I nuraghi di Sardegna: emblema di un passato che rimane
Date
- 10.08.22
I nuraghi di Sardegna: emblema di un passato che rimane
di Francesca Spanò |@francynefertiti
La Sardegna e i nuraghi, hanno un legame imprescindibile. Queste costruzioni tondeggianti, vantano un diametro della base fino a 10 metri e una altezza che giunge fino ai 18 metri. Nella regione se ne trovano almeno 7000 e rappresentano una traccia importante della civiltà sarda antica di migliaia di anni. Dopo decenni di quasi abbandono, oggi i riflettori sono puntati su queste “Piramidi” italiane di pietra e a forma tronco conica, per un turismo tematico e culturale.

Nuraghi, un po’ di storia e curiosità
L’etimologia del termine, comprende la parola Nur, cioè gruppo di pietre, tuttavia i nuraghi non rappresentano una costruzione sempre uguale. Tutti furono costruiti con blocchi di roccia disposti l’uno sull’altro senza l’utilizzo della malta. Oggi sono quasi tutti aperti al pubblico e i più antichi risalgono al 1800 a.C, nel periodo della fine dell’Età del Bronzo.

Qual era la loro funzione?
Nessuno in realtà sa quale fosse realmente la loro funzione principale e neppure quale popolo li abbia eretti. Queste torri fortificate, comunque, dovevano avere almeno degli scopi difensivi, anche perché, in fase successiva, gli ingressi situati a livello del suolo, vennero spostati verso l’alto. Che fossero avamposti militari, di difesa, elementi votivi e religiosi, astronomici o avessero, invece, funzione di torri di vedetta, i nuraghi restano dei progetti antichi e molto affascinanti. Altra possibilità è quella che avessero tutti questi scopi, che cambiavano a seconda del loro contesto ambientale di riferimento. All’interno, poi, erano sistemati dei pozzi per l’approvvigionamento idrico e in alto erano ricoperti da una sorta di cupola.
Quali sono i più famosi?
I più noti sono quelli di Su Nuraxi nei pressi di Barumini, di Serra Orrios vicino a Dorgali e quello di Palmavera ad Alghero.
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