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Oh My God! Van Eyck was here

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Oh My God! Van Eyck was here

Jan van Eyck, Saint Francis of Assisi Receiving the Stigmata, c. 1430-1432, Philadelphia Museum of Art.

di Daniela Bozzani

Jan Van Eyck è stato per l’arte medievale l’equivalente di Pablo Picasso per l’arte moderna. Con la sua tecnica rivoluzionaria, il suo amore per i dettagli e l’innovativo uso della prospettiva, ha creato capolavori che, a distanza di sei secoli, mostrano una modernità geniale. Oh My God! Van Eyck was here, è parte del progetto Flemish Masters 2018-2020. Dopo Rubens e Bruegel la pittoresca città di Gent offre, per tutto il 2020, una serie di celebrazioni legate all’artista fiammingo più famoso.

Jan van Eyck, Portrait of a Man with a Blue Chaperon
Jan van Eyck, Portrait of a Man with a Blue Chaperon, c. 1428−1430, Muzeul National Brukenthal, Sibiu (Romania)

La mostra Van Eyck. Una rivoluzione ottica.

Le otto ali del capolavoro assoluto del Maestro, il Polittico dell’Agnello Mistico, che costituiscono il cuore della mostra, sono appena state restaurate e per la prima e unica volta sarà possibile ammirarle al di fuori della Cattedrale di San Bavone, dove torneranno alla fine della esposizione. I pannelli, che insieme coprono un’area di 25 mq, saranno suddivisi nelle sale, dando la possibilità di ammirare da vicino la rivoluzionaria e geniale tecnica del grande maestro.

Jan and Hubert van Eyck, The Adoration of the Mystic Lamb,
Jan and Hubert van Eyck, The Adoration of the Mystic Lamb, 1432, Outer panels of the closed altarpiece, Saint Bavo’s Cathedral, Ghent

Solo 23 le tele sopravvissute

Il Museo delle Belle Arti di Ghent è riuscito a raccogliere oltre la metà delle poche opere sopravvissute ai secoli. Queste saranno esposte con alcuni lavori dell’atelier del maestro fiammingo e a copie di dipinti scomparsi. Provenienti da importanti collezioni internazionali, quali i Musei Vaticani, il Museo Nacional del Prado, la Gemaldegalerie di Berlino e il Paul Getty Museum di Los Angeles, per citarne alcuni, si potranno vedere oltre 100 capolavori del tardo Medioevo e del primo Rinascimento Italiano.

Jan van Eyck, Portrait of Jan de Leeuw, 1436, Kunsthistorisches Museum Wenen, Gemäldegalerie
Jan van Eyck, Portrait of Jan de Leeuw, 1436, Kunsthistorisches Museum Wenen, Gemäldegalerie

Le tracce di Jan van Eyck nelle Fiandre

Paradossalmente, nonostante fosse già una leggenda in vita, non si sa molto del grande pittore. Nacque probabilmente nel 1395 nella città di Maaseik e morì nel 1441 a Bruges, dove si era trasferito 9 anni prima, come pittore ufficiale e diplomatico di Filippo il Buono. Uomo di genio versatile, Jan van Eyck venne usato spesso come spia. All’epoca, era costume per duchi e principi, commissionare ritratti e opere ad artisti di corti rivali; lavori che a volte risultavano ottime coperture per carpire i segreti dei nemici. E’ di Jan van Eyck il ritratto dell’Infanta Isabella di Portogallo, futura moglie di Filippo. L’artista viaggiò molto, secondo i desideri del duca, non solo all’interno del Belgio e non solo come pittore.

Il ritorno a Bruges

Ma alla fine tornò a Bruges, dove lavorò anche per la città, di cui rimangono tracce ancora oggi: il Prinsenhof, la Cattedrale di San Salvatore (di cui progettò il coro), i resti della antica cattedrale dove è sepolto. Al Museo Groeninge si possono ammirare la Madonna del Canonico Van del Paele e il Ritratto di Margherita Van Eyck. Nella città, patrimonio Unesco, ci saranno 3 mostre temporanee legate al Maestro Fiammingo: Jan van Eyck in Bruges (12 marzo -12 luglio, Groeninge Museum); Memling Now (4 aprile – 6 settembre, Sintjanshospitaal); Heaven in a nutshell (1 ottobre 2020 -1 febbario 2021, Groeninge Museum).

Benozzo Gozzoli, The Madonna with Child and Angels,
Benozzo Gozzoli, The Madonna with Child and Angels, c. 1449-1450, Fondazione Accademia Carrara, Bergamo

A Venezia un assaggio delle collezioni fiamminghe

A Palazzo Ducale, la mostra Da Tiziano a Rubens, fino al 1 marzo 2020, trasforma gli spettacolari appartamenti del doge in “constkamers”, stanze arricchite da meravigliose opere d’arte che rappresentano le ricchezze delle collezioni fiamminghe. Con capolavori di artisti quali Tiziano, Rubens, van Dyck e Sweerts.

Jan van Eyck, Portrait of Baudouin de Lannoy, c
Jan van Eyck, Portrait of Baudouin de Lannoy, c. 1435, Gemäldegalerie der Staatlichen Museen zu Berlin

INFO

Titolo: Van Eyck, Una rivoluzione ottica.

Dove: MSK Museum of Fine Arts Ghent, Fernand Scribedreef 1, Ghent.

Quando: dal 1 febbraio al 30 aprile 2020.

Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19, venerdì, sabato e lunedì fino alle 23.

Biglietti: online 25€, al museo 28/15/2 €.

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