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Rotta di Enea: il viaggio dell’eroe cantato da Virgilio

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Rotta di Enea: il viaggio dell’eroe cantato da Virgilio

a cura di Redazione

La Rotta di Enea, itinerario – da Troia in fiamme alle coste del Lazio – che ripercorre le tappe del viaggio dell’eroe cantato da Virgilio, ha ricevuto il riconoscimento di Itinerario Culturale certificato dal Consiglio d’Europa: 21 tappe principali lungo il Mediterraneo e comprende in Italia sei regioni toccate dalle navi troiane: Puglia, Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata e Lazio.

Rotta di Enea, le tappe

L’itinerario parte da Troia per arrivare a Roma attraversando cinque paesi: Turchia, Grecia, Albania, Tunisia e Italia. Il percorso si snoda intorno a 21 tappe principali, che toccano sette Siti Unesco (Troia, Delo, Butrinto, Monte Etna, Cartagine, Parco del Cilento e Vallo di Diano, Roma), tre Parchi nazionali (Monte Ida in Turchia, Parco Nazionale di Butrinto in Albania e Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano in Italia sulla costa tirrenica), per arrivare nell’area metropolitana di Roma, città simbolo della comunanza mediterranea e dell’Unione Europea a partire dai Trattati di Roma del 1956. 

La Rotta di Enea coinvolge il Mediterraneo centro-orientale, tutte le regioni del Mezzogiorno continentale e la Sicilia, configurandosi come un progetto per il rilancio della cultura e dell’economia del mare e come una strategia complessiva per la valorizzazione di tutta la costa dell’Italia centrale e meridionale, dei suoi patrimoni archeologici e paesaggistici e delle sue produzioni di qualità.

I luoghi di Enea in Italia

Sicilia

La Sicilia ha un ruolo centrale nel viaggio di Enea: dopo la fuga precipitosa dalle isole dei Ciclopi, rasentando la costa sud-occidentale le navi troiane entrano nel porto di Drepanon (Trapani). Qui muore Anchise e in questo luogo, l’anno successivo, dopo la lunga sosta a Cartagine, i troiani celebrano i giochi in sua memoria. Intanto un gruppo di donne, stanche del lungo peregrinare, incendiano alcune delle navi: Enea decide così di lasciare in Sicilia quanti non intendano proseguire, anziani, donne e bambini, e per loro vengono fondati la città di Acesta (Segesta) e un tempio dedicato a Venere Ericina (nella attuale Erice), nonché un luogo di culto per Anchise. Il teatro delle vicende è l’angolo più occidentale della regione, dove abitava il popolo degli Elimi, i cui centri principali furono Segesta, Entella ed Erice, della quale Drepanon era il porto. 

Palinuro

Palinuro era il mitico nocchiero di Enea caduto in mare vinto dal dio Sonno mentre portava la flotta di Enea verso le coste italiane. Sulla costa resta un sepolcro identificato con il cenotafio di Palinuro. Numerose sono le attrazioni naturalistiche e paesaggistiche della Costa degli Infreschi, parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nell’ambito del programma “Man and Biosphere”.

Cuma – Pozzuoli – Campi Flegrei

Cuma rappresenta la prima colonia greca non solo della Magna Grecia, ma di tutto il Mediterraneo occidentale. Il monumento forse più famoso di Cuma è il cosiddetto Antro della Sibilla. Nell’Eneide la Sibilla ha la doppia funzione di veggente e di guida di Enea nell’oltretomba, il cui ingresso, secondo la leggenda, era dal lago Averno. Al di là della fama che il monumento ha acquisito grazie a questa interpretazione, gli studi archeologici lo ritengono oggi una galleria militare di età sannitica. 

Pozzuoli, l’antica Puteoli, fu fondata nel 528 a.C. nell’insenatura occidentale del Golfo di Napoli da greci profughi da Samo. Poiché si trovava nell’area di influenza di Cuma, in una prima fase ebbe un ruolo secondario rispetto alla vicina metropoli, ma, decaduta Cuma, avviò una propria vita politica e militare. La città si può dividere in quattro settori: l’acropoli, il porto, il quartiere marittimo e i quartieri superiori, dove, insieme alle residenze più ricche, si trovavano le terme, lo stadio, le cisterne, gli anfiteatri. Di straordinario fascino è il promontorio noto come Rione Terra; recentemente restaurato si sviluppa su due livelli: una città oggi ipogea di epoca greco-romana e un livello superiore sviluppatosi in epoca moderna fino allo sgombero forzato nel 1970 dovuto a intensi fenomeni bradisismici.

Il Parco archeologico dei Campi Flegrei custodisce tesori straordinari ed è impegnato in una importante opera di valorizzazione. 

Gaeta

Secondo Virgilio Caieta avrebbe tratto il nome da quello della  nutrice di Enea che fu sepolta in questo luogo. Gaeta fu celebrata in ogni tempo per la varietà dei panorami, la mitezza del clima e la bellezza del paesaggio: soprattutto dalla tarda repubblica accolse ricche ville di esponenti dell’aristocrazia urbana e dei ceti dominanti locali (cavalieri, imprenditori o anche arricchiti dell’ultima ora), e perfino di membri della famiglia imperiale, che vi si insediarono, occupando ogni insenatura e ogni angolo del litorale.

Roma

Numerosi sono i luoghi del Parco archeologico del Colosseo connessi con la saga di Enea.
Sul fianco sud occidentale del Palatino c’è un passaggio antichissimo che Virgilio racconta essere stato percorso da Enea insieme al re Evandro: sono le Scalae Caci, il cui nome deriva dal gigante mitologico Caco, avversario di Ercole. La causa del loro scontro è rappresentata in uno degli affreschi della Casina Farnese, piccolo e prezioso edificio rinascimentale costruito sulla cima del Palatino: lì il gigante, che viveva in una grotta dell’Aventino, è raffigurato alle prese con uno dei buoi consacrati ad Apollo, e rubati all’eroe. 

Il Museo Palatino conserva invece il frammento del volto di una dea: è il Palladio, la statua della dea Atena che Enea portò via con sé assieme al padre Anchise e al figlio Ascanio-Iulo durante la fuga da Troia verso le coste del Lazio. 

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