TIBET E YUNNAN NELLE IMMAGINI DI IRENE KUNG
Quando sono arrivata sul “tetto del mondo” la prima cosa che mi ha colpita è stata l’asprezza del paesaggio. I tibetani, che sono per la maggior parte contadini di montagna e pastori, devono sopportare abbondanti nevicate, venti sferzanti e respirare aria rarefatta vivendo a più di 4000 m sul livello del mare. Abitre in questa terra inospitale è a dir poco arduo. Le loro mandrie di yak, che si sono adattate al clima estremo e alla penuria di cibo per periodi che vanno fino a 7 mesi l’anno, forniscono alcuni elementi essenziali per la sopravvivenza delle comunità tibetane come il latte, la carne e il combustibile per il riscaldamento.
La cultura tibetana è inconfondibile come le sue vette altissime e i suoi laghi sacri e affonda le sue radici in entrambi. La terra e il clima hanno permesso di plasmare la cultura mistica che caratterizza l’altopiano e che è fondamentale per contrastare la durezza della vita quotidiana dei tibetani. Ho visitato monasteri tanto remoti quanto raffinati, costruiti in luoghi spettacolari e reclusi, lontano dalle distrazioni e dalla frenesia delle città. Questi monasteri promuovono e incoraggiano la contemplazione spirituale e l’introspezione, elementi chiave della cultura tibetana. Ho visto monaci che hanno preso un voto di silenzio, evitano le azioni superflue e cercano la pace interiore. Oltre alla meditazione, coltivano la lettura e il dibattito che viene insegnato da maestri usando una tecnica che mi è apparsa come una danza spirituale accompagnata da litanie e musica.
Sono rimasta colpita dalle file di bandiere colorate che ho incontrato durante il mio viaggio sulla maggior parte dei sentieri di montagna, nelle foreste primitive, nelle stupa e nei templi. Secondo i tibetani bandiere e sciarpe emettono vibrazioni spirituali positive. Sono le loro preghiere silenziose agli elementi e ogni colore rappresenta un elemento naturale a cui è rivolta la preghiera. I tibetani si affidano ai venti costanti per trasportarle. Blu è il cielo, bianco l’aria, verde l’acqua, giallo la terra e rosso il fuoco. Durante il mio viaggio mi sono sentita parte dell’esperienza, sono rimasta affascinata dai luoghi sacri e dagli oggetti che sembrano vivere e respirare. Ho affrontato le avversità e l’asprezza del territorio e ho ricevuto tutte le benedizioni insieme ai pellegrini locali. Lo splendore e il misticismo che permeano ogni aspetto del Tibet hanno contribuito a rendere questo viaggio straordinario e indimenticabile.
Irene Kung
Le opere qui presentate fanno parte delle quindici scattate da Irene Kung tra Tibet e Yunnan, nelle quali l’artista ci accompagna in una dimensione senza tempo, attraverso paesaggi in-contaminati, dove la presenza dell’uomo è appena percettibile. In queste nuove opere, nel suo stile inconfondibile, Irene Kung tralascia i fondi neri per fare emergere in modo preponderante il colore, protagonista assoluto di queste immagini di paesaggi lontani e misteriosi, dove il silenzio e il misticismo sono percepibili istantaneamente. Sono immagini potenti e rasserenanti allo stesso tempo, nelle quali lo sguardo si perde nella maestosità dei paesaggi tibetani e scorge dettagli inaspettati.
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Formatasi in ambito pittorico, Kung ha adottato la fotografia come medium privilegiato della propria produzione artistica, sfruttando la sua formazione non solo per impreziosire la componente lirica ed emotiva della sua ricerca artistica, ma anche quella gestuale ed istintiva. L’essenzialità delle inquadrature e la capacità di far emergere i suoi soggetti dallo sfondo esprimono una vicinanza stilistica e concettuale al Rinascimento pittorico italiano: i suoi lavori evidenziano il desiderio razionale di individuare nuove strade possibili per un futuro sostenibile e la rinnovata attenzione all’equilibrio tra umano e naturale..
Allo stesso tempo le composizioni di Kung evidenziano per contrasto l’ambiguità dell’urbanizzazione e della negligenza umana, facendo emergere dalla bellezza una sottile inquietudine.
