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©Giovanni Tagini. La chiesa di San Leontius vista dal ponte del villaggio Saint Léon sur Vézère
©Giovanni Tagini. La chiesa di San Leontius vista dal ponte del villaggio Saint Léon sur Vézère

NOUVELLE-AQUITAINE, LA GRANDE REGIONE VERDE DELLA FRANCIA

Foto Giovanni Tagini. Testo Olivia Bellemo

La Nouvelle-Aquitaine è tra le regioni più green di Francia, lo si percepisce ancor prima di metterci piede; scrutando dal finestrino dell’aereo durante l’avvicinamento a Bordeaux si notano le immense distese di foreste attraversate dai fiumi Garonna e Dordogna e in lontananza l’oceano Atlantico e il grande bacino di Arcachon.

Con i piedi a terra, bastano pochi passi per avere la percezione di quanto i francesi prestino attenzione alla natura e ai suoi frutti e appena varcate le porte scorrevoli dell’aeroporto ci si trova immersi in una curatissima vigna, decisamente un ottimo biglietto da visita.

La lunga strada che porta nella Valle della Dordogna, il cuore della regione, è un susseguirsi di foreste e vigneti (siamo in una delle zone più votate alla produzione di vini), morbide colline e deliziosi borghi arroccati sulle sponde del fiume.

©Giovanni Tagini. Il Chiostro dell’Abbazia di Cadouin, Cadouin
©Giovanni Tagini. Il Chiostro dell’Abbazia di Cadouin, Cadouin
©Giovanni Tagini. Una via nel villagio di Cadouin
©Giovanni Tagini. Una via nel villagio di Cadouin

Nel piccolo villaggio di Cadouin, un borgo medioevale famoso per la sua Abbazia cistercense fondata nel 1115 e classificata come monumento e patrimonio mondiale dell’UNESCO, si può visitare l’eccezionale chiostro rinascimentale costruito nel XV e XVI secolo e i ricchi ornamenti e le pregiate finiture giustificano da soli il viaggio.

Giunti nella zona del Périgord Noir si avverte la forte connessione tra la natura e la storia dell’uomo; lungo il paesaggio si ammirano alte falesie con grotte che furono riparo dell’uomo preistorico, villaggi e castelli che fecero da sfondo alle innumerevoli storie dei cavalieri medievali fino alla fioritura del Rinascimento.

Azienda vinicola Château La Renaudie, Lembras
Azienda vinicola Château La Renaudie, Lembras
©Giovanni Tagini. Le 1862, il ristorante dell’Hotel Les Glycines, Les Eyzies de Tayac
©Giovanni Tagini. Le 1862, il ristorante dell’Hotel Les Glycines, Les Eyzies de Tayac
©Giovanni Tagini. Trute des Eyzies Verveine-Caviar, al ristorante Le 1862 dell’Hotel Les Glycines, Les Eyzies de Tayac
©Giovanni Tagini. Trute des Eyzies Verveine-Caviar, al ristorante Le 1862 dell’Hotel Les Glycines, Les Eyzies de Tayac

Nei pressi di Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil, incastonata in una falesia calcarea sulla riva destra del fiume Vèzére, si trova la grotta Du Grand Roc, una vera “foresta minerale”, raramente visibile altrove per la densità e la varietà di cristallizzazioni, colate di calcite, stalattiti, stalagmiti, drappeggi e talvolta colonne, dalle tonalità calde e dorate. Un vero gioiello naturale. 

©Giovanni Tagini. Grotte du Grand Roc, Eyzies-de-Tayac-Sireuil
©Giovanni Tagini. Grotte du Grand Roc, Eyzies-de-Tayac-Sireuil

Nei pressi di Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil, incastonata in una falesia calcarea sulla riva destra del fiume Vèzére, si trova la grotta Du Grand Roc, una vera “foresta minerale”, raramente visibile altrove per la densità e la varietà di cristallizzazioni, colate di calcite, stalattiti, stalagmiti, drappeggi e talvolta colonne, dalle tonalità calde e dorate. Un vero gioiello naturale. 

