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Palmira, Patrimonio Unesco: i tesori della città a rischio

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Palmira, Patrimonio Unesco: i tesori della città a rischio

Un tesoro del passato a serio rischio di totale distruzione. Questo il messaggio che il mondo intero ascolta impotente da settimane, temendo che l’Isis possa continuare ad annientare un patrimonio storico e archeologico che appartiene a tutti. Sì, perché [b]Palmira[/b] che attualmente è diventata ancora più famosa di un tempo, è Patrimonio Unesco e si trova all’interno di un’oasi a 240 km a nord-est di Damasco.

Rotta commerciale del passato, rievoca il passaggio di lunghe carovane tra Oriente ed Occidente. Il nome deriva dall’aramaico e significa letteralmente “palma”, ma vicino alle rovine che sono state meta di grande turismo è sorta l’attuale Tadmor.

A Palmira si sono succedute dominazioni ed eventi storici che hanno portato alla costruzione di splendidi monumenti, non ultimo quelli di origine romana, legati al periodo in cui fu annessa ufficialmente alla provincia romana di Siria, verso il 19 d.C, durante il regno di Tiberio. Decantata pure da Plinio il Vecchio ha superato i secoli mostrando le sue meraviglie.

[b]COSA VEDERE A PALMIRA[/b]

[i]Il santuario di Bel[/i]

Si tratta di un edificio religioso con elementi di tipo greco-corinzio ma anche babilonese. Nel santuario c’era un ingresso monumentale che è stato modificato quando gli Arabi lo hanno trasformato in una fortezza. Il cortile interno era lastricato e il tempio ha due nicchie.

La [i]via colonnata[/i], con delle colonne che presentano mensole sormontate da statue e il [i]castello arabo[/i] che risalirebbe al XII o al XIII secolo.

Nelle ultime ore si è parlato ancora di più di questo luogo, ormai teatro di morte perché in parte conquistato dai terroristi. Gli stessi che promettono di distruggere tutto quello che resta dalla sua nascita ad oggi.

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