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Nuova Zelanda: nella terra del fascino e del mistero

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Nuova Zelanda: nella terra del fascino e del mistero

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Una terra affascinante e, a tratti misteriosa, la Nuova Zelanda che evoca paesaggi carichi di verde e colori intensi, tappeti fioriti e acque smeraldo. La sua parte più settentrionale, quella del Northland è la meno abitata ma è stata il primo approdo per addentrarsi in questo affascinante tratto di mondo.

Comprende Bay of Island con le sue 150 isole selvagge, la penisola di Aupuori e le foreste di kauri ed è proprio qui che giunsero sia i Maori che gli europei e che si fermò Charles Darwin. Ancora oggi non mancano i luoghi sacri agli indigeni che ricoprono la zona, dove la cultura viene tramandata attraverso i racconti, ma anche attraverso la natura incontaminata e selvaggia che sembra custodire i segreti del passato locale.

Nel regno dei Maori

Quando si parla di Nuova Zelanda, non si può non nominarli, a cavallo tra leggenda e storia. Il legame imprescindibile  affonda, infatti, le radici nella notte dei tempi quando si riunirono in tribù, costruirono i primi villaggi e iniziarono a coltivare la patata dolce. Il tatuaggio maori, poi, è diventato famoso in tutto il mondo e ha assunto oggi valore di rivendicazione culturale e sociale che va ben oltre il semplice disegno sul viso. Il moko è una tecnica di decorazione che è legata all’origine polinesiana dei Maori, con qualche elemento in più. Linee e spirali possono ricoprire anche il corpo e, nel caso delle donne, si disegnavano alla comparsa del ciclo mestruale.

Dalle foreste dei giganti a Cape Reinga

Il territorio del Northland è prevalentemente collinare e ospita foreste di kauri, una conifera antichissima detta “albero della gomma”, che ormai vive solo da queste parti tanto da essere tutelata dallo stesso governo locale. Tuttavia, è anche terra di miti centenari, come quello di Cape Reinga che in maori significa “oltretomba”, nella penisola di Aupuori, o “coda di pesce”. Vi si racconta che l’Isola del Nord, in realtà era un pesce catturato dal semidio Maiu, ed è qui che il Mar di Tasmania incontra l’Oceano Pacifico. A dominare questo territorio sacro, c’è un faro e da qui si pensa partano le anime dei defunti che vogliono raggiungere i loro antenati nell’aldilà. Altrettanto venerato è un albero che pare abbia ottocento anni e che per via dei suoi frutti rossi è considerato come “l’albero di Natale della Nuova Zelanda”e che sorge proprio nelle vicinanze.

Tra la città dei velisti e il surf

Auckland si trova a pochi chilometri da un’area naturalistica incontaminata, con molte imbarcazioni a vela ormeggiate nei porti del golfo. Il nome della città è legato al mare e fu scelto nel XIX secolo dal governatore della Nuova Zelanda, William Hobson. Il suo obiettivo era quello di rendere onore a George Eden, conte di Auckland, comandante della Royal Navy, la marina militare britannica. Prima di Wellington, la capitale è stata proprio Auckland che oggi ha una nutrita presenza di polinesiani e asiatici. La Nuova Zelanda, però, è anche il regno dei surfisti con molti luoghi di ritrovo per gli amanti di questo sport di tutto il mondo. Kaikoura e le spiagge vicine nell’isola del sud sono piuttosto pericolose, ma qui si incontrano i leoni marini, i delfini e si osservano le balene.  I più esperti, preferiscono le spiagge della regione di Taranaki, con vista sull’omonimo Monte mentre si cavalcano le onde. Mount Maungaunui è molto turistica, ma colpisce per la sua lunga spiaggia bianca che segue la Bay of Plenty, regno dei surfisti. Per concludere, da tenere in considerazione anche Muriwai Beach dove è possibile dedicarsi a innumerevoli sport e tra questi il surf.

La foresta pluviale

A Fiordland piove tanto e ciò favorisce la crescita di una lussureggiante vegetazione in grado di dare vita alla foresta pluviale. Da queste parti è ancora vergine e la più importante è Waitutu che copre 45mila ettari della regione sud-orientale con distese di faggeti, muschi, licheni e felci.

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