21 ©Giovanni Tagini. Disegni rupestri paleolitici di circa 20000 anni, Centro Internazionale di Arte Rupestre, Lascaux IV, Montignac.
21 ©Giovanni Tagini. Disegni rupestri paleolitici di circa 20000 anni, Centro Internazionale di Arte Rupestre, Lascaux IV, Montignac.

A una decina di chilometri più a nord, a Montignac, c’è la grotta di Lascaux, capolavoro dell’arte rupestre paleolitica di circa 20000 anni fa, anch’essa Patrimonio dell’Umanità dal 1975, conosciuta anche come la “Cappella Sistina della Preistoria” per la quantità, la qualità estetica e la colorazione dei dipinti, 2500 figure animali e segni che si muovono come in una danza infinita. Nel 1963 il sito fu chiuso definitivamente per proteggerlo dall’erosione dell’anidride carbonica e dopo vent’anni fu aperta Lascaux II, una replica perfetta della grotta originale per i visitatori.

Di recente creazione, il Centro Internazionale di Arte Rupestre Lascaux IV, progettato da Snøetta e SRA, è un grosso contenitore in cemento armato, costruito per racchiudere le pitture rupestri di Lascaux. Si tratta di un progetto complesso che ha coinvolto anche la scenografa Casson Mann e un gruppo di archeologi, che con sapiente maestria hanno ricreato l’atmosfera sensoriale del Paleolitico. Il progetto dialoga con il paesaggio circostante, si tratta di un taglio nella collina, come a richiamare visivamente la grotta ma ha una propria identità sia nella forma, sia nella materia, invitando così il visitatore a immergersi nella preistoria.

©Giovanni Tagini. Una statua nella terrazza del National Museum of Prehistory a Les Eyzies.
©Giovanni Tagini. Una statua nella terrazza del National Museum of Prehistory a Les Eyzies.

A una decina di chilometri più a nord, a Montignac, c’è la grotta di Lascaux, capolavoro dell’arte rupestre paleolitica di circa 20000 anni fa, anch’essa Patrimonio dell’Umanità dal 1975, conosciuta anche come la “Cappella Sistina della Preistoria” per la quantità, la qualità estetica e la colorazione dei dipinti, 2500 figure animali e segni che si muovono come in una danza infinita. Nel 1963 il sito fu chiuso definitivamente per proteggerlo dall’erosione dell’anidride carbonica e dopo vent’anni fu aperta Lascaux II, una replica perfetta della grotta originale per i visitatori.

Di recente creazione, il Centro Internazionale di Arte Rupestre Lascaux IV, progettato da Snøetta e SRA, è un grosso contenitore in cemento armato, costruito per racchiudere le pitture rupestri di Lascaux. Si tratta di un progetto complesso che ha coinvolto anche la scenografa Casson Mann e un gruppo di archeologi, che con sapiente maestria hanno ricreato l’atmosfera sensoriale del Paleolitico. Il progetto dialoga con il paesaggio circostante, si tratta di un taglio nella collina, come a richiamare visivamente la grotta ma ha una propria identità sia nella forma, sia nella materia, invitando così il visitatore a immergersi nella preistoria. www.lascaux.fr

©Giovanni Tagini. La struttura esterna e interna del Centro Internazionale di Arte Rupestre, Lascaux IV. progettato da Snøetta e SRA, Montignac.
©Giovanni Tagini. La struttura esterna e interna del Centro Internazionale di Arte Rupestre, Lascaux IV. progettato da Snøetta e SRA, Montignac.
©Giovanni Tagini. Piazza De la Liberté, il cuore di Sarlat-la-Canéda
©Giovanni Tagini. Piazza De la Liberté, il cuore di Sarlat-la-Canéda

Nel cuore del Périgord Noir, tra la valle della Dordogna e la valle della Vérzère, un luogo al quale non si può assolutamente rinunciare è Sarlat-la-Canéda, un concentrato di arte e storia, il cui centro storico è un reticolo di stradine con case medievali e piazze con palazzi gotici e rinascimentali. Non a caso è stato il primo sito in Francia a essere restaurato con la legge Marlaux del 1964 per la concentrazione d’importanti opere architettoniche, che si possono ammirare da una prospettiva insolita, salendo sull’ascensore panoramico costruito nella torre della chiesa di Santa Maria. 

