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Slab City: la città californiana senza regole, che non esiste su nessuna mappa

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Slab City: la città californiana senza regole, che non esiste su nessuna mappa

di Melania Bresciani | Instagram

Nel mezzo del deserto californiano, Slab City appare come un miraggio, un insieme di colori, costruzioni e stranezze. Sembra di essere in un film ma è tutto vero, tanto quanto i suoi eccentrici abitanti, hippie e nomadi.

Slab City è una città che non esiste, è “l’ultimo posto libero sulla terra”. Non si trova su nessuna mappa e non ci sono indicazioni stradali per raggiungerla.

Ci troviamo negli Stati Uniti, precisamente nel sud-est della California, vicino al Lago Salton, famoso per la sua spiaggia fatta di ossa, che contribuisce ad aumentare l’inquietudine che aleggia intorno a questa curiosa città.

Slab City: la città dei nomadi

La cittadina nasce negli anni Cinquanta, ma è dagli anni Ottanta in poi che diventa un vero e proprio villaggio e una celebrazione alla libertà e agli stili di vita alternativi.

Slab City è, a tutti gli effetti, un villaggio abusivo, un agglomerato di camper, roulotte, autobus in disuso, capanne e strane costruzioni colorate. Tutto ciò rende lo scenario decisamente post-apocalittico e molto strano.

Durante l’inverno, quando le temperature del deserto sono più sopportabili, Slab City si anima con migliaia di persone eccentriche che decidono di trascorrere un periodo nella città più libera d’America. Mentre in estate, quando i 50 gradi del deserto rendono la vita molto più difficile, sono in pochi che decidono di rimanere, e sono gli Slabbers, i residenti permanenti. Che per ovvi motivi sono pochi, non superano i 200.

Come si vive nella comunità degli Slabbers

slab city cosa fare

Lo Slabber più famoso è stato senz’altro Leonard Knight, artista visionario, che ha vissuto qui per vent’anni e che costruito la Salvation Mountain, una montagnetta artificiale ricoperta di pittura e addobbata con simboli e versi della Bibbia, simbolo di questo luogo.

Per vivere a Slab City le persone devono avere un grande spirito d’adattamento: non essendoci elettricità né acqua corrente, gli abitanti fanno affidamento su pannelli solari e su un sistema di scarico personale. C’è una doccia comune e una cisterna di cemento alimentata da una sorgente di acqua calda. Nella comunità, inoltre, non ci sono regole né qualcuno che le faccia rispettare, e questa zona non è tutelata dal Governo Americano.

Non mancano, infatti, episodi di sparatorie o di un camper bruciato per una controversia tra residenti, ma sono episodi molto rari.

Anche perchè, contrari alla tecnologia fino a un certo punto: da qualche tempo si sono modernizzati, e su Airbnb si trovano due alloggi per chiunque voglia provare a vivere come un vero Slabber per almeno un giorno. Insomma, i turisti sono i benvenuti, e gli abitanti assicurano che gli episodi di violenza sono sempre più rari.

Ma la cittadina è anche un luogo di cultura, c’è la biblioteca della comunità, un giardino di sculture, la possibilità di giocare a golf, e tanta musica dal vivo nei circoli sociali e una caffetteria.

Di certo Slab City rappresenta un modo di vivere alternativo, un luogo di culto e un inno alla libertà. Un luogo che, per quanto lontano dal nostro modo di vivere, merita di esistere. Un luogo così particolare e unico al mondo che è stato citato sia nel libro di Jon Krakauer “Terre Estreme”, che nel film “Into the Wild”, dove tra l’altro alcuni abitanti presero parte alle riprese.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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