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Rodano-Alpi: cultura e art de vivre

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Rodano-Alpi: cultura e art de vivre

di Federico Klausner

Appena oltre le Alpi, appoggiata ai confini italiani la regione francese Rodano-Alpi è famosa per località sciistiche tra le più celebrate al mondo. Chamonix, Courchevel, Megève, ai piedi del Monte Bianco, e altri 74 comprensori, ne fanno un paradiso per sciatori a livello mondiale.

Non solo neve

La regione ha però molto alto da proporre al di là dell’incantevole paesaggio innevato. La sua offerta culturale la pone al secondo posto per numero di musei, 200, dopo l’Île-de-France, a cui si sommano ben 108 siti culturali (castelli, siti architettonici, case di personaggi illustri, ecc), che superano i 10.000 visitatori all’anno.

Un po’ d’Italia

A Chambéry, un centinaio di km dal nostro confine c’è ancora un po’ d’Italia. Nell’antica capitale dei Duchi di Savoia sopravvivono la Sainte Chapelle, che ospitò la Sacra Sindone, la Cattedrale, con la più grande raccolta di trompe l’oeil di Europa e numerosi palazzi nobiliari dell’epoca, accanto a edifici moderni opera di architetti di fama, come quelli del ticinese Mario Botta. Con le infrastrutture da grande città e le dimensioni a misura d’uomo Chambéry riflette l’arte de vivre, grazie anche alle specialità della cucina del suo territorio, che si possono gustare al meglio nello stellato [i]Côtè Marché[/i] , il cui menu esalta le materie prime. Appuntamenti da non mancare sono il Mercatino di Natale e La grande braderie, spettacolare mercato dell’antiquariato che si tiene due volte all’anno a fine aprile e fine settembre.

Design

Il senso del bello è l’impegnativo tema cui è dedicata la IX Biennale del design di Saint-Étienne capace di 140.000 visitatori nel 2013 e quest’anno conterà più di una sessantina di esposizioni ed eventi nell’arco di un mese. L’obbiettivo è mostrare che sono possibili altre strade rispetto a quelle ripetitive create dalla globalizzazione e far scoprire ciò che il gesto estetico può offrire. Saint-Étienne è l’unica città francese UNESCO del design e fa parte delle rete città creative, tra cui: Buenos Aires, Berlino, Graz, Shanghai e Seul. Novità di quest’anno il Parco Museo della miniera di Couriot che riapre dopo 30 mesi di lavori e permette una visita nel cuore di uno dei più grandi bacini minerari del XX secolo. Intorno alla città si apre il dipartimento della Loire. Da visitare Montbrison, la Venezia medievale con le sue stradine antiche, [b]Charlieu[/b], con le sue antiche dimore di pietra e graticcio e [b]Sainte-Croix-en-Jarez[/b], uno dei più bei villaggi di Francia con al sua curiosa certosa divenuta villaggio.

La capitale della gastronomia

Seconda città francese e capitale della provincia Rodano-Alpi Lione è anche la capitale della gastronomia francese per qualità, una quindicina i ristoranti stellati, e quantità, oltre 2000 locali che spaziano dai tradizionali Bouchons Lyonnais alle antiche brasserie. Nel 2015 il celebre Paul Bocuse festeggerà i 50 anni di 3 stelle nella guida Michelin e verranno organizzati molti eventi in suo onore. Oltre alla buona tavola Lione offre un patrimonio architettonico eccezionale, inserito nella lista UNESCO e alcuni musei di eccellenza tra cui l’Institut Lumière dedicato all’invenzione, proprio a Lione, del cinema. Il 20 dicembre vedrà anche l’apertura del Musée des Confluences luogo d’incontro dedicato alla conoscenza, costruito alla confluenza del Rodano con la Saona, propone un viaggio nella storia dell’uomo e della Terra attraverso una innumerevole serie di oggetti. Ma è l’edificio in sé strabiliante: costruito dalla società viennese Coop Himmelb(l)au , famosa in tutto il mondo per i suoi progetti di scuola decostruttivista, è una struttura di acciaio e cristallo a metà tra una nuvola e una astronave.

Grotte e chiese

Antica di 36.000 anni e iscritta nel patrimonio UNESCO come uno dei primi capolavori dell’umanità, la grotta del Pont d’Arc è finalmente visitabile. O meglio è visitabile una sua copia, a pochi km dal sito originale, in cui mediante complesse tecniche 3D sono stati riprodotti 8.000 mq di pavimenti, pareti e soffitti con impronte di mani, segni misteriosi e dipinti di animali preistorici. Non si può visitare neppure il monastero della Grande Charteuse, sede dell’ordine dei certosini, tutt’ora abitato da 30 monaci che dividono la vita tra silenzio , preghiera e solitudine, ma il Museo della Grande Chartreuse, storica dépendance del monastero, invece sì, e permette di farsi una idea precisa della vita che si svolge dietro le mura. Arroccata ai pedi dell’omonimo massiccio montuoso, custodisce ancora il segreto della distillazione del celebre liquore Chartreuse, l’Elisir Vegetale che qui veniva inizialmente prodotto. Ora la produzione avviene nella fabbrica di Voiron, dipartimento di Isère, sempre sotto la supervisione dei monaci del monastero, che sono gli unici a custodire la ricetta originaria.

Info: Ente del Turismo francese

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