Cerca
Close this search box.

Attenzione a mangiare burro cotto: ecco le conseguenze

Il burro è da secoli, probabilmente addirittura millenni uno dei derivati del latte più utilizzati e soprattutto utili nell’ambito generico dell’alimentazione umana, a lungo “ostracizzato” essendo formalmente costituito da grasso animale, anche se negli ultimi anni questo alimento è stato parzialmente rivalutato. Mangiare burro è comunque qualcosa che va attenzionato, in particolare se si tratta di burro cotto, che può avere conseguenze importanti sull’organismo.

Il burro è come spesso evidenziato, un alimento estremamente utile e nutriente, se assunto nelle giuste dosi e con responsabilità.

Cosa succede se si mangia burro cotto? Gli effetti dipendono molto dal grado di cottura del burro che ha un punto di “fusione” decisamente ridotto.

Attenzione a mangiare burro cotto: ecco le conseguenze

Ciò che viene chiamato burro è formalmente la parte grassa del latte sottoposta ad una separazione dal tradizionale latticello, sviluppato dall’inversione della panna. In Italia, così come nella maggior parte delle nazioni che producono o importano questa risorsa, derivata soprattutto dal latte di vacca (ma esistono varianti comuni anche nel nostro paese come il burro di bufala) che nella sua variante “standard” deve avere un contenuto di grassi del latte non inferiore all’80 %. Esistono varie forme alternative, ad oggi, di burro , come quelli con siero di latte aggiunto o a ridotto contenuto di colesterolo.

Il burro ha un punto di “fusione” relativamente basso, in quanto si scioglie a temperature di poco superiori ai 30 gradi, ed è un alimento estremamente comune sia come “base alimentare” che come ingrediente di tantissimi cibi, sia salati che ovviamente, dolci.

Ma il burro crudo fa male, o fa più male rispetto alla variante “cruda”? Dipende da quanto si “cuoce” questa sostanza che tende a sciogliersi completamente sopra i 50-60 gradi, la metodologia migliore di consumo è quello di quantità non elevate di burro (il fabbisogno massimo consigliato non supera i 15 grammi al dì) leggermente riscaldato, oltre i 120-130 gradi tende a bruciarsi costituendo anche il danneggiamento delle caseine. Diventa quindi molto poco digeribile e soprattutto nocivo per la salute in questo stato, mentre il burro riscaldato quindi ammorbidito mantiene praticamente intatte le proprie capacità che sono importanti in quanto è una fonte ricca di vitamine preziose come A, E, D e K oltre che di sali minerali, anche se è formalmente un grasso, risulta meno calorico di altri elementi simili come l’olio.

Consumare burro in ridotte quantità anche relativamente spesso, se all’interno di una dieta equilibrata è senz’altro una buona idea.

POTREBBE INTERESSARTI