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“Non mangiare il tonno in scatola!”: incredibile, ecco cosa contiene

In Italia, come in numerose altre nazioni, è particolarmente appetito il Tonno in scatola, ma in generale l’intero contesto dello scatolame che permette oltre all’ovvia funzione di fare ricorso a cibo anche mesi se non anni dopo il confezionamento, anche ad un ambito pratico. Il tonno in scatola però è sicuramente il cibo preferito, presente in oltre la metà della quantità di scatolame acquistato, e forse per questo che esiste una forma di maggior sensibilità che a sua volta fa consigliare molti a non mangiare per nulla tonno in scatola.

Gli impatti sulla salute di alimenti lavorati è oramai stato confermato in molti casi, ed anche il tonno in scatola è finito da tempo sul banco degli imputati in tal senso.

Ma fa veramente male? Cosa succede se viene consumato il tonno in scatola e cosa contiene?

“Non mangiare il tonno in scatola!”: incredibile, ecco cosa contiene

Non mangiare il tonno in scatola

Al giorno d’oggi il tonno in scatola è considerato generalmente sicuro, se viene consumato in maniera saltuaria e non legato all’ambito giornaliero. Questo perchè sono presenti, per funzioni prevalentemente legate alla conservazione del prodotto estremamente utili ma anche dannose per l’organismo.

Prevalentemente c’è il sale, che ha una funzione oltre legata a modificare il sapore, anche ad una conservante, oltre alla presenza di vari oli che però hanno probabilmente un impatto meno importante sulla salute rispetto al sodio che è in grado di far aumentare al pressione ed è quindi un alimento da attenzionare e consumare in modo responsabile. Dovendo scegliere è meglio scegliere le varianti cone meno sale (oggi comuni, alternative a quelle standard) oppure le varianti al naturale che non sono conservate in olio ma in comune acqua così risultando più leggero e digeribile.

Il tonno di per se, non ha capacità e proprietà inferiori a quello fresco, quindi il problema non è legato al prodotto, anche se in senso generale e non parlando solo di quello in scatola, è comunque sempre vivo il rischio metilmercurio che viene assimilato dagli animali consumandone altri. Il tonno non è tra i principali indiziati ma una quantità ridotta di metimercurio è comunque sempre presente, e viene mal tollerata dall’organismo (in particolare da soggetti come le donne incinte).

Quindi il tonno “non fa male” se diventa un’alternativa e non un’abitudine, soprattutto se abbiamo la tendenza a preferire prodotti di buona qualità, magari optando anche per la variante in vetro che permette di “vedere” fisicamente il prodotto prima di comprarlo.

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