NOOR RIYADH: SOGNIAMO NUOVI ORIZZONTI
Testo di Silvana Benedetti. Foto Federico Klausner e AA.VV.
Nata come stazione di un’antica via carovaniera attraverso il deserto, Riyadh ( in arabo “giardino), con una popolazione giovane di oltre 7 milioni di abitanti, si sta velocemente trasformando in una città globale, vibrante e cosmopolita. La capitale dell’Arabia Saudita ci appare come un agglomerato di alti, scintillanti e avveniristici grattacieli, che svettano sul deserto polveroso e che di notte proiettano sulla pelle della città un caleidoscopio abbagliante di luci colorate.
Sebbene ancora considerata la culla della cultura islamica e custode della tradizione, Riyadh è una città che getta lo sguardo lontano, abbracciando orizzonti sempre più ampi, carichi di ottimismo e speranza per il futuro.
Non a caso, “We Dream of New Horizons” (Sogniamo nuovi orizzonti), è stato il tema portante della seconda edizione del Noor Riyadh Festival, svoltasi dal 3 al 19 novembre scorso. Un tema che ha voluto porre l’accento sull’importanza di rinnovarsi e trasformarsi, seguendo i propri sogni, arricchendoli di creatività. Un festival ambizioso e di respiro internazionale, che ha reso la capitale saudita, un museo a cielo aperto attraverso l’arte e la cultura.
Dai droni alle installazioni interattive
Il Noor Riyadh Festival ha illuminato la metropoli con installazioni immersive, opere d’arte pubbliche monumentali, sculture effimere, percorsi artistici, realtà virtuale, proiezioni di edifici e spettacoli di droni che si sono svolti in 40 località e cinque centri della città, tra cui parchi, wadi, zone culturali e vivaci quartieri commerciali. La maggior parte delle installazioni erano gratuite e aperte al pubblico.
Centonovanta opere d’arte luminose di altissima qualità hanno coinvolto oltre 130 artisti internazionali e sauditi, tra affermati ed emergenti, in rappresentanza di 40 nazionalità. Tra queste anche opere di artisti italiani quali: Quiet Ensemble (Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli), Massimo Uberti e Fabio Volpi.
Ultra tecnologica e suggestiva è stata la cerimonia di apertura curata da Marc Brickman, lighting e production designer di fama mondiale, che ha fatto alzare in volo 2000 droni dotati di led multicolore, i quali hanno dato vita a uno show tridimensionale a tema “dare ordine al caos”. L’arte si è ispirata alla natura fin dalla notte dei tempi e il Noor Riyadh Festival 2022 ha presentato alcune incredibili opere artistiche in luoghi naturali di grande fascino.
https://www.youtube.com/watch?v=RHW4cNfkDQs
Riyadh (Arabia Saudita). Festival Noor Riyadh 2022. Salam Park: l’installazione Waterlicht di Daan Rosegaarde. ph. Federico Klausner
Ne abbiamo ammirate al Wadi Namar, al Wadi Hanifa, al King Abdullah Park e al Salam Park. Ma di grande impatto emotivo sono state anche le opere presentate al Quartiere diplomatico (DQ), al King Abdullah Financial District (KAFD), al JAX District, una nuova zona creativa della capitale.Difficile però menzionarne solo alcune, senza fare torto a tutte le altre, perché oltre alla loro bellezza, molte delle istallazioni hanno fatto anche riflettere.
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. CryoLumen di Eli Joteva. ph Federico Klausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. The River di Doug Aitken. ph. Federico Klausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. Growth di Nasser Al Turki. ph. Federico Klausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. As above so below di Zeinab Alhashemi. ph. Federico Klausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. On Instinct di Saad Al Howede. ph. Federico Klausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. Hivenmind di Mryam Tariq. ph. Federico Klausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit”. Soliloquy di Zahrah Al-Ghamdi. ph. Federico KLausner
Riyadh. Mostra “From Spark to Spirit. Numinous Najd di Huda Al-Aithan. ph. Federico Klausner
The Eleventh View of Time di Basmah Felemban, ne è un esempio. L’opera, composta da alcune proiezioni video sopra il lago Al Hayer, creava splendidi riflessi sull’acqua, ed era incentrata sulla storia di un pesce gatto che aveva trovato la sua strada nel wadi di Riyadh. Come ci era arrivato e cosa diceva la sua presenza sulla migrazione?
Nel parco Prince Abdulaziz Bin Mohammed Bin Ayyaf, Mohammad Alfaraj ha presentato la sua nuova opera dal titolo With Light, I Create A Hand of Love, and Extend It To You, ispirata dal lavoro con i bambini sia all’interno della sua famiglia, sia nel suo villaggio natale. Un’ opera interattiva, in quanto non poteva esistere senza un pubblico. Composta da uno schermo e da una telecamera installati in un luogo all’aperto, non accadeva nulla finché gli spettatori non estraevano i loro telefoni, usando la luce emessa da essi come pennelli con cui dipingere nell’aria.
