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Graziano Perotti, No Poverty

THE HORIZON WE LOOK AT. 17 REASONS WHY

Foto autori vari. Testi Roberto Mutti, Made4Art

Fondazione 3M porta in mostra gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Una raccolta di scatti per riflettere sul futuro della sostenibilità ambientale e sociale. L’esposizione collettiva “The Horizon we look at. 17 reasons why” si è tenuta dal 10 al 17 giugno presso Made4Art a Milano, via Ciovasso 17. Attraverso diciassette scatti, Fondazione 3M vuole rappresentare gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite ad esplorare il futuro della sostenibilità ambientale e sociale. Si tratta di una mostra in linea con la vocazione primaria della Fondazione: utilizzare la fotografia come linguaggio, per divulgare argomenti cruciali, perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di pubblica utilità..

Alberto Bregani, The Horizon We Look At

Interpretare attraverso delle fotografie i diciassette obiettivi del progetto di sviluppo sostenibile dell’Onu – che spaziano dalla sconfitta della povertà e della fame alla necessità di energia pulita e sostenibile, dal diritto ad un lavoro dignitoso alla parità di genere – rappresenta una vera sfida perché, se le parole hanno il vantaggio di poter descrivere analiticamente i temi, le immagini non possono che farlo in modo sintetico. Si è così deciso di scegliere, e in alcuni casi far realizzare appositamente, scatti capaci di catturare l’attenzione e indurre l’osservatore a riflettere sui messaggi cui alludono. Anche le opere che sembrano più descrittive presentano elementi di complessità tutte da scoprire.

Raoul Iacometti, Good Health And Well-being
Fabio Zonta, Peace, Justice, and Strong Institutions

Graziano Perotti, Fabio Zonta, Raul Iacometti, Elisabetta Gatti Biggi, Benedetta Pitscheider, Giancarla Pancera, Marta Baffi, Vittorio Valentini, Roberto Polillo, Ylenia Bonacina, Riccardo Bononi, Lorenzo Terraneo, Francesca Moscheni e Lucrezia Roda. Questi i fotografi protagonisti della mostra, che sono stati scelti per l’eterogeneità della loro poetica, aderendo così allo spirito del progetto che considera la diversità dei punti di vista come motore della comunità di intenti. In alcuni scatti il significato emerge in maniera quasi immediata, in altri la natura si presenta in tutta la sua magnificenza. Alcune fotografie, invece, fanno ricorso alla simbologia. Dall’abbraccio dell’adulto al bambino per sottolineare l’aspetto emotivo di un’educazione non solo istituzionale, alla postura di una coppia di danzatori per dare il senso dell’eguaglianza di genere, all’uovo con spine acuminate per ricordarci quanto sia dura la lotta contro la fame, al raggio di luce bianca che attraversa un prisma e viene scomposto in tanti colori per alludere al ruolo che possono svolgere le buone istituzioni: sono questi alcuni dei temi trattati nelle opere dell’esposizione “The Horizon we look at. 17 reasons why”.

Fabio Zonta, Zero Hunger

 

Tutte le opere esposte appartengono all’archivio di Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di oltre 110 mila immagini. Negli ultimi anni, la Fondazione ha rafforzato il suo asset identitario, focalizzando lo sguardo su tematiche sociali, culturali, sulla divulgazione e sul sostegno alla ricerca scientifica. Ne è esempio concreto l’impegno per promuovere un’educazione di qualità, considerando le esperienze culturali un veicolo di crescita emotiva, ma anche gli studi centrati sulla salute, sulla gender equity, sulla collaborazione, sulla giustizia.

Fondazione 3M è l’ente che 3M Italia ha istituito per seguire più da vicino questi temi, parte dell’ampio spettro di attività che 3M ha impiantato da anni, a tutela dell’ambiente, delle comunità e della governance. Per l’azienda, proteggere la nostra storia e il nostro futuro si traduce in scelte consapevoli, come incorporare la sostenibilità nei circa mille prodotti che 3M lancia ogni anno sul mercato. Significa però anche definire nuovi obiettivi ambientali, dopo anni di investimenti e progetti, come quello di raggiungere l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050, ridurre i consumi idrici nei propri impianti e migliorare la qualità dell’acqua dopo averla impiegata per le attività produttive.

