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Mettere il bicarbonato nelle piante: ecco cosa può accadere, pazzesco

Il bicarbonato di sodio è un prodotto che si trova sempre in qualsiasi casa in quanto assolve in modo del tutto eccellente alle funzioni più disparate, che vanno dalle classiche pulizie all’ammollo dei legumi secchi, ma anche per dare sollievo come digestivo in seguito ad un pasto fin troppo abbondante. Quello che non tutti sanno, però, è che questo prodotto risulta prezioso per difendere in modo 100% ecologico dalle varie malattie, tutte le piante del nostro orto, del frutteto ed anche quelle del giardino.

Il bicarbonato di sodio, in particolar modo, riesce a contrastare benissimo l’oidio, ovvero un patogeno parecchio diffuso su varie piante come le vite, la zucchina ed anche la salvia. E’, però, doverosa una precisazione perché esistono due tipi di bicarbonato: quello di sodio e quello di potassio, due composti piuttosto simili che hanno un’applicazione in agricoltura, in particolar modo nel contrasto delle patologie funginee. 

Il bicarbonato di sodio è davvero molto semplice da reperire e costa molto poco, adattando anche perfettamente alle esigenze di un orto famigliare o di un qualsiasi giardino. Vediamo, allora, qui di seguito quali sono tutte le caratteristiche del bicarbonato di sodio e le differenze che ci sono con quello di potassio, scoprendo anche quando è più opportuno impiegarlo e come si possono effettuare i vari trattamenti.

Bicarbonato nelle piante: scopri di più

Allora, il bicarbonato di sodio risulta essere chimicamente un sale di sodio dell’acido carbonico e vediamo che a temperatura ambiente il suo aspetto è una polvere fine di colore bianco, completamente inodore e solubile anche in acqua. Questo deriva dal carbonato di sodio unito poi a dell’acqua e all’anidride carbonica e, per uso agricolo, viene classificato infatti come “corroborante” o come “potenziatore delle difese naturali dei vegetali”.

Il bicarbonato di potassio è anch’esso un sale dell’acido carbonico, ma viene ottenuto dal carbonato di potassio. A differenza dal primo, questo è a tutti gli effetti considerato un fitofarmaco per cui è soggetto alla normativa vigente che riguarda i fitofarmaci. Per fortuna ha comunque un tempo di carenza di un solo giorno motivo per cui è possibile trattare fino alla maturazione dei frutti.

Gli agricoltori professionisti possono fare utilizzo di questi fitofarmaci se sono in possesso del “patentino”, ovvero di un documento rilasciato al termine di un corso di formazione, invece per quanto riguarda un semplice agricoltore hobbista non esiste questa necessità, e i prodotti sono venduti in altro formato.

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