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Un fior di fiordi

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Un fior di fiordi

di Federico Klausner |@fekl

Una crociera è il modo più confortvole per esplorare i fiordi norvegesi. La partenza da Kiel, vicino ad Amburgo, facilita ulteriormente i collegamenti. Mi sono imbarcato su MSC Grandiosa, nel nome e nei fatti. 

Copenhagen (Danimarca). L'iconica sirenetta assediata dai turisti.©Federico Klausner

Copenhagen

Come in ogni cartolina che si rispetti la Sirenetta apre la porta di Copenaghen. Accovacciata su una roccia, lo sguardo rivolto al mare non si interessa dei visitatori, che cercano di scrutarne l’espressione accalcati sulla riva, costituendo essi stessi il vero spettacolo. Venne realizzata nel 1913 dallo scultore Edvard Eriksen e  commissionata da Carl Jacobsen, figlio del fondatore della birra Carlsberg, affascinato dalla celebre fiaba di Hans Christian Andersen. 

Copenhagen (Danimarca). Le case assiepate lungo il Nyhavn, l’antico porto della città, che collega piazza Kongse Nitorv (Piazza del Re) con il mare. © Federico Klausner

Il cielo sereno e la scintillante luce primaverile incendiano i colori delle case assiepate lungo il Nyhavn, l’antico porto della città che collega piazza Kongse Nitorv (Piazza del Re) con il mare, che risalgono al secolo XVII, dove il famoso scrittore visse per 18 anni. Tra di esse si apre una infinità di bar e ristoranti che, curiosamente, affiancano ombrelloni sui tavoli e coperte sulle sedie, sostanziale differenza dell’idea di confort tra locali e turisti mediterranei.

Sulla piazza di Amalienborg si affacciano i settecenteschi palazzi reali: uno riservato alla regina Margherita II, discendente della monarchia più antica del mondo, che risale ad Aroldo Dente Azzurro, oltre 1000 anni fa, uno all’erede al trono Frederik, e uno agli ospiti e attività varie. Sovrani molto amati, che spesso si mescolano tra la gente spostandosi in bicicletta come persone comuni. La piazza è all’incrocio tra Amaliegade e Amalienborg Slotsplads, il cui prolungamento, Frederiksgade, porta alla Friedriks Kirche, detta anche Marmorkirken, una chiesa luterana con la più grande cupola della Scandinavia in rame, dalla cui cima si ha un panorama su tutta la città. È in stile rococò e il nome è in parte usurpato, dato che il progetto iniziale del 1740 fu abbandonato alla morte del progettista nel 1754  e ripreso oltre cent’anni dopo da un imprenditore che ne rilevò le rovine e la piazza, sostituendo però il costoso materiale del progetto con una più economica pietra calcarea. La chiesa aprì definitivamente al pubblico nel 1894.

Ålesund (Norvegia). Le placide acque del porto. ©Federico Klausner
Ålesund (Norvegia). Le placide acque del porto. ©Federico Klausner

Norvegia

Lasciata Copenhagen, il gigante naviga lentamente nella luce, accarezzato dalle verdi e scoscese pareti dei fiordi, che paiono volerlo imprigionare. L’acqua è scura, testimone della profondità di quel budello naturale, che ha una correlazione con l’altezza delle montagne che vi si tuffano, spesso diverse centinaia di metri. Ma si guarda in alto verso quegli azzurri cieli del nord, che scintillano nella temperatura fresca e nelle giornate che a primavera sono già lunghe e non si vogliono mai addormentare. Si entra nel regno dei troll, maligni abitanti delle foreste, dal lungo naso, folti capelli, irsuti e con la coda. Vivono nell’oscurità perché se i raggi del sole colpiscono Grodås lo pietrificano in una montagna, mentre alla sua compagna Hudra riservano una sorte più benevola, trasformandola in una donna bellissima.

