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“Non mangiare il tonno in scatola!”: ecco le tremende conseguenze

Il tonno in scatola è una soluzione pratica, semplice, veloce e versatile per tutti quelli che hanno fretta o che non hanno affatto voglia di mettersi sui fornelli. Si tratta di un alimento consumato da milioni di italiani, sia grandi che piccini per cui una domanda sorge spontanea: il tonno in scatola fa bene oppure ci sono delle conseguenze negative legate al suo consumo?

Le linee guida per un’alimentazione sana, ci dicono che una porzione da soli 50 g di pesce conservato, riferendosi quindi ad una scatoletta piccola di tonno sott’olio sgocciolato, andrebbe consumata solo una volta a settimana per quelle diete da 2000 kcal e zero volte a settimana per le diete da 1500 kcal. Perché esistono queste limitazioni? Beh, la risposta si riassume in un unico alimento: il sale.


Il tonno in scatola, infatti, è ricco di sale e basti pensare che una sola scatoletta da 52 g di peso sgocciolato, contiene a all’incirca 4 g di sale, corrispondente al 10% della dose di sale che si può introdurre ogni giorno.

Tonno in lattina o tonno in vetro? Sfatiamo questo mito delle lattine che rilasciano dei metalli pericolosi per la salute degli alimenti. La contaminazione degli alimenti che presentano sostanze tossiche e nocive è comunque sotto il controllo meticoloso dell’EFSA (l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare). Esistono anche dei limiti da rispettare ed anzi sono state sviluppate delle tecnologie che impediscono il passaggio delle sostanze che sono contenute all’interno della lattina. Quindi le lattine si possono utilizzare perché sono sicure ma la cosa importante è conservarle nel modo giusto rispettando la data di scadenza del prodotto.

Il tonno in scatola fa davvero male? Scopriamo perché

Tonno all’olio o tonno al naturale? Allora, diciamo che il prodotto più ricercato da chi sta attento alla linea è sicuramente il tonno al naturale, in quanto contiene meno olio e di conseguenza meno grassi. Ma bisogna fare comunque attenzione perché il tonno al naturale è considerato un prodotto decisamente poco calorico ma c’è comunque il rischio che il consumatore ne faccia un uso troppo eccessivo.

Ricordiamo, quindi, quanto viene consigliato dalle linee guida stilate dagli esperti del mestiere per una sana alimentazione: la categoria del pesce conservato (come ad esempio il tonno in scatola, il salmone affumicato, lo sgombro in scatola ecc.) andrebbe consumata con estrema moderazione. Diciamo che la porzione standard è di 50 g e la frequenza di consumo è molto meno di una volta per ogni settimana.

Si tratta, quindi, di un prodotto che deve essere consumato occasionalmente per cui il suggerimento è di sceglierlo in base ai propri gusti, in quanto non tutti gradiscono il gusto del tonno al naturale. La soluzione è comunque molto semplice: ci basterà scegliere un tonno all’olio extravergine di oliva e sgocciolarlo per bene prima di consumarlo.

Quando si parla, invece, di controindicazioni si fa riferimento all’accumulo di metilmercurio. Questa è una sostanza tipica del tonno e di tutti i pesci di grossa taglia che è presente a causa di un processo che prende il nome di biomagnificazione. Per meglio comprendere la questione, il pesce di media taglia accumula il mercurio consumando i pesci di piccola taglia che contengono già delle quantità di mercurio.

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