Cerca
Close this search box.

Prezzo carburante, benzina e diesel in aumento? Ecco cosa sta succedendo

Le soluzioni proposte del governo Meloni per riuscire ad abbassare il prezzo della benzina e dei carburanti in generale, non stanno affatto funzionando. Al contrario, invece, le tariffe continuano a salire arrivando a raggiungere delle vette altissime in tutta Italia, ma superando anche delle cifre letteralmente improponibili in autostrada.

Sulle nostre principali reti di collegamento possiamo benissimo notare che la benzina supera i 2 euro al litro al self-service e i 2,5 euro al servito, arrivando addirittura a 2,7 euro sulla A8, ma in questo caso ecco che ci penserà la Guardia di finanza ad intervenire.

Il decreto Trasparenza, però, ha miseramente fallito su tutta questa linea e, già a sole due settimane dall’entrata in vigore di tali disposizioni che hanno obbligato i distributori ad esporre il prezzo medio regionale dei carburanti, abbiamo visto che questo è schizzato nuovamente alle stelle.

Questa è sicuramente una situazione che non stupisce, visto che la misura aveva fatto sollevare tutta una serie di numerosi dubbi sulla sua efficacia. Nonostante ciò, comunque, il governo Meloni non accenna neanche a prendere in considerazione un taglio possibile e totale delle accise, come ad esempio quello che aveva tenuto sotto controllo i prezzi nel governo Draghi.

Prezzi di carburante in continuo aumento: che cosa succede?

Il prezzo medio della benzina in autostrada, per quel che riguarda il self-service, è di 2,019 euro al litro, in aumento della cifra di 0,002 centesimi rispetto al mese di agosto precedente. Il gasolio è arrivato a costare addirittura 1,928 euro, una cifra che è anche in aumento rispetto al giorno precedente. Parlando del Gpl al servito, invece, vediamo che si attesta sugli 0,842 euro, mentre il metano a 1,528.

Rispetto a quel che era all’inizio del mese di luglio, quando è ripreso il rincaro dei carburanti, i prezzi sono saliti in media di appena 10 centesimi, comunque sia sempre con delle variazioni regionali particolari.

I picchi massimi si registrano ad esempio nella città di Bolzano e nella regione Pugliese, mentre i prezzi più bassi vengono registrati in Veneto e nelle Marche, con una variazione che parte da 1,923 euro al litro per arrivare a 1,972 euro al litro.

Dietro a tutto questo aumento che sta ormai diventando fonte di preoccupazione per moltissime persone, si trova sia il taglio alla produzione del petrolio, che è dovuto alle strategie geopolitiche di Arabia Saudita e dell’Opec a cui si uniscono anche altri 10 membri con l’Opec+, compresa perfino la Russia.

Questa scelta è stata presa per danneggiare l’Occidente, e in particolar modo vediamo l’Europa, mentre sono in atto le politiche di decarbonizzazione al fine di abbandonare i combustibili fossili.

POTREBBE INTERESSARTI