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PROCIDA | LA CULTURA NON ISOLA

Testo e foto di Vittorio Giannella

Se non si è mai stati, se pur per qualche momento, tutt’intorno circondati dal mare, non si può avere il concetto giusto del mondo. (J.W.Goethe)

La cultura non isola”, questo lo slogan che l’amministrazione di Procida ha presentato alla giuria per la candidatura a Capitale della Cultura 2022, presieduta da Stefano Baia Curioni, sbaragliando gli altri nove pretendenti per il titolo, tutti di alto profilo. È la prima volta che questo prestigioso riconoscimento va a un’isola e non a un capoluogo di provincia. “La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria e presenta elementi di attrattività e qualità eccellenti”. Paesaggi e atmosfere che si ritrovano tra le pagine de “L’isola di Arturo” il libro della Elsa Morante, la storia di un ragazzo degli anni ‘40 che, orfano della madre, trascorre l’adolescenza nella piccola isola, facendo scorta di sogni in attesa del ritorno del padre giramondo, che Arturo idealizza come l’eroe delle sue storie. O tra le righe di “Graziella” di Alphonse De Lamartine, scrittore francese che, fermatosi qui 14 mesi nel 1812, s’innamorò di una giovane orfana che viveva con i nonni e fratelli. Un programma ben nutrito attende i visitatori amanti della cultura: 330 giorni di programmazione a partire dal 22 gennaio 2022, 44 interventi culturali con la partecipazione di 240 artisti, 40 opere originali e 8 spazi, oggi in stato di abbandono, rigenerati, come il Palazzo d’Avalos, l’ex carcere borbonico a Terra Murata. Questi i numeri messi in campo per un maggiore sviluppo economico e sociale a base culturale.  “La cultura pensata come pane quotidiano, finalmente” afferma Baia Curioni.   Meno incline al turismo di massa, più intima, Procida in questo periodo vive la dimensione più vera. Un piccolo angolo di mondo capace di innescare indimenticabili emozioni. Le case di Marina di Corricella, con i muri sbrecciati dalla salsedine, molte con colori leggeri e stinti, sono un esempio di architettura spontanea, che inizia tra l’alto Medioevo e il XVIII secolo per ospitare i pescatori, con i caratteristici archi, scalette e terrazzi, dove i gabbiani vanno ad asciugarsi dopo una giornata di tuffi, e offrono allo sguardo la vista del mare, aperto all’infinito. Non a caso a Procida tanti uomini di mare hanno voluto una tomba di fronte alle onde che hanno solcato per tutta la vita. È piccola Procida, pochi chilometri quadrati, ma per visitarla bene in ogni suo angolo bisogna noleggiare una bici con pedalata assistita, sufficiente qui, dove non esistono forti dislivelli. Si raggiungeranno i faraglioni di Ciraccio, Chiaiolella con la spiaggia di cenere vulcanica, o Punta Serra. Tappa obbligata è un caffè in Piazza dei Martiri, con affaccio sul porticciolo di Corricella, rinfrescati dalla brezza serale mentre le campane della chiesa di Santa Maria delle Grazie suonano e richiamano le pie donne alla messa evocando atmosfere antiche.    

In apertura: vista sul porticciolo del piccolo borgo marinaro di Corricella con i colori del tramonto. Domina su tutto Terra Murata, la parte più alta e antica di Procida. A fianco: le barche e le case della Corricella con i colori tenui delle antiche case dei marinai visibili da molte miglia. 

Battuta sempre dal vento, la ex chiesa di Santa Margherita Nuova da qualche anno è stata trasformata in spazio espositivo. Da qui la vista spazio sull’isola di Ischia e Capo Miseno, poco distante.

La via in salita porta alla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

A sinistra: un passato geologico di fuoco ha forgiato Procida, che attualmente, ha uno sviluppo costiero di 19 chilometri con una superficie di 4,3 chilometri quadrati, ed è la più piccola delle isole che delimitano il Golfo. A destra: I faraglioni di tufo vulcanico di Ciraccio, raggiungibili mediante una striscia di spiaggia libera, chiusa da un’alta falesia lavorata dal vento e dalla salsedine, ricoperta di vegetazione mediterranea.

Doppia pagina precedente: la torre merlata di un antico palazzo di fronte al porto di Marina Grande, punto di attracco dei traghetti e aliscafi provenienti da Napoli Beverello. Sotto: “Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù a scherzare in quell’acqua”, questo si legge nel libro di Elsa Morante “L’isola di Arturo”, scritto a Procida. Pesca subacquea nel mare cristallino di Punta Lingua, ricca di mitili e ricci di mare.

Camminando sul molo di Marina Grande ci si può imbattere in un’immagine che non si sapeva neanche di cercare: il riflesso di un gozzo sul mare mosso da una leggera brezza.

