per macinare grano e castagne, che costituivano due delle fonti principali di alimentazione. Può diventare anche occasione di una piccola caccia al tesoro: guardando con attenzione in quest’oasi di silenzio, si possono vedere libellule, farfalle e tante specie di fiori, ma anche un albero di gelsi pieno di succosi frutti da mangiare. Alla fine del sentiero si arriva alla bella cantina Pegoraro, in un antico convento del 1200 con colonne e volte, dove Enrico ci fa degustare gli ottimi vini che queste terre fertili regalano: il Tai rosso, vitigno legato profondamente al territorio dei Berici, il Garganega, il Syrah. Di mattino presto dall’alto del castello di Catajo, la pianura sottostante è una vasta distesa di foschia fluttuante, simile a un lago con bagliori d’argento, e le cime dei colli Euganei, in fondo, spuntare a formare isole, frammenti di terra emersa con un minimo comun denominatore: tutti questi colli sono stati forgiati dal fuoco dei vulcani circa 30-60 milioni di anni fa, come risultato di imponenti eruzioni sottomarine, formando un minuscolo arcipelago, fino a quando, 2 milioni di anni fa, il mare, ritirandosi, formò l’attuale pianura padana.

Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani a Valsanzibio (PD) ph V. Giannella

Il Catajo, denominato e conosciuto come “la reggia dei Colli Euganei” fu costruito tra il 1570 e il 1573. Splendidi gli interni, con i muri tutti vivacemente affrescati che costringono il visitatore a tenere il naso all’insù per ammirare gli affreschi che Gian Battista Zelotti, discepolo del Veronese, realizzò per la potente famiglia degli Obizzi, raccontando come un fumetto, le loro gesta, oggi tra i cicli di affreschi più belli delle ville venete. Affascina immaginare vicissitudini e personaggi che si sono avvicendati nei secoli tra le 350 stanze del castello. Quanti intrighi, complotti, ossessioni. Oggi, persa la loro funzione militare, i castelli italiani rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore storico  e artistico. Sotto il castello del Catajo scorre placido il canale Battaglia, navigabile, dove si può fare un’esperienza di viaggio a bordo di un battello, con passaggio spettacolare attraverso una conca di navigazione, per superare un dislivello di sette metri tra un canale e l’altro. In compagnia del capitano Maurizio, assistere al riempimento della vasca con la cascata spumosa che polverizza l’acqua e rinfresca il viso, mentre il barcone si solleva, è un’esperienza da fare. Prima di raggiungere la meta, a Monselice lungo il canale Bisatto, non può mancare una visita al piccolo museo della navigazione fluviale a Battaglia Terme, dove, attraverso splendide foto d’epoca, attrezzi e decine di modellini di barconi, si può comprendere la storia dei barcari e dell’importanza che le vie d’acqua hanno rappresentato per il Veneto.

Castello del Catajo a Battaglia Terme (PD). Salone delle feste ph V. Giannella

Mezz’ora ancora di navigazione tra gli argini colorati da papaveri e iris gialli, si arriva a Monselice, che appartiene alle città murate del Veneto, avamposto Longobardo, amata da Federico II di Svevia, che accoglie i visitatori con tutta la suggestione di un borgo medievale, circondata da una campagna fertile di colture agricole, frutteti pregiati (mele e pesche). Si può partire per una visita al borgo dalla centrale piazza Mazzini, chiusa in parte dai resti delle mura carraresi e dominata dalla duecentesca Torre civica, abbellita da un orologio con un complicato congegno meccanico. A destra un porticato con negozi e osterie dove fare una sosta per gustare i tipici “cicchetti” (in Veneto significano piccoli assaggi) accompagnati da un calice di vino bianco dei Colli Euganei: baccalà alla vicentina, polenta fritta con lardo ed erbe di campo, prosciutto di Montagnana, ossocolli e luganeghe con zaleti di farina di granoturco, un angolo del borgo dove le tradizioni gastronomiche mantengono intatta la loro vitalità.

