Le lire identificano il passato della vecchia valuta italiana ma anche sotto molti punti di vista quanto era effettivamente differente la vita per la maggior parte dei nostri genitori, nonni, bisnonni e conoscenti, se siamo abbastanza “maturi” possiamo anche ricordarne l’utilizzo, che è ovviamente durato fino al 2002, anno di acquisizione dell’euro che ne ha preso il posto, un esempio può essere nella moneta da 5 lire in particolare di un anno specifico come il 1956, per varie motivazioni in valore è in aumento.
La lira italiana infatti oggi è divenuta una vera e propria risorsa “ricercata” dai collezionisti e questo si manifesta in particolare a causa di alcune motivazioni.
Il valore della 5 lire del 1956 sta subendo importanti incrementi e può portare allo sviluppo di un vero e proprio tesoretto. Ma quanto può valere?
Ricordi le 5 lire? Gli esemplari del 1956 hanno un valore altissimo
Il processo di “nascita” della 5 lire più conosciuta è legata al secondo dopoguerra italiano, anche se nominalmente la storia di questa valuta è molto antica: la più diffusa è sicuramente stata però la Delfino, nata nei primi anni 50 del 20° secolo per sostituire progressivamente la precedente, conosciuta come Uva.
E’ facile da riconoscere la moneta in questione, è presente infatti un delfino su uno dei lati dell’emissione realizzata in Italma, basata sull’alluminio, che si trova poco sotto un vistoso “5” che è ovviamente il valore dell’emissione, mentre l’altro lato è riconoscibile dalla forma particolare di un timone utilizzato per direzionare le imbarcazioni.
La produzione della 5 lire Delfino è stata molto lunga, anche per quasi un decennio pieno, per ragioni non meglio chiarite, il suo sviluppo è stato arrestato, dal 1957 al 1966 infatti non è stata prodotta.
Per questo le emissioni del 1956 sono state molto minori in termini di tiratura ed è oggi molto difficile trovare un esemplare di questi, complessivamente di valute da 5 lire Delfino ne esistono tantissime ma del 1956 quasi nessuna.
E con il passare del tempo gli esemplari tenuti davvero molto bene sono sempre più rari: valutazioni che vanno da 60 fino a 150 euro per pezzi in buono stato stanno aumentando, mentre pezzi in migliori condizioni possono valere anche di più fino a diverse migliaia di euro, un esemplare in condizioni Fior di Conio, ossia paragonabile alla fresca coniatura (come se fosse “uscita” da pochissimo dalla zecca) può infatti valere fino a 4000 euro all’asta e poco meno venduta al dettaglio.