©Giovanni Tagini. Piazza De la Liberté, il cuore di Sarlat-la-Canéda
©Giovanni Tagini. La Roque Gageac, uno dei più bei villaggi di Francia sulla sponda del fiume Dordogna, visto dal forte trogloditico.
©Giovanni Tagini. La Roque Gageac, uno dei più bei villaggi di Francia sulla sponda del fiume Dordogna, visto dal forte trogloditico.

Bellezza e bontà si fondono, qui la terra offre prodotti di alta qualità come il tartufo nero, i funghi porcini, noci e fragole e si allevano animali che l’uomo da generazioni ha sapientemente lavorato per creare pietanze simbolo, come il fois gras, il petto d’anatra e l’enchaud – filetto di maiale confit. Nel centro storico ogni mercoledì e sabato si svolge un vivace mercato all’aperto, dove si trovano tutti i prodotti stagionali del territorio.

Se si vuole vivere un’esperienza autentica, a pochi chilometri dalla cittadina si possono visitare Les Cabanes du Breuil, un gruppo di abitazioni circolari costruite interamente con pietre a secco che ricordano molto i nostri trulli, la loro origine rimane un mistero; oggi è una sorte di museo/fattoria dove un gruppo familiare lo abita coltivando la terra e allevando animali da cortile. 

: ©Giovanni Tagini. Le Cabanes du Breuil, un gruppo di case tipiche costruite in pietra dalla particolare forma che ricorda molto i trulli. A Saint André d’Allas. Abitate da contadini e allevatori.
©Giovanni Tagini. Una vista sulla Dordogna dal Château de Beynac, Beynac-et-Cazen.
©Giovanni Tagini. Una vista sulla Dordogna dal Château de Beynac, Beynac-et-Cazen.
©Giovanni Tagini. Château de Beynac, a Beynac-et-Cazen, il famoso castello dove sono stati girati molti film, tra cui l'ultimo film di Ridley Scott, L'ultimo duello.
©Giovanni Tagini. Château de Beynac, a Beynac-et-Cazen, il famoso castello dove sono stati girati molti film, tra cui l'ultimo film di Ridley Scott, L'ultimo duello.

Sarlat è un’ottimo punto di partenza per scoprire le bellezze della regione, seguendo la Dordogna si trovano deliziosi villaggi come Saint Léon sur Vézère, Vitrac con il castello di Montfort e La Roque Gageac, un piccolo paese stretto tra il fiume e l’alta falesia. Per i francesi è tra i villaggi più belli del paese, sicuramente lo è per lo splendido panorama sull’intera vallata, apprezzabile dall’alto del suo forte trogloditico, un complesso edilizio di grandi dimensioni con un sistema difensivo molto elaborato di cui rimangono ancora tracce indelebili sulla rupe. 

A pochi minuti d’auto da La Roque Gageac, si raggiunge un sito naturale protetto, nato per il diletto di passeggiare: i giardini pensili di Marqueyssac. Fin dall’ingresso ci si rende conto della particolarità del luogo, terrazze di bossi dalle forme rotondeggianti creano un movimento dolce e romantico in armonia con il paesaggio circostante. Il parco è un dedalo di viali verdi sinuosi da cui partono tre percorsi principali che portano al Belvedere che regala una prospettiva particolare della valle. Il filo conduttore del parco è il bosso, onnipresente, potato con cesoie manuali da un gruppo di sei giardinieri che lo plasmano costantemente tutto l’anno. All’interno del parco si può visitare il castello, pranzare nel delizioso bistrot o passare del tempo nella libreria o nel fornito negozio. 

©Giovanni Tagini. Château de Puymartin, un bellissimo castello privato a Sarlat, famoso perchè si dice che risiede il fantasma della Dama Bianca.
©Giovanni Tagini. Château de Puymartin, un bellissimo castello privato a Sarlat, famoso perchè si dice che risiede il fantasma della Dama Bianca.
©Giovanni Tagini. Château de Puymartin, un bellissimo castello privato a Sarlat, famoso perchè si dice che risiede il fantasma della Dama Bianca.
©Giovanni Tagini. Château de Puymartin, un bellissimo castello privato a Sarlat, famoso perchè si dice che risiede il fantasma della Dama Bianca.