Castello del Catajo a Battaglia Terme (PD) ph V. Giannella

Dalla piazza si diparte una stradina acciottolata che in leggera salita porta in breve tempo alla pieve del XIII secolo di Santa Giustina, d’impianto tardo romanico con all’interno elementi decorativi gotici, un polittico quattrocentesco di scuola veneziana, con parte delle pareti affrescate. Da qui, superata la Porta dei leoni, si procede in salita e si entra sul percorso delle Sette Chiesette, ma il panorama sottostante è un alibi perfetto per fermarsi e riprendere fiato di tanto in tanto. Questo passeggio è l’unico esempio al mondo di santuario giubilare, in quanto nel 1605 Papa Paolo V, concesse ai fedeli, il privilegio di poter ricevere le stesse indulgenze che si potevano ottenere visitando le sette chiese di Roma. Il castello di Monselice è un complesso architettonico formato da quattro nuclei principali edificati  lungo l’arco di diverse epoche che vanno dal XI al XVI secolo (info@castellodimonselice.it), un piccolo concentrato di storia. Nel 1942 diventa museo per opera del conte Cini. Da non perdere una visita alla stanza delle Armi, con una preziosa collezione di ben 900 pezzi, tra balestre, armature, spade e lance di gran pregio.

Arrivare alla casa del Petrarca, meta privilegiata per chi visita i colli Euganei, è come ritrovarsi per incanto in un mondo  il cui tempo sembra scandito secondo ritmi ormai dimenticati. Si arriva alla “piccola e graziosa casetta” che lo scrittore si fece costruire stanco della vita mondana delle corti, e dove vi morì cinque anni dopo, percorrendo stradine lastricate di Arquà Petrarca, tra i borghi più belli d’Italia, dove si può vedere anche la sua imponente tomba in marmo rosso di Verona. Le stanze piccole con decorazioni pittoriche, il giardino ben curato, lo studio dove rimangono i suoi libri e la comoda poltrona, contribuiscono a dare quel senso di ritrosa serenità che è la bellezza di quest’angolo di raccoglimento. Da non perdere una visita all’Oratorio della SS. Trinità con un polittico di Sant’Agostino e la Loggia dei Vicari. Non dimenticate di acquistare qualche bottiglia di brodo di giuggiole di Arquà, unico posto dove potrete trovarlo.

Castello del Catajo a Battaglia Terme (PD). ph V. Giannella

A pochi chilometri da Monselice c’è un altro capolavoro da godere a piccoli passi: una visita al giardino monumentale di Villa Barbarigo a Valsanzibio di Galzignano, portato allo splendore nella seconda metà del Seicento dal nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo e dal figlio Antonio. Fu il primogenito Gregorio, cardinale e futuro santo, a ispirare la simbologia del monumentale impianto dell’architetto Luigi Bernini. Si cammina tra viali ampi ombreggiati da alberi di 350 anni d’età, che portano alla bella villa ai piedi della collina, sculture mitologiche incrostate di licheni, fontane, scherzi d’acqua, laghetti con cigni neri alquanto rissosi, il labirinto di bossi e 15 ettari di alberi secolari, ne fanno un esempio di giardino barocco premiato nel 2003 come più bel giardino d’Italia e terzo in Europa nel 2007.  I sentieri escursionistici sui Colli Euganei sono molti e permettono di godere della grande varietà floristica del luogo, ma c’è anche un giardino botanico che permette di vedere molte specie della flora spontanea euganea: orchidee, papaveri selvatici, rari e in via di estinzione, anemoni, ginestre e molte piante aromatiche. I più pigri sono avvisati.

Info

Crociere fluviali: Slow Flow-Veneto WaterwaysExperience; gentes viaggi

Dove mangiare: Ristorante Villa Contarini a Monselice. Via G.Verdi,4.  tel. 0429 72291.

Dove dormire: Hotel Plaza di Abano Terme

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Vicenza. Piazza dei Signori Basilica Palladiana. ph V. Giannella
Vicenza. Piazza dei Signori Basilica Palladiana. ph V. Giannella

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