Ålesund (Norvegia). Un gruppo di donne indossa il costume bunad, in occasione della festa della Costituzione, il 17 maggio. ©Federico Klausner
Ålesund (Norvegia). Un gruppo di donne indossa il costume bunad, in occasione della festa della Costituzione, il 17 maggio. ©Federico Klausner

Ålesund

Non tutti i fiordi hanno caratteristiche tali da consentire l’ingresso e l’attracco di un palazzo galleggiante di 330 metri per una altezza di 19 ponti – 18 perché manca scaramanticamente il numero 17 – che si muove con la grazia di una ballerina, sfiorandoli e manovrando agilmente con i suoi motori rotanti. A Ålesund, il primo approdo, note musicali si distribuiscono nella città conferendole un’allegria mediterranea. Il 17 maggio si festeggia la Costituzione del 1814, la seconda più antica d’Europa dopo quella di San Marino, anche se poi la effettiva indipendenza dalla Svezia fu pacificamente ottenuta nel 1905. I 66.000 abitanti, distribuiti su 7 isole, collegate tra loro da tunnel sottomarini, sfilano dietro innumerevoli bande, in rappresentanza di scuole e quartieri, che sbucano da ogni angolo in una allegra confusione di melodie e risate. Tutti indossano il bunad, costume tradizionale dai colori nero, bianco e rosso, ornato di ricami, sciarpe, scialli, sottili cinture d’argento e gioielleria per le donne, meno elaborato per gli uomini. Sono abiti molto costosi, anche oltre 5.000 euro, che le famiglie si tramandano.

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Ålesund (Norvegia). Festa della Costituzione, 17 maggio. ©Federico Klausner
Ålesund (Norvegia). Festa della Costituzione, 17 maggio. ©Federico Klausner

I ristoranti affollati di tavolate festose e coperti da boccali di birra si aprono sul centro cittadino, disposto su due isole collegate da un ponte e separate dall’Alesundet, uno stretto canale. Gli edifici in mattoni e cemento, stile Art Nouveau, caratteristici del centro cittadino sono frutto della ricostruzione seguita al devastante incendio del 1904 durante il quale bruciarono 850 case, allora tutte in legno. La colpa fu attribuita a una mucca che fece cadere una lampada in un piccolo stabilimento di conserve. Incendio circoscrivibile, non fosse stato per le fortissime raffiche di vento, che ne favorirono la diffusione. Bilancio: un solo morto ma 10.000 senza tetto. Soccorsi giunsero anche dal l’imperatore Guglielmo II di Germania, molto legato al Sunnmøre, il distretto di Ålesund, dove era solito passare le vacanze, che contribuì con 4 navi cariche di aiuti.

Ålesund (Norvegia). Panorama dal Fjellstua Viewpoint ©Federico Klausner
Ålesund (Norvegia). Panorama dal Fjellstua Viewpoint ©Federico Klausner

Non fu l’unica tragedia della travagliata storia della città, colpita anche dalla peste mentre era il principale porto per la pesca norvegese, membro della lega Anseatica. Ancora oggi è riconosciuta quale capitale della pesca dell’aringa. Nessuna difficoltà per la navigazione dei pescherecci: nonostante la latitudine sia oltre 62°, raramente la temperatura scende sotto lo zero, grazie alla Corrente del Golfo, e i fiordi non gelano. Dall’alto dello Fjellstua Viewpoint, un bar panoramico premio per aver scalato ben 438 gradini, oltre le case del centro le isole paiono galleggiare e perdersi nelle acque del fiordo, custodite dalla grande statua di Rollo (o Rollone). Fu un  leggendario condottiero vichingo, capostipite della dinastia normanna, originario di una di queste isolette. In occasione del millesimo anniversario della fondazione della Normandia, dove era sbarcato, la città di Rouen (Francia) omaggiò Ålesund con la sua statua. Alto 2 metri e pesante 140 kg non c’era cavallo che potesse reggerne il peso. Per questo motivo venne soprannominato Rolf Ganger, il camminatore.