 

 

FONDAZIONE 3M

Un’istituzione culturale permanente, snodo di divulgazione e formazione dove scienza e ricerca, arte e cultura, discipline economiche e sociali, vengono approfondite, tutelate, promosse e valorizzate, nella consapevolezza dei valori d’impresa e della cultura dell’innovazione. La Fondazione 3M è proprietaria di un archivio fotografico che si caratterizza per un patrimonio di 110 mila immagini provenienti dalla storica azienda fotografica italiana Ferrania (acquisita negli anni ’60 da 3M) e da una serie di donazioni e di acquisizioni avvenute nel tempo e recenti. L’archivio fotografico è stato costituito sistematizzando il ricco patrimonio iconografico raccolto grazie ad un innovativo approccio alla comunicazione istituzionale, alla divulgazione tecnica e tecnologica, nel corso delle vicende aziendali di Ferrania prima e di 3M Italia poi. Fondazione 3M fa parte di: Rete Fotografia, SOS Archivi, Federculture e Woman&Technologies.

Raoul Iacometti, Climate Action

HORIZON WE LOOK AT

 “Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo” (A.Einstein)                       

La fotografia possiede la particolare dote di poter rappresentare sia la dimensione del reale che quella del possibile. Per questa ragione, talvolta ritorna alle sue origini – quando, prima di comprendere di esserne l’interpretazione, aveva vissuto l’illusione di identificarsi con la realtà –, in altri casi si appropria della sua grande capacità evocativa che la porta, se occorre, a far ricorso all’astrazione e al simbolismo.

Interpretare i diciassette obiettivi del progetto di sviluppo sostenibile voluto dai paesi dell’Onu è stata una vera sfida perché, se le parole hanno il vantaggio di poter descrivere analiticamente i temi, la fotografia non può che farlo in modo sintetico. Si è così deciso di scegliere, e in alcuni casi far realizzare appositamente, immagini capaci di catturare l’attenzione e indurre l’osservatore a riflettere sui messaggi cui alludono. Anche le opere che sembrano più descrittive presentano elementi di complessità tutte da scoprire.

Così Elisabetta Gatti Biggi sottolinea, nell’abbraccio dell’adulto al bambino, l’aspetto emotivo di un’educazione non solo istituzionale, Benedetta Pitscheider individua, nella diversità delle posture della coppia di danzatori, il senso dell’eguaglianza di genere, Giancarla Pancera allinea alla lontana cima di un monte innevato il primo piano di un’acqua zampillante per ricordarne la vitale ciclicità, Marta Baffi inserisce una strada che corre verso l’orizzonte là dove il vento si trasforma in energia.

Riccardo Bononi, Responsible Consumption and Production
Lucrezia Roda, Partnership for the Goals

Talvolta è la natura a presentarsi in tutta la sua magnificenza: nel notturno che Riccardo Bononi riprende in Madagascar, accostando alla moderata luce artificiale quella spettacolare delle stelle, nel fluttuare di una vita che Lorenzo Terraneo sa cogliere sott’acqua, nell’accostamento fra un ambiente brullo e uno lussureggiante che Francesca Moscheni crea per ricordare la complessità della terra, nella duplice presenza umana cui ricorre Raoul Iacometti facendo emergere una donna da un terreno desolato e ponendo un’altra fra le fronde di un albero, a simboleggiare il rapporto empatico con la natura.

Il ricorso alla simbologia ha consentito a Graziano Perotti di interpretare l’audacia della sfida alla povertà, a Roberto Polillo di alludere con opere di vibrante intensità al dinamismo delle infrastrutture e al possibile futuro di città sostenibili, a Ylenia Bonacini di mostrare come si possa agire per ridurre le diseguaglianze, a Vittorio Valentini di farci intravedere da lontano le dinamiche del lavoro, a Lucrezia Roda di indicare la strada per una fruttuosa collaborazione fra istituzioni. Fabio Zonta, infine, ha lavorato sul piano metaforico circondando un uovo con spine acuminate, per ricordarci quanto sia dura la lotta contro la fame, e facendo in modo che un raggio di luce bianca attraversasse un prisma e venisse scomposta in tanti colori, per alludere al ruolo che possono svolgere le buone istituzioni.

I fotografi protagonisti di questa mostra sono stati scelti per l’eterogeneità della loro poetica, aderendo così allo spirito del progetto che considera la diversità dei punti di vista come motore della comunità di intenti. Si potrà notare, infine, la parità di genere fra chi ha interpretato questi temi: non è il risultato di una particolare alchimia o di una volontà cercata ma l’esito inevitabile, come sempre dovrebbe essere, di una scelta basata sulla qualità. 

Roberto Mutti

 

 

 

 

 

 

 

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Francesca Moscheni, Life on Land

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