Nel Périgord si trova la più alta concentrazione di residenze nobili di tutta la Francia, più di mille tra castelli, manieri e dimore. Tra i tanti visitabili, sicuramente uno dei più scenografici e meglio conservati è Château de Beynac, nel villaggio di Beynac-et-Cazenac.  Un’impressionante fortezza in pietra che domina, dai suoi 150 metri a strapiombo sulla Dordogna, l’intera vallata da più di nove secoli. Classificato fra i monumenti storici è stato scelto da molti registi per ambientare i loro film, anche Ridley Scott lo ha utilizzato per girare il suo ultimo capolavoro, L’ultimo duello (The Last Duel) proiettato nelle sale cinematografiche proprio in questo periodo. Visitare Beynac significa immergersi nella storia francese, da Riccardo Cuor di Leone alla Guerra dei Cent’anni.

Un’altra dimora intrisa di mistero è Château de Puymartin, un castello più minuto, ma dalla forte personalità. Residenza di un’unica famiglia da più di 500 anni è famoso per la leggenda che vuole il fantasma della Dama Bianca (Thérèse de Saint-Clar) fluttuare nella piccola stanza dove fu rinchiusa dal marito, per gelosia, fino alla morte. Non fu seppellita, ma venne murata, imprigionandola per sempre nel castello. 

©Giovanni Tagini. Vista aerea di Le Canon, piccolo villaggio prima di Cap Ferret.
©Giovanni Tagini. Vista aerea di Le Canon, piccolo villaggio prima di Cap Ferret.

Per scoprire e apprezzare appieno la regione Nouvelle-Aquitaine bisogna sicuramente visitare la sua costa. La scelta obbligata ricade sul bacino d’Arcachon, un piccolo mare aperto sull’oceano, famoso per l’ostricoltura, il ricchissimo patrimonio naturale, le raffinate stazioni balneari e le stupende dimore estive affacciate sul mare.

: ©Giovanni Tagini. Vista aerea delle Banc d’Arguin, lingue di sabbia di fronte alle Dune du Pilat dove vengono coltivate le Ostriche.

Arcachon è la cittadina più vivace, vita notturna, hotel, ristoranti, deliziosi negozi e quartieri eleganti la rendono la meta ideale per fermarsi qualche giorno. Ci si può semplicemente rilassare al sole sulle sue lunghe spiagge sabbiose, o si può decidere di scoprire le dimore storiche della Ville d’Hiver (il quartiere più elegante) o passare l’intera giornata a fare shopping, ma non perdetevi una gita nella penisola di Cape Ferret, ne vale la pena. Si può raggiungere con l’automobile, ma è sconsigliato per i troppi chilometri e i tempi lunghissimi. La soluzione migliore è arrivarci via mare, dal porto di Arcachon partono dei taxi boat che, in circa 15 minuti e un prezzo accessibile, vi ci portano direttamente. Ancor meglio prenotare una minicrociera privata che vi farà apprezzare l’ecosistema del bacino, con un passaggio all’isola degli uccelli e una navigazione lenta lungo tutta la costa della penisola, dove ammirare le splendide ville e i piccoli borghi di pescatori, sorseggiando ottimo vino e assaporando una dozzina di ostriche.

: ©Giovanni Tagini. La tipica architettura delle case nel quartiere storico La Ville d’Hiver ad Arcachon
: ©Giovanni Tagini. La tipica architettura delle case nel quartiere storico La Ville d’Hiver ad Arcachon
©Giovanni Tagini. Le Dune du Pilat (le più grandi d’Europa) al tramonto.
©Giovanni Tagini. Le Dune du Pilat (le più grandi d’Europa) al tramonto.