Descrivere la sofferenza attraverso una rappresentazione raffinata e onirica è – dichiara Irene Kung – “un tentativo di generare un nuovo significato a partire dalle percezioni di un’esperienza emotiva, è un’astrazione che mi conduce dalle zone più in ombra alla dimensione meditativa, fino agli spazi inconsci dell’anima”.
Il suo lavoro è stato pubblicato su testate nazionali ed internazionali come AD, The Sunday Times, The Economist, The Telegraph, El Pais, The New York Times Magazine, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, Io Donna, Le Figaro. È stata invitata dal comitato organizzativo di EXPO 2015 a partecipare con una mostra di fotografie di alberi da frutto al “Cluster della Frutta e Verdura”. Il suo libro Le città invisibili (2012) è stato pubblicato da Contrasto, accompagnato dai testi di Francine Prose e di Ludovico Pratesi. Sempre con Contrasto ha pubblicato anche il libro Trees (2014). Irene Kung vive e lavora in Svizzera.
Courtesy Alessia Paladini Gallery – Via Pietro Maroncelli, 11 – 20154 Milano
MOSTRE PERSONALI SELEZIONATE
Platinum Landmarks, Shanghai, China, 2022
Rough, Tough and Mystic, Beijing, China, 2022
Rough, Tough and Mystic, Milan, Italy, 2021
Timeless Machine Porsche 911, Art Hangar, Saanen/Gstaad
Museo CAMERA, Torino, Italy, 2019
Chiaroscuro Contemporary Art, Santa Fe, NM, USA, 2018
Galleria Valentina Bonomo, Rome, Italy, 2017
“Trees”, Contrasto, Milan, Italy, 2016
“The Garden of Wonders”, EXPO 2015, Milan, Italy 2015
“Verso Oriente”, Forma Galleria, Milan, Italy, 2015
LoretoView, Festival di Fotografia del Paesaggio, Loreto Aprutino, Italy, 2014
Photographica Fine Art, Lugano, Switzerland, 2013
Forma Galleria, Milan, Italy, 2013
The Temple, Beijing, China, 2012
Chiaroscuro Contemporary Art, Santa Fe, NM, USA, 2012
Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italy, 2009
Chiaroscuro Contemporary Art, Santa Fe, NM, USA, 2008
Frantoio, Capalbio, Italy, 2008
Galleria Bonomo, Bari, Italy, 2008
Goedhuis Contemporary, New York, NY, USA 2007
Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires, Argentina, 2007
MOSTRE COLLETTIVE SELEZIONATE
“Civilisation: The Way We Live Now”, travelling exhibition, South Korea, China, France, Australia, New Zealand, France 2018-2021
“Sea(e)scapes. Visioni di Mare”, Galleria Contrasto, Milan, Italy,2017
“Bulgari y Roma”, Thyssen-Bornemisza Museum, Madrid, Spain
“Henri Cartier Bresson e gli altri – I grandi fotografi stranieri e l’Italia”, Palazzo della Ragione, Milan, Italy
“Capri Trend”, travelling exhibition, Turkey, Mexico, South Africa, Azerbaijan, 2014-2015
“NY B&W”, Pobeda Gallery, Moscow, 2014
“Photolux Photography Festival”, Lucca, Italy, 2013
“Sense of Place”, BOZAR, Centre for Fine Arts, Brussels, Belgium, 2012
“Mare Nostrum”, Certosa di San Giacomo, Stanze del Priore, Capri, Italy, 2012
“Il Fuoco della Natura”, Museo Ex-Pescheria, Salone degli Incanti, Trieste, Italy, 2012
“Visioni Urbane”, Fondazione Forma per la Fotografia, Milan, Italy, 2011
“Nature Sensibili”, Fondazione Forma per la Fotografia, Milan, Italy, 2010
SPECIAL PROJECTS
Genesis Beijing, 2018
Porsche 911 Art Project, 2018
Expo Milano, 2015
BOOKS
Civilization: The Way We Live Now. Thames&Hudson, 2018.
Trees. Contrasto, 2016.
Henri Cartier-Bresson e gli altri. Contrasto, 2015.
9 Photographers for the Planet. Contrasto, 2015.
The Invisible City. Contrasto, 2012
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