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Valore mille lire carta: ecco quanto puoi ricavarci se le rivendi

In questo nostro articolo di oggi vorrei accompagnarvi nell’analisi delle vecchie banconote di lire per andare a scoprire il valore mille lire carta. La tipologia delle lire in generale era composta in questo modo: £. 500.000 (di Raffaello); £. 100.000 (tipo Caravaggio); £. 50.000 (di Bernini);  £. 5.000 (Bellini); £. 2.000 (di Marconi) e infine le bellissime £. 1.000 (tipo Montessori);

Anche loro, sono state delle vere e proprie vittime del decreto “Salva Italia” del governo Monti che anticipava al 6 dicembre del 2011, il termine ultimo entro il quale le lire potevano essere convertite nella nuova (ed ancora attuale) moneta unitaria, l’euro.

Anche se in misura minore rispetto alle lire metalliche, per via del valore nominale decisamente più alto, queste infatti rimasero nelle tasche degli italiani per più tempo. Una volte convertite le vecchie lire venivano poi distrutte ma ce ne sono alcune che, ancora ad oggi, si trovano nelle case degli italiani, che le conservano come dei veri e propri cimeli di ricordi.

Ma quali sono state le cause che hanno permesso, alla fine, a questa enorme massa di persone, di conservale senza distruggerle? Una parte di queste lire rimase per il mercato collezionistico e per il piacere nostalgico di moltissimi mentre un’altra rimase in quanto occultata in dei nascondigli di fortuna e ancora in parte neanche ritrovati.

A quanto ammonta il valore mille lire carta?

Allora diciamo che, con un quantitativo così alto, non si può di certo affermare che i tagli in lire del periodo pre-euro siano in qualche modo particolarmente rari, anzi sono in realtà molto comuni e di conseguenza sappiamo che questo valore in quasi tutti i casi è di poco superiore al loro valore nominale, sempre se si trovano in perfetto stato di conservazione, il così detto Fior di Stampa.

Se la banconota presenta delle leggere pieghe non è apprezzabile o poco commerciabile e quindi ha delle valutazioni che sono talvolta molto al di sotto rispetto al suo valore in lire convertito in euro.

Vale la pena, allora a questo punto, di dedicare una riflessione ad una specializzazione collezionistica legata ad alcuni particolari numeri di serie, cioè a delle indicazioni alfanumeriche che sono indicative dell’anno di emissione come anche del numero del biglietto stampato.

Si tratta di finezze collezionistiche che rientrano in un mercato importante e che danno un plusvalore al biglietto e sono chiamate, a seconda del genere di composizione: sostitutive, numero uno, uguali, bassi, radar, prima seria, etc…

Ad ogni modo la più facilmente distinguibile e collezionata è quella detta sostitutiva. Come dice questa parola stessa, si tratta di una banconota che è stata stampata per sostituirne una che era risultata in qualche modo difettosa durante la produzione.

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