di Redazione | @travelglobemag
Ci risiamo: un altro angolo di mondo è in pericolo a causa del turismo di massa. Dopo la chiusura definitiva di Maya Bay per permettere all’ecosistema di rigenerarsi, è arrivato il momento del Taj Majal, già a rischio a causa degli alti tassi di inquinamento di Agra; per evitare infatti che le polveri sottili ingialliscano il marmo del mausoleo, è stato vietato a ogni veicolo di circolare a meno di 500 metri dal complesso.
In questo caso però non sarà vietato l’ingresso, ma aumentato il biglietto anche del 400%, sperando di limitare i visitatori.
A quanto pare istituire il numero chiuso, iniziativa che ha quasi dimezzato gli ingressi giornalieri, non è bastato e il continuo afflusso di persone provenienti da tutto il mondo sta accelerando l’usura degli splendidi marmi bianchi delle pavimentazioni e dei muri. Il prossimo passo per tentare di salvare l’edificio Patrimonio UNESCO sarà quello di limitare l’orario di visita a solo tre ore al giorno, ma per ora è solo un’idea.
Biglietti più cari
«Vogliamo che la gente paghi di più per limitare l’accesso. Ciò ridurrà il numero degli accesso di almeno il 15-20% e fornirà maggiori introiti per la sua conservazione», ha detto un portavoce dell’ente archeologico indiano. Al momento, quindi, i cittadini indiani dovranno pagare 250 rupie (circa 3 euro) invece che 50 (60 centesimi), i turisti stranieri invece pagheranno tre euro in più per accedere al Taj Mahal: il ticket passa infatti da 13 a 16 euro.
Si spera che la situazione migliori già a partire dalla primavera 2019, quando potrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione alla facciata.