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Picasso a Milano: Metamorfosi, fino al 17 febbraio 2019

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Picasso a Milano: Metamorfosi, fino al 17 febbraio 2019

di Daniela Bozzani

“Sarebbe interessante fissare in modo fotografico, non gli stati di un dipinto, ma le sue metamorfosi. Forse si scoprirebbe attraverso quale strada un cervello si incammina verso la concretizzazione del suo sogno.” Pablo Picasso (1935)

Il processo creativo del multiforme genio spagnolo

La mostra Picasso Metamorfosi in programma dal 18 ottobre a Palazzo Reale segna la stagione autunnale milanese: dedicata al rapporto multiforme e fecondo che il genio spagnolo ha sviluppato, per tutta la sua straordinaria carriera, con il mito e l’antichità, si propone di esplorare, per la prima volta da questa particolare prospettiva, il suo intenso e complesso processo creativo. Milano aggiunge un nuovo tassello al percorso di approfondimento sull’artista, iniziato nel 1953 con l’esposizione di Guernica e con le due grandi antologiche del 2001 e del 2012. Tappa italiana della grande rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée, promossa dal Musée Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali, la mostra, curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei civici di Avignone, è promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira.

Due mostre in una: Picasso e l’arte antica

Sono presentate circa 200 opere tra lavori di Picasso e opere d’arte antica cui il grande maestro si è ispirato, provenienti dal Musée Picasso e da altri importanti musei europei come, tra gli altri, il Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Musée Picasso di Antibes, il Musée des Beaux-Arts di Lione, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de l’Orangerie di Parigi, il Museu Picasso di Barcellona.

Lo stile, il peggior nemico di un pittore

“Un pittore non deve mai fare quello che la gente si aspetta da lui. Il peggior nemico di un pittore è lo stile”, queste parole di Picasso permettono di attribuire un significato più preciso al suo interesse per le fonti antiche e le opere esposte consentono di penetrare nel cuore di questa alchimia creativa, intessuta di invenzioni e riferimenti al passato. Nelle sei sezioni della mostra le mitologie reinventate da Picasso sono accostate a quelle di arte antica – ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli, stele – che lo hanno ispirato e profondamente influenzato.

 

  1. Mitologia del Bacio – Ingres, Rodin, Picasso

L’introduzione della mostra riunisce i tre artisti attorno al tema del bacio con alcuni dipinti di Picasso cui fanno da contrappunto due opere emblematiche: Il bacio di Rodin e Paolo e Francesca di Ingres. Il confronto rivela come l’approccio di Picasso conduca ad un’interpretazione libera e profondamente innovativa dell’antichità. Ne sono testimoni le varie versioni de Il bacio presenti in mostra, diverse una dall’altra e connotate da una evidente tensione erotica che Picasso declinerà per tutta la sua carriera, dal 1899 sino al 1970.

  1. Arianna tra Minotauro e Fauno

La ricerca estetica di Picasso sin dall’inizio si rifà alle tante raffigurazioni di esseri fantastici presenti nel repertorio mitologico. Tra i suoi punti di riferimento ricorrenti vi sono figure ibride lacerate tra umano e animale, bene e male, vita e morte. Le sue opere sono popolate da Fauni maschi e femmine e numerose sono le odalische sprofondate nel sonno che rimandano alla celebre Arianna addormentata del Vaticano. La sua bellezza offerta alla contemplazione è presente in una serie di raffigurazioni con tutte le espressioni dell’emozione amorosa: dall’erotismo sereno alle fantasie sul rapimento e lo stupro cui rimandano gli esseri ibridi che la affiancano.

  1. Alla Fonte dell’Antico – Il Louvre

Il virtuosismo di Picasso si sviluppa sin dalla sua adolescenza a contatto con una pratica accademica di cui padroneggia perfettamente tecnica e repertorio. Un approccio che si sviluppa ulteriormente in occasione del suo viaggio in Italia nel 1917 e al suo incontro con Olga Khokhlova. L’ispirazione classica mitiga in questi anni l’intensa esperienza cubista. Negli anni ’20 Picasso visita spesso il Louvre e si ispira alle figure dei bassorilievi greci per il suo dipinto Donna seduta (1920), come per il tardivo Nudo seduto su una sedia (1963), e il suo bronzo Uomo stante (1942), figure reinterpretate in una chiave originale e distante dalla ieraticità delle statue ellenistiche.

 

  1. Il Louvre di Picasso: tra greci, etruschi e iberici

L’estrema stilizzazione della pittura dei vasi greci d’epoca geometrica attirano l’attenzione dell’artista e i motivi a contorno delle figure che osserva hanno un ruolo fondamentale nel processo di elaborazione delle Demoiselles d’Avignon, come dimostrano i vari studi di nudi a matita esposti in questa sezione, ma anche l’olio Piccolo nudo seduto (1907) e la scultura in legno Tre nudi (1907), che evolvono poi nelle sculture filiformi in legno che annunciano i lavori di Giacometti, ma si ispirano ai bronzi dell’arte etrusca.

5.  Antropologia dell’antico: la ceramica

Picasso la scopre nel dopoguerra e, sperimentando il potenziale artistico della terracotta dipinta, fa evolvere l’oggetto dalla sua funzione d’uso allo status di opera d’arte. Come nell’antichità, il ceramista e il pittore coabitano nello studio e creano insieme. Così la ceramista Suzanne Ramier incita il pittore alla ricerca di nuovi profili di vasi e stimola la consultazione dei repertori archeologici. Picasso utilizza materiali riciclati di studio, frammenti di contenitori culinari e di piastrelle per arrivare a esiti straordinari come nelle terrecotte Donna con mantiglia (1949) e Frammento di pignatta decorato con un viso (1950) o nelle ceramiche Volti di donna (1950), Portafiori a forma d’anatra (1950-1951), Toro con banderillas gialle (1957).

 

  1. L’antichità delle metamorfosi

La spettacolare scultura La donna in giardino (1932) in ferro saldato utilizzato come materiale di riciclo e volutamente dipinta di bianco come un marmo apre questa sezione per introdurre le Metamorfosi di Ovidio, di cui Picasso illustra nel 1931 una celebre edizione pubblicata da Albert Skira e di cui Skira, in occasione della mostra, riedita la copia anastatica. La scarsa tiratura dell’opera e il modo in cui Picasso incide la lastra di rame con un semplice tratto crea un effetto concorrente al disegno. Le scene immaginate da Picasso accompagnano il testo e sottolineano l’importanza della fonte letteraria nell’interpretazione che ne propone l’artista. Le Metamorfosi di Ovidio in 11.995 versi e XV libri raccolgono e rielaborano oltre 250 miti greci e sono state definite una “enciclopedia della mitologia classica”. Le acqueforti di Picasso sono di una omogeneità rara, in uno stile dai contorni puri e di un erotismo discreto. Il libro fu stampato il giorno del cinquantesimo compleanno di Picasso e fu definito da Christian Zervos di “una bellezza quasi dorica”.

Informazioni utili

Dove: Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano

Quando: 18 ottobre – 17 febbraio 2019

Orari: lunedì 14.30/19.30 (dalle 9 alle 14 riservato alle scuole) – martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30/19.30 – giovedì e sabato 9.30/22.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

Biglietti: intero €14 – ridotto dai 6 ai 12€

Infoline e prevendite: tel. 0292897755 singoli – 0292897793 gruppi – vivaticket.it

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