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L’albero di Giada è pericoloso per cane e gatto? Ecco la risposta

L’albero di Giada è senza dubbio una delle piante da esterno che nel corso degli ultimi decenni ha avuto un successo ed una diffusione importante proprio a livello “culturale” pur non essendo neanche una pianta così “vicina” dal punto di vista geografico alla realtà italiana, anzi. Come moltissime altre “mode” e tendenze, anche quella dell’albero di Giada è esattamente divenuta tale senza una specifica ed apparente ragione, se non la prolificità e la facilità nel doversene prendere cura. Ma l’albero di Giada può essere anche una potenziale fonte di rischio ad esempio per i nostri cani e gatti?

La natura di questo elemento vegetale infatti specificamente concepita dal punto di vista evoluzionistico in modo tale da costituire una forma di difesa naturale nei confronti degli animali.

In che modo l’albero di Giada può essere pericoloso per cane e gatto, o magari anche per gli esseri umani?

L’albero di Giada è pericoloso per cane e gatto? Ecco la risposta

L'albero di Giada  pericoloso cane e gatto

Nota scientificamente come Crassula ovata, ovviamente dalla natura “ovoidale” nella forma, delle foglie, è una pianta originaria della zona meridionale del continente africano. “Riscoperta” dagli europei in contesti relativamente recenti, ha avuto un vero e proprio successo inizialmente tra il 19° ed il 20° secolo come pianta da appartamento vera e propria e da esterno.

La natura interessante, costituita da questo grosso fusto abbastanza robusto e dalle foglie “piene” (è una pianta succulenta, ossia in grado di mantenersi ricca di riserva di sostanze liquide anche durante i periodi di media siccità, quindi è formalmente una pianta grassa a tutti gli effetti), l’albero di Giada è infatti molto facile da coltivare, da “replicare” anche attraverso il metodo della talea e non ha bisogno di enormi cure, essendo alla portata di tutti, o quasi, in quanto necessita solo di luce, aria e qualche innaffiatura quando il terreno è piuttosto secco.

Può essere una pianta velenosa in quanto la linfa che è contenuta all’interno delle loro foglie è un elemento particolarmente “fastidioso” per gli esseri umani anche se non viene consapevolmente ingerita ma assimilata o portata a contatto di occhi e bocca può sviluppare un fastidio o un bruciore, mentre se viene consumata causa diarrea, dolori addominali e vomito, ancora di più accentuati per i bambini e per gli animali domestici che dovrebbero essere tenuti a distanza da questa pianta.

Difficilmente è letale, però costituisce comunque un fattore di rischio da non sottovalutare per i nostri amici a quattro zampe.

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