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Mostra a Lugano. And Now the Good News

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Mostra a Lugano. And Now the Good News

di Daniela Bozzani

Ha aperto il 29/5 a Lugano presso la nuova struttura del LAC la mostra And Now the Good News, opere dalla collezione Annette e Peter Nobel.

Arte e Media

Arte e media: una correlazione inusuale per una mostra dal tema singolare, costruita intorno alla immensa collezione – quasi 1500 opere – che i coniugi Annette e Peter Nobel hanno raccolto, a partire dagli anni Ottanta, sul tema della “Press Art”. Costruttivismo, Cubismo, Futurismo, Dadaismo, Surrealismo, Nouveau Réalisme, Arte Povera, Pop Art, Arte Concettuale: tutti questi movimenti, che hanno segnato in profondità la storia dell’arte del Novecento, dal punto di vista dei contenuti si sono occupati di questioni mediatiche. Oppure hanno utilizzato giornali e riviste come punto di partenza per realizzare le loro opere. Quindi l’uso della carta stampata come soggetto, supporto, elemento compositivo o referente concettuale è la base per una mostra molto riuscita, per compiutezza documentaristica e per il valore delle opere e degli artisti.

La mostra And Now The Good News

Si parte dai primi collage realizzati nell’ambito del Cubismo per giungere alle esperienze delle neoavanguardie degli anni Sessanta e Settanta, ma un grande spazio è dato all’arte attuale, articolata attorno ad alcune tematiche sulle quali si concentra l’interesse degli artisti per il mondo dei media. I tre grandi periodi che scandiscono il percorso – la prima metà del Novecento, i decenni dal 1950 al 1980, gli anni dal 1980 ad oggi – sono introdotti da altrettante sezioni fotografiche (di autori quali Cartier-Bresson, Walker Evans, Gotthard Schuh, Robert Capa, Rudy Burckhardt) che documentano la presenza e la diffusione della carta stampata nella quotidianità.

L’importanza della fotografia

Del resto, nella storia dei rapporti tra arte e mass media la fotografia ha un ruolo fondamentale. Ha contribuito in modo determinante a trasformare la stampa in un oggetto popolare e, al contempo, ha introdotto l’arte nell’era della “sua riproducibilità tecnica”, costringendola a rinnovarsi completamente. Ritagli di giornali cominciano ad apparire nelle nature morte cubiste di artisti come Georges Braque, Rudolf Ausleber, Pablo Picasso o Judin Law, che li usavano per commentare la vita moderna.

Dadaisti, Futuristi e Costruttivisti

I dadaisti operano in modo meno formale. Con opuscoli stampati e collage, l’anarchico movimento artistico, che gravitava attorno a Hans Arp, Marcel Janco e Kurt Schwitters cercò di contrastare la propaganda di guerra e la presa del potere dei nazisti in Germania. Simile l’approccio dei futuristi italiani e dei costruttivisti russi, anche loro al servizio di ideali superiori di tipo politico. Nikolai Sokolov, Aleksandr Rodčenko e Varvara Stepanova abbozzano nei loro collage l’immagine di un’Unione Sovietica moderna e vincente.

Il Nouveau Réalisme e i Decollagisti

Il 27 ottobre 1960 in Francia un gruppo di artisti si riunisce sotto l’etichetta di Nouveau réalisme. Jean Tinguely assembla strumenti di lavoro e li trasforma in macchinari artistici. Nella collezione di Annette e Peter Nobel è presente un coerente insieme di opere dei cosiddetti décollagisti: Jacques Villeglé, Mimmo Rotella e Raymond Hains, i quali sviluppano, come antitesi al collage, una tecnica consistente nello strappare i manifesti affissi uno sopra l’altro sugli appositi supporti. Christo, che è stato vicino a questo gruppo, ha contribuito alla collezione di press art con diversi impacchettamenti di riviste.

