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Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
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RARA. IL LAGO DEL LEOPARDO DELLE NEVI

Fotografie di Bruno Zanzottera. Testo di Silvia Antonini (estratto)

In verità, per chi si avventura verso le acque cristalline del lago Rara il più grande e profondo lago del Nepal che dal 1976 è al centro dell’omonimo parco nazionale, le possibilità di avvistare la creatura più misteriosa tra tutti i felini sono pressoché nulle, nonostante il leopardo delle nevi sia segnalato assieme all’altrettanto elusivo panda rosso, tra le attrazioni del parco. Ma il mancato avvistamento non deve deludere troppo. Viaggiando verso il Lago Rara e il distretto di Mugu si va alla scoperta di un Nepal per molti versi semisconosciuto. Fino ad una decina di anni fa il lago era raggiungibile solo con percorsi a piedi di svariati giorni e il parco nazionale non registrava più di duecento visitatori all’anno. Oggi la meta non è più così remota. Con un piccolo aereo si può raggiungere il borgo di Jumla, che richiama i villaggi di frontiera in pieno stile far west – il far west nepalese – sul fondo di una valle ai piedi della catena montuosa del Mahabharat. Da qui una strada, che assomiglia molto ad una mulattiera, permette anche ai viaggiatori meno sportivi di raggiungere in auto l’ingresso del parco nazionale a poche ore di cammino dalle rive del lago.

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

Se questo fatto ha portato ad un aumento del turismo, soprattutto locale, con molti nepalesi ‘cittadini’ che vengono semplicemente per vedere il lago e ripartire immediatamente il giorno successivo, non ha però tolto fascino al resto della regione, rimasta un luogo semi disabitato con piccoli agglomerati di poche case dove la gente vive di pura sussistenza in maniera del tutto autarchica. Gli stranieri sono ancora pochi ed il loro passaggio suscita la curiosità degli abitanti, che osservano i viaggiatori ‘in arrivo da dietro le montagne’ come dicono loro, con sguardi carichi di timidezza frammista all’innata gentilezza orientale. In genere si tratta di gruppi di trekker organizzati con tende e in buona parte autosufficienti, anche perché pure nei villaggi più grossi tutto è così spartano, che può accadere che l’unica guest house sia anche la macelleria del paese, dove gli abitanti si recano all’alba ad acquistare la carne da poco macellata.

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

I villaggi che si trovano subito fuori dal parco – dopo l’istituzione del parco nazionale tutti gli abitanti hanno dovuto trasferirsi all’esterno – come quello di Murma situato a un paio d’ore di cammino dal lago, sono abitati dall’etnia chetri. Le donne indossano lunghe gonne di tessuti stampati che in tempi recenti hanno sostituito quelle realizzate artigianalmente su telai rudimentali, ed hanno un vistoso anello dorato alla narice. Sui volti portano i segni di una vita di fatiche che non ne scalfisce la dolcezza dei lineamenti. Sono loro a svolgere buona parte dei lavori manuali, come la semina dei campi, il raccolto ed anche il trasporto sulla schiena, apparentemente senza troppa fatica, di sacchi di patate che arrivano a pesare anche 60 kg. A questo naturalmente si aggiungono la cura dei figli ed i lavori domestici.

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

A fine novembre a Murma e negli altri villaggi della regione gli abitanti sono indaffarati a immagazzinare il fieno per l’inverno. Le donne, salgono e scendono velocemente le ripide scale in legno intagliato che portano dal selciato, dove si trovano le stalle, al tetto piatto che funge da aia e fienile, passando per la vera e propria abitazione al piano intermedio.

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

Chi deve sostare per la notte si adatta alle abitudini  locali. Tutto è molto essenziale. Al mattino il chapati viene impastato e cotto al momento. Non c’è molta varietà nell’alimentazione, non è possibile averla. Il dhal bhat, la zuppa di lenticchie con curry di patate servita col riso rappresenta la base dell’alimentazione, quando non l’unica scelta possibile.

Nelle case  non esistono sedie, si sta seduti a terra o su tavolette di legno e ovviamente non ci sono neanche i tavoli. Nella lingua nepalese la parola “tavolo” neanche esiste, proprio perché nella maggior parte del Nepal un tempo non veniva proprio usato. È stato introdotto solo successivamente, dopo il contatto con il resto del mondo, ma non ancora dappertutto sulle montagne intorno al Rara. 

In autunno, la sera le temperature scendono facilmente intorno agli zero gradi e tutto il nucleo familiare si raduna in cucina, l’unica stanza riscaldata. Queste stanzine non hanno quasi mai una vera e propria porta, ma una ribaltina che la chiude per metà. Sono spesso invase dal fumo, al punto che bruciano gli occhi e non si può evitare di tossire

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

Non tutti sono abili ad alimentare la stufa di lamiera con una rudimentale ventola, che sembra un phon per capelli, che alza tutta la fuliggine. E nessuno ha mai detto loro che bruciare la plastica nella stufa può essere nocivo. Ma che importa? Qui si sta con la porta aperta, anche se entra il freddo. Sono comuni scene di vita povera, in cui la madre allatta il figlio più piccolo mentre allontana quello più grandicello in cerca di attenzioni o un boccone di riso in più, mentre il padre fuma una sigaretta imperturbabile, come se in quel tugurio non ci fosse fumo a sufficienza.

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
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Appena fuori dal villaggio una serie di terrazzamenti coltivati spezzano il bosco di conifere che scendono verso una valle molto profonda, dove il sole sembra non arrivare mai. Dai campi giungono le voci dei bimbi, anche loro al lavoro con le famiglie. Le donne che si incrociano lungo il sentiero trasportano carichi di frasche impressionanti sulle loro schiene. Anche i bambini portano paglia e frasche sulla schiena. Le madri gliela mettono per gioco, ma in questo modo li preparano al loro futuro. Poco oltre accampamenti di pastori con il loro gregge, che si spostano tra queste montagne riparandosi in capanni di fortuna.

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
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Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

Una volta entrati nel parco nazionale, oltre ai boschi di antichi pini blu, abeti rossi e cedri, vi si trovano anche diverse erbe selvatiche che sono utilizzate nella fitoterapia tradizionale, come il prezioso yarsagumba, fungo dalle molteplici proprietà curative, si dice anche afrodisiache, che è diventato uno dei fattori di crescita dell’economia locale e può valere oltre 5mila dollari al kg (diverse volte il reddito medio annuo di un nepalese)..

Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera
Nepal. Lago Rara. ph ©Bruno Zanzottera

Qui, a un’altitudine di quasi tremila metri, all’interno del più piccolo parco nazionale del Paese (solo 106 chilometri quadrati), lontre, tre specie di trote endemiche, 200 specie d’uccelli, capre blu dell’Himalaya oltre ai già citati e pressoché invisibili panda rossi e leopardi delle nevi, trovano un ambiente protetto dove vivere. Il territorio attorno si presenta come un susseguirsi di foreste e picchi innevati con paesaggi che sembrano ricordare le nostre Alpi.

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