Hellesylt (Norvegia). La MSC Grandiosa fa da sfondo al paese. ©Federico Klausner
Hellesylt (Norvegia). La MSC Grandiosa fa da sfondo al paese. ©Federico Klausner

Hellesylt

Il Sunnylvsfjord, diramazione dello Strfjord, custodisce il villaggio di Hellesylt: una manciata di case in legno blu, rosse, gialle e bianche, una chiesa, una scuola e un piccolo porto che pare inadeguato ad accogliere i giganti del mare. E invece ci entrano giusto giusto. Solo seicento persone e un’efficiente rete internet, ma una vera meraviglia il cui ambiente naturale è in gran parte protetto dall’UNESCO. Dai ripidi pendii boscosi una imponente cascata si tuffa nelle acque placide e verdi del fiordo, proprio sotto la chiesetta, infrangendo l’assoluto silenzio e scandendo il ritmo che accompagna la vita dei cittadini. Ai suoi margini una capanna dal tetto di torba custodisce quello che fu un antico mulino. Lungo le pareti del fiordo una serie di grandi cerchi contrassegna le vasche di allevamento dei salmoni. La E39, la strada dei fiordi che sfrutta ben 7 traghetti, la collega a Bergen.

Hellesylt (Norvegia). La cascata con il vecchio mulino.©Federico Klausner
Hellesylt (Norvegia). La cascata con il vecchio mulino.©Federico Klausner
Hellesylt Norvegia). Hornidal bridge ©Federico Klausner

Hornidal bridge

Anche se una visita ad Hellesylt si esaurisce in un’oretta, alcune escursioni sono molto interessanti. In solo un quarto d’ora si raggiunge il ponte in pietra Hornidal (o Hondola), costruito manualmente durante l’epoca vichinga e ancora in ottime condizioni, che scavalca un laghetto tra prati innevati. Nonostante la sua imponenza venne realizzato in un solo anno. Accanto, un enigmatico masso forato, dall’origine incerta custodisce un paio di leggende. La prima dice che fosse una sosta abituale delle processioni nuziali. Prima del rito la sposa doveva strisciare attraverso l’apertura della pietra. Se non ci fosse riuscita, sarebbe stata considerata incinta e il matrimonio annullato. La seconda ha come soggetto le pastorelle che in estate lasciavano casa per portare al pascolo le mandrie in montagna. Al ritorno il passaggio attraverso il foro era garanzia della loro mantenuta castità. Il diametro dell’apertura è abbastanza ridotto, ma le donne norvegesi avevano e hanno una figura snella.

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Hellesylt (Norvegia). Il lago di Hornidalsvanet. ©Federico Klausner
Hellesylt (Norvegia). Il lago di Hornidalsvanet. ©Federico Klausner

Il lago di Hornindalsvanet

A un’ora di auto da Hellesylt si stende il lago di Hornindalsvanet, con i suoi 500 metri il più profondo e con l’acqua più pulita d’Europa, per il fatto che nessun ghiacciaio vi versa affluenti, preservandone la limpidezza. Ha avuto origine diecimila anni fa, durante l’ultima glaciazione, quando la Norvegia era interamente ricoperta da uno strato di ghiaccio spesso 4 chilometri. Il suo scioglimento formò innumerevoli laghi e ruscelli e l’acqua tagliò valli profonde nelle quali si formarono i fiordi. Sul fondale è stata scoperta una specie sconosciuta di pesci bianchi di tipo salmerino alpino, sviluppatisi in era post-glaciale, rimasta da allora incontaminata. Con tanta acqua in giro non è agevole distinguere un fiordo da un lago, creato da uno sbarramento sommerso, precipitato dalle montagne. Le guide suggeriscono di osservare se ci sono alghe (mare) poi, scherzosamente, aggiungono di controllare se all’interno c’è una nave da crociera (il pescaggio impedisce l’ingresso in un lago), se l’acqua è salata, oppure di chiedere direttamente a loro.

