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Sudafrica gourmet: un viaggio alla scoperta della cucina locale

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Sudafrica gourmet: un viaggio alla scoperta della cucina locale

di Francesca Spanò|@francynefertiti

Tradizione, street food, innovazione e un mix di sapori intensi e colori: la cucina, in Sudafrica, è un vero e proprio rito da consumare con calma e da vivere con passione. I piatti locali sono solo un’alternativa di pasto, perché non meno interessanti sono quelli provenienti dalle cucine del resto del mondo. Il viaggiatore può, dunque, concedersi uno spuntino per strada o in un ristorante stellato, coccolando allo stesso modo il palato.

Alla scoperta della Rainbow cuisine

La cucina arcobaleno rispecchia l’identità di una intera nazione e non è un caso che il Sudafrica sia stato inserito nella classifica delle mete enogastronomiche da riscoprire quest’anno da Lonely Planet. Tante le opportunità golose ci si può concedere un piatto a base di pesce lungo la Garden Route, un curry nella Indian Area di Durban, una sfrigolante delizia malese del Capo o un braai nella natura incontaminata. Basta scegliere l’itinerario e l’avventura può iniziare.

Cape Town Coast
Cape Town Coast

Curry e altre specialità della cucina Cape Malay

Partendo dal Capo si trovano diverse alternative tra i fornelli, ma la regione è connessa soprattutto alla tradizione Cape Malay. La sua storia ha radici lontane, legate soprattutto al XVII secolo e ogni volta che se ne assaggia una pietanza si fa un vero e proprio viaggio nel tempo tra sapori asiatici e malesi, prevalentemente halal. La base è costituita dalle spezie, in particolare curcuma, zenzero, anice stellato, cardamomo, finocchietto selvatico, paprica, cumino, alloro, coriandolo, semi di senape, zafferano, noce moscata e tamarindo, che insaporiscono carne o pesce – solitamente agnello o pollo, ma anche aragosta per le grandi occasioni. Vengono abbinate al riso, per lo più basmati. Si tratta del Curry del Capo, che differisce leggermente da quello di Durban per il condimento. Chi cerca il meglio delle proposte malesi, deve raggiungere il quartiere di Bo-Kaap, ex township sulle pendici di Signal Hill, dove provare ristoranti come Bismillah con specialità come pies di carne, bredie (stufati) di carne o verdura, bobotie (pasticci di carne) e koesisters, gnocchi dolci fritti e spolverati con cocco. 

cucina Sudafrica
cucina Sudafrica

I must sudafricani: cibo di strada e non solo

In primo piano in questo senso, c’è il sandwich delle township vera e propria star di settore. Prende diversi nomi a seconda del luogo: a Johannesburg si chiama kota ed è così popolare da essere il protagonista di un festival a tema. A Durban, invece, è bunny chow, servito con curry di agnello. Ancora, a Pretoria si usa il il termine locale sphathlo e a Cape Town si trova in formato baguette col nome di gatsby. Da provare anche il biltong, fettine di carne essiccata, solitamente di manzo, ma esistono anche biltong di struzzo, springbok e kudu. I golosi, poi, devono assaggiare i vetkoek o amagwinya, panini fritti solitamente ripieni di carne e formaggio, mentre i più coraggiosi potranno optare per i walkie talkies, zampe di gallina fritte o alla brace. Le aree rurali sono la patria dello smiley (testa di pecora), piatto tipico della tradizione Xhosa. 

L’enogastronomia sudafricana ha un nuovo volto

Gli amanti della buona cucina, a Cape Town si danno spesso appuntamento lungo lungo il V&A Waterfront, dove Pier propone un menù sofisticato a base di pesce e piatti vegetariani preparati dalla chef Roxy Mudie e dalla sua brigata, mentre per le Winelands, c’è Dust il progetto provocatorio degli chef Darren Badenhorst e Callan Austin, che puntano tutto su fermentazione e cucina senza sprechi. A nord del centro Johannesburg c’è Zioux con una carta in grado di proporre ostriche, caviale, tacos creativi e cocktail scenografici che spaziano dal Sudafrica – con il Boerewors Old Fashioned, a base di bourbon realizzato con tecnica fat wash, sciroppo di semi di coriandolo affumicato e bitter all’arancia –  al Messico, la cui atmosfera è racchiusa in Agua de Me-hee-ko, preparato con tequila, orzata, succo di lime, succo di mango, estratto di habanero e bitter alla pesca. A 20 minuti da Durban, The LivingRoom, presso Summerhill Guest Estate ha come protagonista la sostenibilità. Per concludere, ecco una full immersion al Klein An, dello chef sudariano Jan Hendrik van der Westhuizen (Westhuizen (stella Michelin nel 2016). Cresciuto in una fattoria nella provincia rurale del Mpumalanga, lo chef ha scelto l’area del Kalahari per riportare in Sudafrica lo spirito del JAN, il suo ristorante stellato di Nizza. Per maggiori informazioni: www.southafrica.net

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