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Ecco cosa devi assolutamente sapere se hai o vuoi acquistare una pianta carnivora

Il mondo delle piante, e quindi ogni specie che fa parte della botanica risulta essere arrivata al contesto temporale moderno attraverso una serie di processi evolutivi ed è costituito da centinaia di migliaia di specie, tutte con qualcosa in comune e proprio il concetto di pianta carnivora risulta essere qualcosa di inusuale se consideriamo l’alimentazione “Base” delle piante che è costituita da nutrienti non provenienti da animali ma al mondo esistono svariate centinaia di specie di piante carnivore, alcune particolarmente ingegnose nel “procacciarsi” il cibo. E diverse varianti di pianta carnivora sono anche domesticabili quindi possiamo averle in casa.

Tuttavia essendo piante particolari hanno bisogno di alcune attenzioni altrettanto speciali, per questo le piante carnivore sono effettivamente “diverse” anche nel modo di essere coltivate.

Cosa bisogna sapere quando si possiede o si vuole acquistare una pianta carnivora?

Pianta carnivora, ecco cosa bisogna sapere assolutamente

pianta carnivora

Costituiscono qualcosa di relativamente “recente” nelle scoperte botaniche: tra le prime persone a scoprire queste piante che oltre a presentare i tipici connotati vegetali, fanno anche ricorso a vere e proprie “trappole” più o meno raffinate, molto spesso legate al contesto di appartnenza, per aggiungere vari tipi di insetti alla propria dieta, è stato Charles Darwin, anche se la prima forma di dicitura “pianta carnivora” è arrivata solo con il 20° secolo e si è diffusa anche culturalmente con il tempo.

La caratteristica di “variare il menù” è stata considerata fin dal principio come una capacità di adattamento ad habitat poveri di nutrienti. Per questo è importante comprendere come le piante carnivore possano vivere e sopravvivere.

Per questo motivo bisogna scegliere di non utilizzare nella maggior parte dei casi alcun fertilizzante: queste piante, indifferentemente dalla sotto categoria, acquisiscono solo una piccola parte dei nutrienti dal terreno, per cui è anche una buona idea dedicare a queste forme di vita un terriccio specifico, evitando quello “generico” per le piante tradizionali, trattandosi di queste di piante parzialmente eterotrofe ossia che non fanno ricorso come le altre al processo di fotosintesi clorofiliana.

E’ meglio dedicare dei vasi dalla consistenza poco porosa ad esempio sviluppati in terracotta smaltata. Per l’innaffiatura è bene utilizzare acqua poco ricca di calcare magari impiegando il sistema del vassoio, piazzando il vaso su di un vassoio con i bordi rialzati, così che la pianta possa provvedere ad assorbire naturalmente l’acqua necessaria.

E’ comunque importantissimo valutare la natura della singola pianta carnivora, che può differire molto da specie a specie.

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