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Tanabata: la festa giapponese delle stelle innamorate

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Tanabata: la festa giapponese delle stelle innamorate


di Redazione | Instagram

Paese di riti e cerimonie, il Giappone non perde occasione per cercare di propiziarsi la benevolenza dell’Universo. Con il Tanabata, la festa delle stelle innamorate, le strade si colorano di lanterne e preghiere, ma quali sono le sue origini?

Tanabata: come è nata la tradizione

Lanterne di carta e origami legati a rami di bambù animano le strade durante la festa delle stelle innamorate. Il bambù è considerato sacro per il simbolismo – è una pianta che punta al cielo –  e per le proprietà curative delle foglie: aiutano ossa, muscoli e cartilagini a restare ben nutriti. Le preghiere e i desideri scritti sulla carta verranno portati verso il cielo per essere esauditi.

Il Tanabata, uno dei tanti rituali giapponesi, viene festeggiato dal 755, quando l’imperatrice Koken portò a corte questa celebrazione legata alla mitologia cinese.

Secondo la leggenda, l’avvenente tessitrice Orihime (corrispondente alla stella Vega) e il mandriano Hikoboshi (il nostro Altair) si innamorarono a tal punto da trascurare i propri doveri, così com’erano impegnati a stare sempre insieme. Il comportamento fece arrabbiare Tentei, padre di Orihime e sovrano di tutti gli dei, che decise di separare gli innamorati sulle sponde opposte del fiume celeste. I giovani, però, erano troppo tristi per tornare alle proprie incombenze e Tentei concesse alla figlia di vedere l’innamorato solamente una notte all’anno. Da allora, ogni 7° giorno del 7° mese, uno stormo di gazze crea un ponte che permette agli innamorati di incontrarsi: per questo motivo ogni 7 di luglio si celebra il ricongiungimento di Orihime e Hikoboshi.

In realtà, il Tanabata, secondo l’antico calendario lunare, cade nell’attuale mese di agosto. Tuttavia, nella settima notte del settimo mese di entrambi i calendari, se il cielo è sereno, è possibile vedere alte nel cielo le stelle Vega e Altair: i due innamorati divisi dalla Via Lattea.

NASA, ESA Credit: A. Fujii

Come si festeggia e cosa si mangia

I rituali iniziano iniziano la sera precedente quando, per scongiurare la pioggia, si appendono alle finestre i TeruTeru bozu: un po’ bamboline e un po’ demoni in grado di spaventare le nuvole e farle scappare.

I desideri espressi in questa notte magica raggiungeranno gli dei e si potranno realizzare. Per questa ragione, allo scoccare della mezzanotte si bruciano i tanzaku (strisce e origami su cui si sono scritte le preghiere), in modo che il fumo possa salire fino al cielo, oppure si affidano a un corso d’acqua.

Per tradizione, infine, si mangiano i somen: spaghetti di riso freddi con verdura, uova e gamberi. Una vera e rinfrescante delizia.

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