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Vivere per raccontarlo, il cibo: 3 food blogger che ti consigliamo

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Vivere per raccontarlo, il cibo: 3 food blogger che ti consigliamo

di Redazione

Il cibo non è solo necessario alla sopravvivenza. È cultura, condivisione, ricerca ed estetica. Sempre più persone si avvicinano a questo mondo per passione e i food blogger ne sono la prova. 

Nel mare magnum di Instagram e delle sue gallery fotografiche, abbiamo scelto tre account che ci piacciono per motivi differenti:

  • Monsu Barachin: un viaggiatore eclettico, che nel cibo cerca anche la bellezza.
  • Mrs Veggy: propone gustosi e colorati piatti a base vegetale, promuovendo la bontà della sostenibilità
  • Clindina – Lunedì a colazione: racconta con allegria il pasto più importante della giornata. 

Li abbiamo contattati per farci raccontare qualche curiosità

Pancia di maiale da Tisk
Pancia di maiale da Tisk

Monsu Barachin – Giorgio Pugnetti

Raccontaci brevemente di cosa ti occupi e quale ruolo ha il cibo nella tua vita.

Mi piace raccontarmi partendo da qui: “Si mangia per vivere, ma soprattutto si vive per mangiare: a Torino, a casa, nel mondo. E poi per viaggiare, cucinare, leggere, andare al cinema, raccontare”. Vivo in provincia, a Carmagnola, dove sono nato 44 anni fa, anche se per 27 anni ho vissuto nel profumo della menta di Pancalieri. Vengo quotidianamente a Torino, dove mi travesto da Monsu Barachin per provare e scoprire le migliori pause pranzo sabaude che racconto sul mio blog omonimo che ha da poco compiuto sette anni.

Sono designer e lavoro da vent’anni al Politecnico di Torino dove da meno di due mi occupo di Pari opportunità e benessere lavorativo, anche se la mia grande passione resta il cibo: cucinarlo, fotografarlo, raccontarlo.

Adoro il rosa, il vintage, gli gnocchi, il vitello tonnato, i dolci alla ricotta e andare in almeno una di queste cinque mete – Sicilia, Giappone, Londra, Napoli, NYC – una volta l’anno. A NYC ci sono stato sei volte, ma è dove vorrei tornare al più presto. La Sicilia e Napoli sono la risposta al mio cuore meridionale, ma piemontese dalla notte dei tempi, in Giappone ci ho lasciato il cuore e Londra è la città del melting pot e della creatività ma anche dell’amore perché lì è nata la relazione con quella che da 13 anni è mia moglie: Claudia.

Se fossi una spezia, quale saresti e perché? 

Sarei un mix di cannella e fiori di garofano: spezie anche tradizionalmente piemontesi (pere al vino, chiodi di garofano nell’antipasto gianduja e nelle verdure messe via) ma che mi fanno viaggiare verso la Scandinavia e il Sud America.

Visto che sei un esteta e un designer, qual è il piatto più bello (o comunque esteticamente particolare) assaggiato durante i tuoi viaggi? E quello più buono?

Il piatto più bello è forse un trancio di pancia di maialino CBT e brasata, servita su una crema solida di sedano rapa e rifinita con asparagi, piselli, cipolla fritta, fagioli neri, misticanza e fiori di primavera eduli, servito da Tisk (NeuKolln – Berlin). Quello più buono un piatto di ravioles in Alta Val Varaita al Mulino delle Fucine (Casteldelfino – CN). 

Mrs Veggy – Clarissa Morena

Raccontaci brevemente di cosa ti occupi e quale ruolo ha il cibo nella tua vita.

In arte sono Mrs.Veggy, una creator di ricette totalmente vegetali e spesso senza glutine. Nella vita di tutti i giorni sono una grandissima appassionata di cibo e mi piace definirmi figlia d’arte, dal momento che questa passione mi è stata trasmessa fin da piccolina: il mio papà è uno chef che ama il suo lavoro e che mi ha trasmesso la passione e la voglia di sperimentare, la mia mamma gestisce con i suoi fratelli la storica trattoria di famiglia, nella cui cucina ho imparato il mestiere alternandolo alla scuola, mentre la mia nonna mi ha insegnato a conoscere la materia prima di origini povere e a lavorarla. Il cibo rappresenta le mie radici e la mia famiglia e credo che, indipendentemente da dove andrò e cosa farò nella vita, il cibo avrà sempre un ruolo fondamentale (in tutti i sensi) per me.

