Hai queste 20 Lire rare? Il valore di oggi fa impazzire tutti

Impossibile quantificare quanto la lira ha avuto un impatto sulle vite dei nostri nonni, genitori ma anche noi stessi, se abbiamo abbastanza anni sulle spalle da ricordarne l’uso, ma anche il suo ricordo oltre ad essere assolutamente “vivo” nella maggior parte di chi ha vissuto la storica valuta italiana può trasformarsi anche in qualcosa di concreto grazie al collezionismo di monete: le 20 lire evidenziano un esempio di moneta molto longeva che però è cambiata molto nel corso del tempo, e forme rare di moneta sono oggi molto ricercate.

La storia della valuta italiana infatti è divenuta particolarmente interessante nell’ottica particolare dell’avvento dell’euro, quando anche la 20 lire, oramai comunque abbastanza dismessa, è divenuta la valuta principale.

Ma quanto può valere oggi una moneta da 20 lire italiana?

20 lire italiane rare: ecco quali sono quelle da cercare al più presto

La 20 lire è stata molto impiegata per quasi l’intera storia della monetazione italiana, infatti fin dai tempi della fondazione dell’Unità d’Italia questa moneta, che aveva un importante potere d’acquisto al punto da essere realizzata con materiali preziosi come l’oro, è stata considerata estremamente importante.

Nel corso del 20° secolo con il deprezzamento della valuta in particolare dagli anni 50 in poi la 20 lire è divenuta una valuta comune, realizzata con metali non preziosi ma non per questi meno interessanti.

Le 20 lire più facili da ricordare sono le Quercia, ossia una forma di modello coniate dal  1956 al 1999  ma in maniera non continuativa e non tutte uguali, infatti fino al 1959 queste presentano un contorno rigato, negli anni 60 fino al 1967 la produzione è stata arrestata per poi riprendere successivamente con alcune differenze come il contorno divenuto liscio.

In particolare sono molto rare e ricercate le prime monete di questo tipo, nel 1968 coniate in un formato di “prova” (con annessa scritta poco sotto il valore da L. 20 “PROVA”) in circa un migliaio di pezzi. Queste possono valere da circa 80 euro fino a quasi 1000 euro se in condizioni perfette.

Un esemplare del 1956 invece, con contorno rigato vale da circa 100 euro se in buono stato ma può arrivare a valere fino a 800 se in Fior di Conio.

Da menzionare anche un errore di conio datato 1970 presente su alcune monete risultante in una “P” al posto della “R” della zecca di Roma. Dettaglio che può far valere un esemplare fino a 90 euro.

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