A sinistra sopra: sul molo di Marina Grande ogni giorno verso le 16, rientrano i pescherecci e scaricano il pescato. Qui i turisti ritrovano il piacere delle cose belle e semplici della vita, come comprare il pesce e contrattarne il prezzo, gesti ormai dimenticati in città. A sinistra sotto: pescherecci d’altura ancorati nel porticciolo di Corricella, dominato dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Qui non si vedono quelle imbarcazioni eleganti, da sport o da crociera, che popolano sempre in gran numero le altre isole dell’arcipelago, ma solo gozzi e barche da pesca.

 

Sopra: uno dei tanti ex voto lasciati qui nella chiesa dell’Annunziata, da marinai scampati a un naufragio.

Sotto: tra i vicoli stretti di Marina Grande, sempre senza sole, antichi di secoli, il vento porta il suo carico di profumi di terra e di mare. Tanti i ristorantini dove rilassarsi e staccare la spina preparano fritti e piatti di pesce che difficilmente si scordano, innaffiati da ottimi vini, il tutto a prezzi modici.


 

 

A destra: specialità culinarie isolane: spaghetti e gamberi e crudità di mare.

 

 

Figlia di poderose eruzioni vulcaniche Procida ha un terreno fertile, ideale per la crescita e coltivazione di ortaggi come pomodori, melanzane, peperoni e frutta dal sapore dolcissimo, come le pesche. A Procida quando ci si perde ci si ritrova sempre davanti a un piccolo giardino profumato di limoni, gli assoluti sovrani della piccola isola.

Doppia pagina precedente in senso orario: la piazzetta di Corricella dedicata all’indimenticato Massimo Troisi, protagonista del film, in gran parte girato qui, Il Postino. Angolo di Marina Grande tra i vicoli, con la cupola arabeggiante della chiesa di Santa Maria della Pietà. Un cortile interno a Terra Murata.

A sinistra: è carica di un fascino particolare Procida, un concentrato di tradizioni, architetture, e culture di diverse origini descritti bene ne “L’isola di Arturo”, il libro di Elsa Morante (1912-1985), vincitore del Premio Strega nel 1957, dove le emozioni dei protagonisti si mescolano con le descrizioni dei luoghi. Salita alla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Corricella. Sopra: negozi che vendono ogni sorta di mercanzia in via Vittorio Emanuele a Marina Grande.

Nella parte più elevata di Procida sorge Terra Murata, prezioso scrigno della lunga e travagliata storia dell’isola, un grumo di case a picco sul mare, costruite attorno alla chiesa di San Michele Arcangelo, fondazione benedettina risalente al XI secolo, più volte distrutta e ricostruita nei secoli.
Ricco l’interno con il prezioso soffitto a cassettoni in legno dorato in oro zecchino, e la tela che raffigura l’apparizione e il miracolo di San Michele che protegge l’isola da un’incursione saracena.

Chiesa di San Michele Arcangelo. Dettaglio di uno dei quattro dipinti di scuola napoletana, Dormitio Virginis, datati 1690 del pittore Nicola Russo, allievo del più famoso Luca Giordano.

Giunge la notte sulla Corricella vista dal balcone del Cannone. Di una bellezza struggente, con i tavolini dei ristoranti quasi sempre occupati, location di molti film, con le case addossate le une alle altre, di un’architettura misteriosa, abbellite da vasi di fiori, finti in gran parte, “perché qui il sole è implacabile tutto il giorno e quelli veri non durerebbero mezza giornata” dice la signora Rosa, intenta a stendere il corredo della figlia che sta per sposarsi.

Il pittore Luigi Nappa e autoritratto, nel suo studio di fronte alla chiesa di Santa Maria della Pietà a Marina Grande. Giramondo per mestiere, capitano di navi da crociera, ora artista ispirato per le sue opere dai colori e dalla luce procidana. Eclettico e creativo, racconta le sue storie di mare a tutti quelli che gli fanno visita, lui che ha attraversato tutti i mari e ora è tornato alla sua terra.

INFO UTILI

COME ARRIVARE
Procida è raggiungibile con traghetti
e aliscafi che partono da
Napoli Molo Berverello (solo aliscafi
Caremar e Snav) o Calata di
Massa (solo traghetto Caremar,
Medmar). Da Pozzuoli in traghetto.

DOVE DORMIRE
La Suite Boutique Hotel, via
Flavio Gioia 73 tel. 081 8101564
in posizione tranquilla con piscina
e ristorante.
Hotel S.Michele alla Corricella,
in splendida posizione con 12 camere
decorate con gusto, affacciate
sul porticciolo.

BB Piazza Posta, una dimora di
charme nel centro storico dell’isola
in via Vittorio Emanuele al
133. Tre camere arredate con
gusto per viaggiatori curiosi.

DOVE MANGIARE
Il Maestrale Alla Corricella, tavoli
a pochi metri dal mare, pesce
freschissimo e location straordinaria.
Tel.081 8101889.
Il Pescatorei, Sul molo della Corricella,
piatti di mare e di terra
tipici procidani con un’ottima
scelta vini. Tel.081 19721905
Sito di Procida 2022

 

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