Se fossi una spezia, quale saresti e perché?

Anche se è una risposta imprecisa, direi il curry: non è una sola spezia ma è un mix, mai uguale a se stesso!

Consigliaci un piatto veggy di una cultura diversa dalla nostra (che hai provato o vorresti assaggiare)

Subito mi viene in mente la cucina indiana, ricchissima di piatti veggy e squisiti: il più facile da replicare anche a casa è il dahl di lenticchie, un classico che non stufa e non delude mai.

Lunedì a Colazione – Linda Fiumara

Raccontaci brevemente di cosa ti occupi e quale ruolo ha il cibo nella tua vita.

Sono Linda, comunicatrice digitale in ambito turistico dal 2014. Dopo aver scritto per anni per blog che si occupavano di travel e life style a maggio 2020, in piena pandemia, ho creato il mio blog “Lunedì a colazione” sul quale ogni lunedì narro una destinazione partendo dalla colazione o cerco di scoprire insieme ai mie lettori nuovi modi per affrontare il lunedì, che per noi non è il giorno più brutto della settimana. Anzi è il giorno del racconto di ciò che di bello si è fatto nel fine settimana e si consiglia agli altri.

Nel mio continuo peregrinare indubbiamente il cibo ha un posto speciale. Credo che non si possa scoprire nessun luogo senza l’assaggio dei prodotti tipici e delle preparazioni locali. Questo mi sta spingendo a impegnarmi ancora di più in cucina, quando rimango stanziale nella mia Milano, provando a mettere a frutto quello che ho imparato nelle cooking class in giro per il mondo (o almeno in Italia, adesso). 

Soprattutto all’estero mi piace partecipare ad esperienze di cucina nella quali imparare dai locali a cucinare piatti tipici, di ogni tipo; non posso dimenticare la lezione di cucina fatta a Bangkok per imparare a fare il pat thai, o quella sui dolci francesi fatta a Parigi o, infine, la più recente a Matera per imparare a fare il famosissimo pane. 

Se fossi una spezia, quale saresti e perché?

Se fossi una spezia sarei la curcuma; gialla, corposa e da utilizzare in combinazione con altre per fare il curry indiano.

Credo molto nella collaborazione e nel lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune dove ognuno deve mettere in comune le proprie migliori qualità. Inoltre sono una grande appassionata della cucina asiatica dove il “mix perfetto” è la base per realizzare piatti bilanciati e gustosi. Infine, uno dei viaggi che ho dovuto rimandare per la pandemia, è proprio l’ennesima e meravigliosa esplorazione del sud est asiatico. Mi piacerebbe infatti tornare in Thailandia, arrivare nelle Filippine e scoprire finalmente l’India

Raccontaci una colazione tipica di un altro Paese che ti piace (o ti piacerebbe provare).

Le migliori colazioni al mondo le ricordo in Marocco; appena sveglia in un riad, a bordo piscina, immersa tra cuscini e decorazioni arabeggiante, tra il canto del muezzin e il volare delle gru che poi si poggiano sui minareti. La colazione marocchina è ricca di pietanze dolci e salate, colori e consistenze tutte da scoprire, Non mancano mai la frutta fresca, i succhi di arancia e di melograno. 

A tavola si trovano sempre caffè arabo e soprattutto tè alla menta, servito nei classici bicchierini. Ad accompagnare il tutto ci sono i pani locali come il msemen e il baghrir, una sorta di pancake il primo e una crepes il secondo, su cui spalmare qualsiasi delizia possiate desiderare; confetture di ogni tipo, miele e burro. Ma anche l’amlou, la Nutella berbera fatta con l’argan. Buonissima, da assaggiare e non solo una volta. 

Per me che sono una fan della colazione salata si possono assaggiare il formaggino cremoso e la frittata berbera che oltre alle uova all’interno ha pomodori, aglio, spezie, coriandolo o prezzemolo. 

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA 

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