La Pop Art

Quasi contemporaneamente negli Stati Uniti nasce la Pop Art. Andy Warhol, Roy Liechtenstein e Robert Rauschenberg, tra i maggiori esponenti di questo movimento, riprendono e riusano immagini che nei mass media o nella pubblicità vengono ripetute con insistenza. “Marylin” (1967) o la copertina del tabloid “New York Post” (1983) ben rappresentano la fascinazione di Andy Warhol per gli argomenti legati al sesso e alla criminalità. Artisti tedeschi e italiani si confrontano con il fenomeno dei mass media in modo diverso. Alighiero Boetti utilizza delle copertine per il gioco del suo “doppio”. Joseph Beuys fa pubblicare manifesti di critica alla società. Sigmar Polke, per il quale i giornali sono sempre stati una fonte di ispirazione artistica, usa il Blick e il Brückenbauer come supporto per i suoi lavori con lo spray e le mascherine. Günther Uecker inchioda una pila di giornali per mostrare la fragilità del rapporto tra realtà, media e arte – cosa che peraltro occupa un’intera generazione di artisti.

Arte contemporanea

Le cinque sezioni tematiche, dedicate all’arte più attuale, costituiscono altrettante dimostrazioni di come il confronto con i media sia per gli artisti il punto di partenza per indagare la realtà in cui viviamo, ampliando il discorso verso un ambito sociale e politico. Immagini e informazioni filtrate dallo sguardo dei media vengono analizzate e sovvertite, criticate e discusse per essere trasposte nel mondo dell’arte perché a loro volta possano essere discusse e criticate dallo sguardo più o meno indulgente dell’osservatore finale. L’invito a mettere in dubbio la verità mediatica ci viene ad esempio dal “googlegramma” di Joan Fontcuberta, nel quale il fotografo spagnolo ricostruisce attraverso un programma di foto-mosaico un’immagine simbolo del nostro tempo come quella della soldatessa americana che tiene al guinzaglio un prigioniero iracheno ad Abu Ghraib.

Lo scorrere del tempo

La mostra si chiude con una sezione dedicata allo scorrere del tempo e alla natura effimera del quotidiano: dalla rotativa alla pattumiera in 24 ore. Una vita breve scandita da piccoli momenti: la lettura di un quotidiano tra la folla di un metro o nel silenzio di una panchina solitaria, titoli che hanno segnato eventi epocali o piccole storie di gente normale, costruzioni spiazzanti di immagini antitetiche, pagine di giornale usate per sigillare la finestra di una capanna o per tracciare pochi ispirati tratti e creare un “pezzo d’arte”. E come le tele datate di On Kawara, contenute in una scatola foderata con giornali del giorno destinata a non durare, così il contenuto del quotidiano alla fine della giornata sarà già superato e privo di interesse. Metafora perfetta della nostra esistenza. La pagina del quotidiano del giorno sospesa a mezza aria da un getto d’aria nell’opera di Roman Signer diventa così al contempo il punto conclusivo di questo racconto e l’inizio di uno nuovo, quello che ogni giorno milioni di persone cominciano leggendo le pagine di un giornale, augurandosi che possa essere finalmente il giorno delle “good news”.

Selezione degli artisti in mostra

Hans Arp Alighiero Boetti John Baldessari Georges Braque Olaf Breuning Joseph Beuys Christo Alberto Giacometti Gilbert & George Ryan Gander Candida Höfer Alfredo Jaar On Kawara William Kentridge Jannis Kounellis Joseph Kosuth Barbara Kruger Robert Longo Olaf Metzel Joan Miró Vik Muniz Willem de Kooning Antoni Muntadas Sigmar Polke Richard Prince Robert Rauschenberg Kurt Schwitters Roman Signer Rirkrit Tiravanija Wolfgang Tillmans Rosemarie Trockel Kelley Walker Andy Warhol

 

Informazioni

Dove: MASI Lugano/LAC, Piazza Bernardino Luini, 6. Lugano t. +41 (0)58 866 4230.

Quando: dal 29 maggio al 15 agosto

Orari: martedì, mercoledì e domenica 10.30-18.30. Giovedì e sabato: 10.30-20. Lunedì chiuso, 1/8 e 15/8 aperto

Ingressi: 15 CHF, Ridotto 10 (over 65 e 17-25 anni) gratuito sotto i 16 anni, prima domenica del mese

Info: Agenzia turistica ticineseLAC Lugano turismo

 

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