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Se possiedi uno di questi rari e vecchi assegni se ricco [FOTO]

Un fenomeno degli anni Settanta che ha fortemente caratterizzato la vita economica, quella commerciale ed anche quella sociale del nostro Paese sono stati i miniassegni. Essi per qualche tempo sono stati utilizzati come dei veri e propri sostituti delle monete circolanti e furono un particolare tipo di denaro che circolò in Italia alla fine degli anni settanta in sostituzione di quegli spiccioli che in quel periodo scarseggiavano parecchio e che fino ad allora erano stati sostituiti dalle caramelle, dai francobolli, come anche dai gettoni telefonici.

Il boom dei flipper e dei juke-box così come l’arrivo dei primissimi distributori automatici che funzionavano a moneta furono la massiccia “richiesta” da parte dei fabbricanti di orologi giapponesi che trasformavano le monete di ottima lega in vere e proprie casse per il loro prodotto.

A questo si deve però anche aggiungere che alcuni bottonifici nostrani ebbero la bellissima idea di “animare” con le monete tutti i bottoni, ed anche che quei pezzi venivano portati via dai turisti come se fossero dei “souvenir” del posto.

Tutto questo provocò comunque l’improvvisa carenza di spiccioli, anche se nessuno aveva mai dato una motivazione precisa in tal senso  e si parlò anche di una grossa speculazione tanto che negli anni ’75-’77 portò l’Italia a studiare una decisiva soluzione fai-da-te al fine di riuscire a sopperire a questo problema.

Vecchi e rari assegni: scopriamo qualcosa in più

I primi miniassegni circolari di dimensioni ridotte (110×60 mm. – 210×58 mm.), fecero la loro comparsa nel mese di dicembre del 1975 e avevano il valore nominale di 50, 100, 150, 200, 250, 300 fino ad arrivare alla cifra di 350 lire. Furono chiamati così perché si trattava di assegni circolari anche se più piccoli rispetto a quelli normali. I mini-assegni ebbero un lontanissimo parente nella Germania post prima guerra mondiale: i Notgeld.

In questo periodo i metalli erano stati utilizzati esclusivamente per la fabbricazione delle armi e non ne era rimasto affatto per le zecche. Ogni città, seppur anche piccola, iniziò poi a stampare biglietti di banca con dei valori davvero minimi; in pratica si classificava come ‘denaro di emergenza’, proprio per quel che accadeva con i mini-assegni.

Ecco che allora in Italia in mancanza di monete nel 1975 le banche emisero dei veri assegni circolari di piccolo taglio che erano intestati ad enti e società che erano già muniti della loro girata; in pratica venivano scambiati come se fossero stati vera moneta corrente.

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