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Trekking in Irlanda: la Sheep’s Head Way

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Trekking in Irlanda: la Sheep’s Head Way

[b]di Dario Marcucci[/b]

Fino a pochi anni fa, per qualche ragione – misteriosa per il sottoscritto che di economia ne capisce poco – l’[b]Irlanda[/b] sembrava immune alla crisi globale che ancora sferza l’Europa. L’isola verde continuava a godere di un diffuso e quasi sorprendente benessere; lavoro, salari alti… cose che da queste parti ormai son poco più che concetti astratti.
Giovani dall’ [url”Italia”]http://travelglobe.it/Detail_News_Display?ID=73768&typeb=0&Terme-gratis-in-Italia-Il-benessere-che-fa-bene-al-portafoglio[/url], dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Grecia, sbarcavano a [b]Dublino[/b] e Cork per cercare lavoro e spesso lo trovavano. I nativi invece, gli irlandesi, gente simpatica e un poco bizzarra, come tratto distintivo di questa nuova opulenza presero ad acquistare cavalli! Strano ma vero: tante, tantissime famiglie ritrovatesi improvvisamente agiate, si comprarono ognuna un cavallo, o più d’uno; quasi a volersi marchiare d’una nuova nobiltà.

Naturalmente era tutta una pia illusione: la crisi era solo leggermente in ritardo, e non tardò a farsi viva in tutta la sua prepotenza anche nella terra di San Patrizio. Da qui in poi la storia la conosciamo (ahinoi!) abbastanza bene: i prezzi che s’impennano, le tasse, le paghe si abbassano, il lavoro scarseggia… le famiglie di cui sopra si trovano improvvisamente impossibilitate a mantenere i meravigliosi e costosissimi destrieri che avevano orgogliosamente comprato, e li liberano in campagna.
Da qui, dunque, l’enorme quantità di cavalli allo stato brado che ad oggi popolano le campagne irlandesi. Le popolano anche a ridosso delle grandi città, figuriamoci nelle terre più selvagge, nei parchi naturali, nelle zone più wild – quelle di cui parlerò – della contea del West Cork.

[b]Bantry e Kicrohane: i centri abitati da cui raggiungere la “way”[/b]

La [b]Sheep’s Head[/b], nome irlandese Rinn Mhuintir Bhàire, è una penisola che si allunga nell’oceano Atlantico, nell’estremo sudovest dell’Irlanda. È un territorio che coniuga l’asprezza e la magnificenza delle scogliere a strapiombo su un mare sempre tormentato, alla dolcezza delle verdi colline da pascolo tipiche del paesaggio Irish.
La sua anticamera è la cittadina portuale di Bantry, deliziosa località marinara di quattromila anime, famosa per il culto del santo navigatore Brendano di Clonfert (che per gli irlandesi, tra le altre cose, avrebbe pure scoperto l’America prima di Colombo!) e da quest’anno anche per il Wild Atlantic Festival (rassegna di competizioni sportive, sagre di pesce, musica, etc.).
Lasciandosi Bantry e le frenetiche attività del porto (perlopiù mercantili, ma anche d’un qualche interesse turistico) alle spalle, ci si addentra nel cuore della Sheep’s Head. Si supera il piccolo villaggio di Kicrohane e ci si ritrova in un paesaggio incontaminato e di impressionante bellezza.
È per queste terre che si snoda la Sheep’s Head Way, un percorso da trekking di un centinaio di chilometri circa, famosissimo tra i camminatori irlandesi e non solo, che offre scorci e passaggi tra i più selvaggi della nazione.

[b]Sentieri segnati, formaggi e zuppe di pesce[/b]

La Sheep’s Head Way fu fondata da un americano di Philadelphia, Tom Whitty, un escursionista che, trasferitosi in Irlanda con la famiglia negli anni ‘80, comprese subito le potenzialità della penisola come terra destinata al trekking, e quindi da preservare e mantenere intatta nella sua bellezza. Whitty se n’è andato in un tragico incidente nel 1998; fece comunque in tempo ad istituire e inaugurare la Sheep’s Head Way, che consiste in una ragnatela di sentieri che trama tutta la penisola, tenuti estremamente bene e segnati in modo efficiente (insomma molto diversamente da come accade nei nostri parchi naturali, dove la segnaletica è spesso e volentieri scarsa o confusionaria).
Il comitato che gestisce la Sheep’s Head Way è formato dai proprietari terrieri e dai farmers che vivono nella zona. Capita spesso, nel percorrere un sentiero, di dover passare per una proprietà privata; ed è allora che si può godere della sorprendente, rinomata ospitalità irlandese.
[b]Fattorie costellano tutta la regione[/b] interna della penisola; greggi di pecore (non poteva essere altrimenti dato il toponimo) deambulano indisturbate, regine indiscusse del territorio. I formaggi di pecora sono ovviamente il prodotto tipico della zona; ve ne sono una varietà sorprendente e per tutti i gusti: dal delicato al piccante. Il pezzo forte, però, a mio avviso è una straordinaria, ricchissima zuppa di pesce che servono a Bantry praticamente dappertutto: tonno, salmone, merluzzo, patate e porri; un profumo da mandare in solluchero!
Naturalmente in tutta la Way è severamente vietato condurre cani, fosse anche al guinzaglio, e accendere fuochi. E da quelle parti sono severi, quindi sconsigliamo, agli escursionisti interessati, anche solo l’uzzolo di un’infrazione.

[b]Un clima lunatico, tra scogliere e nebbie oceaniche[/b]

Uno degli aspetti più caratteristici e interessanti della zona è il proverbiale, repentino cambio climatico della costa atlantica. Si passa dal caldo secco di un sole che frusta le acque, a raffiche improvvise di vento freddo che spira dal mare. La pioggia è spesso costante, fitta e uniforme, e si lascia dietro un retaggio di arcobaleni straordinari che uniscono le scogliere come ponti di aria colorata.
Ammaliante e suggestivo è [b]ammirare il Sea-Smoke salire dal pelo dell’acqua[/b], e notare, a vista d’occhio, come il vapore dell’oceano vada lentamente ad invadere ogni albero, il terreno, le colline. Anche la nebbia arriva all’improvviso, e nel giro di una trentina di secondi si può passare da una visuale perfetta alla visibilità zero… allora sarà meglio fermarsi ad ascoltare le onde schiaffeggiare gli scogli, che continuare a camminare col rischio di capitombolare giù da una cliff.
L’inverno appena trascorso ha portato con sé una tempesta di enormi dimensioni, che ha divelto in parecchi punti i muretti che fanno da argine alle strette carreggiate che collegano la penisola a Bantry, e sradicato enormi alberi antichissimi. Ci sono state, purtroppo, anche tre vittime, e la furia dell’oceano ha tenuto bloccati gli abitanti di Kilcrohane nelle loro case per qualche giorno.
Insomma, per quanto a poco possa servire nelle umorali terre del West Cork, un’occhiata alle previsioni meteo è d’obbligo prima di avventurarsi per quella che è sicuramente una delle più belle, e a mio avviso la più bella, escursione che la verde Irlanda possa offrire!

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