Hellesylt (Norvegia). Il lago di Hornidalsvanet. ©Federico Klausner
Hellesylt (Norvegia). Il lago di Hornidalsvanet. ©Federico Klausner

Stryn

Lasciando il lago si raggiunge Stryn, capoluogo di 7.000 abitanti, dove a giugno si pratica la costosa pesca al salmone selvaggio (100€ al giorno la licenza). Vicino a Strtyn c’è lo Jostedalsbreen, il più grande ghiacciaio dell’Europa continentale e il secondo in Europa dopo il Vatnajokull islandese. Dodicimila anni fa tutta la Norvegia era coperta da ghiaccio, mentre lo Jostedalsbreen ha una età di seimila anni e una forma scolpita da glaciazioni e valanghe. Occupava una grande area e serviva da strada, permettendo di passare da un paese all’atro camminando o sciando in 48 ore. Nel 1700 la piccola glaciazione che colpì tutta l’Europa portò il ghiacciaio alla sua massima estensione e 9 fattorie furono inghiottite. A un quarto d’ora, lungo le sponde del Lago Oppstrynsvatnet, sormontato da alti picchi, un gruppo di casette rosse dai tetti di torba accoglie l’impronunciabile Jostedalsbreen Nasjonalparksenter il museo del ghiacciaio, che offre ai visitatori un filmato divulgativo oltre a una galleria di minerali e di pannelli che raccontano la sua storia. Il giardino esterno affacciato sul lago è un vero parco geologico, dove una serie di massi si riflette nel perfetto specchio del lago immobile.

Hellesylt (Norvegia). Il Jostedalsbreen Nasjonalparksenter, sulle sponde del lago Oppstrynsvatnet ©Federico Klausner
Hellesylt (Norvegia). Il Jostedalsbreen Nasjonalparksenter, sulle sponde del lago Oppstrynsvatnet ©Federico Klausner
Aurlandsfjord (Norvegia). Flåm. ©Federico Klausner
Aurlandsfjord (Norvegia). Flåm. ©Federico Klausner

Flåm

Il villaggio di Flåm sta alla fine nel fiordo di Aurlandsfjord sulla strada principale del Paese che unisce Oslo a Bergen, in un contesto di grande bellezza naturalistica, che vede il vicino Nærøyfjord protetto dall’UNESCO.  Conta 400 abitanti che vivono tra boschi e cascate, il cui isolamento, a dispetto della posizione geografica, è rotto dal nuovo porto che permette l’attracco anche a grandi navi da crociera cariche di turisti, dalla ferrovia, che la collega con Oslo e Bergen e dalla strada. Il centro storico di Flåm è più all’interno a 3 km dal porto. C’è un’antica chiesa del 1667, protestante luterana, di legno con muri dipinti, deliziosa, una scuola e qualche piccola fabbrica di affumicatura tradizionale di carni,  oltre ad allevamenti di capre, pecore e bovini di razza Highland, favoriti dagli aiuti e incentivi a chi vive in piccoli centri per evitarne lo spopolamento. Da Flåm, ormai apprezzatissima meta turistica, parte la Flamsbana, una spettacolare ferrovia panoramica, che in un’ora la collega a Mydral attraverso montagne, gallerie, e valli boscose sfiorando imponenti cascate e che vanta il titolo di ferrovia più ripida d’Europa.

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MSC Grandiosa
MSC Grandiosa

Crociera

Questo viaggio è stato effettuato con MSC Grandiosa, partenza dal porto di Kiel (Germania) e tappe a Copenhagen, Ålesund, Hellesylt, Flåm per un totale di 7 giorni. La nave è confortevole e silenziosissima, con numeri stupefacenti: 2421 cabine per 6330 ospiti, 19 piani (18 perché manca il 17 per scaramanzia) per 330 metri di lunghezza e 43 di larghezza. Varata nel 2019 conta 11 ristoranti, 21 bar, 2 teatri, discoteche, bowling, miniclub (700 mq), Aquapark, piscine, idromassaggi e spa. È una delle navi ecologicamente più avanzate in merito alla pulizia dei gas, alimentazione elettrica della nave in porto, riduzione del rumore radianto in mare che riduce l’impatto sui mammiferi marini di grandi dimensioni, depurazione all’avanguardia per le acque reflue, riduzione delle emissioni di CO2, 28% in meno di consumo di carburante.

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