NO REST-SENZA RIPOSO
Monica Bonvicini
Foto ©Sebastian Schaub/Courtesy dell'artista e della Galleria Peter Kilchmann, Zurigo
Foto ©Sebastian Schaub/Courtesy dell'artista e della Galleria Peter Kilchmann, Zurigo
Lo sguardo di Monica Bonvicini è di indagine, un promemoria per il visitatore di come i ruoli binari di genere, le istituzioni patriarcali, le distinzioni di classe e i mantra capitalisti possano essere decostruiti con rigore, passione e, non da ultimo, umorismo. È un capovolgimento dei rapporti di potere prevalenti e delle rappresentazioni convenzionali, traslate in oggetti e immagini polifoniche. Tutto potenzialmente può essere disposto, e la vista è orientata ai vuoti, e in mezzo alla frattura di ciò che doveva essere protettivo e sostenitore. Qui Bonvicini ci porta verso il limite. Attraverso la sua opera, Bonvicini porta il pubblico su questo baratro, ma non è mai un vicolo cieco. La prospettiva è costantemente inclinata e con un pizzico di ironia. L’umorismo interviene a sovrascrivere le regole sociali e politiche di un gioco che consiste in interazioni complesse che trasformano il rapporto tra pubblico e privato. Pur non rifuggendo dall’essere aggressiva e schietta, Bonvicini aggiunge una nota sensibile al gesto radicale. È un gioco visivo di parole ed è spietato dentro. Le immagini stereotipate, merlate e ossessivamente indagate di dominio e competizione sono destinate alla demolizione, letteralmente.
“No Rest #1 – #10” (2021) è una serie di fotografie digitali a colori scattate dall’artista nel corso di due anni sia a casa che in hotel durante i viaggi. Ogni motivo raffigura un paio di pantaloni (il più delle volte jeans) catturato sbriciolato e al rovescio.I pantaloni in ogni opera sono riprodotti in modo chiaro nei dettagli e resi in uno stile quasi scultoreo e tridimensionale.
“No Rest” commenta i confini intimi e spaziali tra pubblico e privato, giocando sul gesto di prendersi i propri pantaloni come gesto di sentirsi al sicuro, a casa e all’interno di un ambiente domestico. Più in generale, connota i ruoli binari di genere assegnato all’abbigliamento, in particolare ai pantaloni.
Monica Bonvicini è vincitrice di importanti premi d’arte internazionali. Tra questi il Leone d’Oro della Biennale di Venezia (1999), il Premio Nationalgalerie Berlin (2005) e più recentemente il Premio Oskar Kokoschka (2020). Attualmente ha mostre tra le altre alla Kunsthalle Bielefeld, LOVER’S MATERIAL, in mostra fino al 30 maggio 2021, Fuori alla Quadriennale di Roma, fino al 2 maggio 2021, Wände / Walls al Kunstmuseum di Stoccarda fino al 30 maggio 2021, Looking at the Midnight Sun al Lenbachhaus München, fino al 1 agosto 2021, A Fire in My Belly alla Julia Stoschek Collection, Berlino, fino al 12 dicembre 2021, Io Dici Io alla Galleria Nazionale Roma fino al 23 maggio 2021 e Fort! Da! al Lentos Kunstmuseum Linz, fino al 22 agosto 2021. La nuova pubblicazione di Bonvicini HOT LIKE HELL sarà disponibile nella gallery. Tra le mostre personali passate e la partecipazione a biennali: Busan Biennale (2020); Belvedere 21, Vienna (2019);
OGR (Officine Grandi Riparazioni), Torino (2019); Berlinische Galerie, Berlino (2017); XV Biennale di Istanbul (2017); BALTIC Center for Contemporary Art, Gateshead (2016); la Biennale di Venezia (2015, 2011, 2005 e 1999); Berlino Biennale (2014, 2003, 1998); Kunsthalle, Magonza con Sterling Ruby (2013); Deichtorhallen, Amburgo (2012); CAC, Malaga (2011) e molti altri. Il Kunst Museum Winterthur ha in programma una grande retrospettiva per l’autunno 2022.
Per ulteriori informazioni contattare Fabio Pink della Galleria Peter Klichmann: fabio@peterkilchmann.com
Testi di Mareike Dittmer, Direttore del Public Engagement presso Thyssen-Bornemisza Art Contemporary Foundation
©TRAVELGLOBE Riproduzione riservata