Arrivati a Cap Ferret ci si può muovere a piedi o noleggiare una bicicletta elettrica e magari percorrere i 2 km di strada fino alla lunghissima spiaggia sull’oceano, sempre affollata dai surfisti. Se si vuole godere di una splendida vista a 360° bisogna salire sul faro da cui si potrà apprezzare, durante la bassa marea, la fitta concentrazione di filari di ostriche emerse dall’acqua.

Prima di lasciare il bacino di Arcachon è d’obbligo la salita sulla Dune du Pilat, una meraviglia naturale da vedere almeno una volta nella vita. E’ la duna di sabbia più grande d’Europa, lunga 3 km, larga 600 metri e alta 110. Milioni di metri cubi di sabbia e quaranta secoli di storia incastonati tra una fitta foresta di pini marittimi e l’oceano Atlantico. Dalla cima si gode una magnifica vista sulla baia, ancora più bella se ci salite all’ora del tramonto.

Esiste un altro modo per apprezzare la duna e il bacino da un’altra prospettiva, vederla dal finestrino di un piccolo aereo. Si può prenotare il volo, che dura circa 30 minuti, all’aeroclub La Teste de Buch

©Giovanni Tagini. Vista aerea della Dune du Pilat
©Giovanni Tagini. Vista aerea della Dune du Pilat
©Giovanni Tagini. Cap Ferret, durante la bassa marea si possono ammirare le coltivazioni d’Ostrica che emergono dall’acqua.
©Giovanni Tagini. Cap Ferret, durante la bassa marea si possono ammirare le coltivazioni d’Ostrica che emergono dall’acqua.

Non si può lasciare quest’angolo di Francia senza fermarsi almeno una giornata a Bordeaux. Nel 2007 l’UNESCO ha definito il centro storico patrimonio dell’umanita e oggi è in competizione con altre 5 città europee per diventare la Capitale Europea del Turismo Intelligente 2022. Una città che ha cambiato radicalmente il suo aspetto grazie a un sindaco visionario, Alain Juppè, che dal 1995 ha avviato un rinnovamento generale attraverso il recupero di numerosi quartieri e creando una fitta rete di tranvie. Il centro storico è il cuore pulsante della città, vivace ad ogni ora del giorno, frequentata da giovani, e grazie alla concentrazione di deliziosi ristoranti e negozi alla moda è l’ideale per passarci qualche ora.

In Place de la Bourse, si trova l’attrazione turistica simbolo di Bordeaux, Le miroir d’eau, lo spechio d’acqua più grande del mondo.

©Giovanni Tagini. Le Miroir d’eau, la piscina riflettente più grande del mondo in place de la Bourse, Bordeaux.
©Giovanni Tagini. Le Miroir d’eau, la piscina riflettente più grande del mondo in place de la Bourse, Bordeaux.

A poche fermate di tram si arriva alla Citè du Vin, una struttura culturale unica nel suo genere, dedicata al vino come patrimonio culturale universale. Geniale. Per il National Geographic è al 7° posto tra i migliori musei del mondo. Questo edificio ipermoderno dalle linee morbide e sinuose si sviluppa su 10 livelli occupando una superfice di 13.350 mq. Al suo interno si possono seguire diversi percorsi tematici, cenare al ristorante panoramico o degustare del buon vino sulla terrazza all’ultimo piano. Dal molo della Citè du Vin partono minicrociere di un paio d’ore lungo la Garonna, un’ottima soluzione per godersi la città da una prospettiva diversa, ammirando il susseguirsi di palazzi storici ed edifici moderni. Per chi ama la street art, cibi bio e oggetti naturali, nel quartiere La Bastide, sulla riva destra del fiume in un’ex caserma recuperata, trovate Darwing, un’ecosistema urbano alternativo che in pochi anni è diventato uno dei luoghi più visitati e trendy della città. 

©Giovanni Tagini. Fontaine des trois Grâces in Place de la Bourse. Bordeaux
: ©Giovanni Tagini. Fontaine des trois Grâces in Place de la Bourse. Bordeaux
©Giovanni Tagini. Un piatto di ostriche e crostacei servito al ristorante Le Saint Ferdinand
©Giovanni Tagini. Un piatto di ostriche e crostacei servito al ristorante Le Saint Ferdinand

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