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Come coltivare le orchidee: ecco il modo corretto del nostro esperto giardiniere

Le orchidee sono tra i fiori più belli in assoluto e le oltre 30.000 specie insieme alle più di 200.000 varietà ibride, sono senza dubbio la più grande famiglia di piante in tutto il mondo. In queste righe di oggi, però vogliamo concentrarci su come coltivare le orchidee dato che queste possono crescere sia all’interno che all’esterno e si riproducono tramite gli insetti impollinatori.

Questi fiori, avendo poco polline, tendono a restare aperte per più tempo possibile al fine di riuscire ad aumentare le possibilità di impollinazione, regalandoci così delle straordinarie fioriture. Considerando il fatto che queste sono davvero difficili da coltivare in casa, è necessario sapere esattamente come curare le orchidee.

Tra le specie di orchidee più facili da coltivare in assoluto abbiamo sicuramente le specie Cattleya e Phalaenopsis. Ad ogni modo, comunque, ci sono anche altre specie di orchidee da considerare e sono la Cymbidium, la Dendobrium o la Oncidium. La cosa interessante, però, è che la specie Phalaenopsis è l’orchidea più diffusa nei garden center come anche nelle case degli italiani.

Volete sapere come coltivare le orchidee nel migliore dei modi?

La più bella e diffusa specie di orchidee, la Phalaenopsis, va coltivata all’interno dell’appartamento in quanto teme il freddo e all’aperto può crescere bene soltanto durante la stagione estiva. La posizione di questa, però, è assolutamente fondamentale per la sua coltivazione e infatti vuole degli ambienti luminosi ma senza sole diretto e che siano arieggiati ma senza correnti troppo fredde. 

Bisogna considerare inoltre che in natura le orchidee crescono ai tropici e vengono molto sesso avvinghiate sulla corteccia degli alberi in quanto assorbono tutta l’acqua attraverso l’umidità ambientale.

Ecco che quindi vivono in luoghi molto soleggiati ma sempre umidi, riparate dagli alberi e la coltivazione all’interno di un appartamento dovrebbe ricreare sempre queste stesse condizioni. Le orchidee di tipo commerciale, invece, non si riesce spesso a farle rifiorire in casa e il principale motivo di queste mancate rifioriture è comunque molto semplice: tali orchidee epifite crescono meglio in zone soggette ai monsoni.

I monsoni non sono altro che piogge stagionali che determinano l’abbassamento delle temperature, sia di tipo diurne che notturne e che hanno inoltre una durata più o meno specifica di una ventina di giorni, causando uno sbalzo termico non graduale.

Ad ogni modo, i grandi produttori olandesi al fin di ottimizzare la crescita delle orchidee ne riproducono al meglio le condizioni naturali: queste sono coltivate con delle dosi elevate di concime, ad una temperatura di 27°C per tutto il giorno e con umidità relativa davvero molto elevata. Nel momento in cui le piante devono fiorire, però, ecco che devono essere spostate all’interno delle serre con temperature di 18-19°C costanti per tutto l’arco della giornata.

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