Al King Abdullah Park si è potuto ammirare l’ipnotico Impulse, una collaborazione tra Roman Hill e Jonathan Fitas. L’installazione video a grande schermo ha catturato la genesi della creazione, seguendo la vita dalle sue origini alla sua diffusione nel cosmo.
Al Parco Wadi Hanifa, la vista del cielo notturno può essere davvero superba. Attingendo alla cosmologia, alla fisica e alla biologia, l’artista Gisela Colón si è ispirata al cielo notturno con l’opera One Thousand Galaxies of Light (Starfield). L’installazione consisteva in una configurazione organica di 100 strutture luminose a colonna in acciaio inossidabile argentato, alte 3 metri. Gisela Colón ha immaginato una foresta di orizzonti mistici, che conduce a un mondo vibrante del futuro. Una riflessione sulla condizione umana, e sull’incarnazione dell’energia cosmica presente nella natura che ci circonda.
Al Salam Park, l’artista Daan Rosegaarde ha presentato Waterlicht, un paesaggio onirico sul potere e la poesia dell’acqua, trasmettendo un messaggio forte e chiaro: Waterlicht parlava dell’impatto del cambiamento climatico.
The Garden of Light di Charles Sandison, nel Quartiere Diplomatico, indagava l’orizzonte virtuale creato tra la storia e il mondo digitale: in particolare, la trasformazione e l’evoluzione della lingua scritta attraverso la cultura, la tecnologia e il tempo.
Tra le installazioni degli artisti sauditi, ha spiccato il notevole lavoro di Muhannad Shono, artista visivo tra i più noti del regno, classe 1977, diplomato in Architettura alla King Fahd University of Petroleum and Minerals.
Il suo See you brightest in the dark è stato un intervento immersivo su larga scala, che attraversava i piani di un edificio degli anni ’80 nel cuore del quartiere Malaz di Riyadh. All’interno dello spazio oscurato, un’abbondanza di fili illuminati si faceva strada attraverso l’edificio, muovendosi dal seminterrato al tetto. Il pubblico veniva invitato a seguire questi fili e con essi si snodava un viaggio attraverso la perdita, la devozione e la resa. Ogni piano diventava quindi un palcoscenico, una fase sequenziale della narrazione. Il processo di accoglienza, archiviazione e tessitura di questi fili sono le fasi di “atti doverosi e sentiti di ricordo e accettazione“, ha spiegato l’artista: “Mi manchi, così ti ho tessuto un abito con fili di luce”.
Noor Ryadh 2022. Muhannad Shono, I See You Brightest in the Dark, 2022. ph. Federico Klausner
Noor Ryadh 2022. Muhannad Shono, I See You Brightest in the Dark, 2022. ph. Federico Klausner
Noor Ryadh 2022. Muhannad Shono, I See You Brightest in the Dark, 2022. ph. Federico Klausner
Noor Ryadh 2022. Muhannad Shono, I See You Brightest in the Dark, 2022. ph. Federico Klausner
E per finire, From Spark to Spirit, è la mostra curata da Neville Wakefield e Gaida Al Mogren, che ha accompagnato il Festival delle Luci 2022. La mostra, che ripercorre il ruolo della luce come segnale di cambiamento, esplorando temi come le tecnologie e l’architettura, continuerà a vivere, creando esperienze gioiose al Jax District fino al 4 febbraio 2023.
Noor Riyadh 2022. Alberi illuminati al Salam Park. ph. Federico Klausner
Noor Riyadh 2022. Eness, Cupid’s Koi Garden, 2022. Ph Federico Klausner
Noor Riyadh 2022. Roman Hill and Jonathan Fitas, Impulse, 2022, at King Abdullah Park. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Jennifer Steinkamp, Botanic, 2022. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Mammasonica, (you promise me) Poems at Wadi Namar. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Noor Riyadh 2022 Charles Sandison, The Garden of Light, 2022. ph. Federico Klausner
Ahaad Alamoudi, Ghosts of Today and Tomorrow, 2022. Wadi Hanifah. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Abdullah Alothman, Rawdah, 2022. Wadi Hanifah. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Yann Nguema’s Masmak Garden, 2022. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
SpY, Earth, 2021. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program.
Sabine Marcelis, Light Horizon, 2022. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Pauline David, Pavilion of Moonlight Horizon, 2022. Wadi Namar. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program
Obaid Al Safi, Carving the Future, 2022. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program.
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